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Inserito il - 14 aprile 2012 : 19:03:07
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 Michelangelo Natale
MASTRU PASCALI di Michelangelo Natale
Quando Mastro Pasquale raccontava i suoi epici ricordi di guerra, il silenzio che si creava intorno a lui era al punto da potersi sentire la mosca volare. Tra gli ascoltatori si sentiva spesso un ssss ... sss... sss ... insistente nei confronti dei disturbatori, ma era difficile individuare da quale bocca provenisse quel sibilo, perché tutti i presenti, con aria incantata, pendevano estasiati dal suo labbro. - Mi viene in mente, cari compaesani, quando sulle montagne del Carso, in un assalto alla baionetta, in un corpo a corpo disperato col nemico, mi trovai costretto a trasportare sulle spalle un commilitone che cadde proprio ai miei piedi col ventre squarciato da una sciabolata. - Correvo su quei sassi bianchi, irti e taglienti, come un capriolo per arrivare al più vicino posto di soccorso. - Figuratevi che il sangue di quel poveretto mi scendeva a rigagnoli lungo la schiena segnando per terra una ininterrotta scia rossa. - Povero Cristo come si lamentava! … - Arrivati che fummo alla vicina medicheria, allestita in una tenda tutta piena di toppe e di buchi, dietro un costone di roccia, per la stanchezza caddi per terra sfinito. - Gli addetti all'infermeria vedendomi tutto intriso di sangue, con la lingua di fuori, gli occhi sbarrati ed incapace di pronunciare la benché minima parola per l'enorme sforzo profuso, convinti che il ferito fossi io, mi presero penzoloni e mi adagiarono su un tavolo tastandomi da tutte le parti per individuare la ferita. - Meno male che dopo un po' riuscii a prendere una boccata d'aria facendo capire ai due sanitari, che mi tastavano con uno sguardo interrogativo e molto perplesso, che il ferito non ero io ma l'altro militare che sdraiato per terra sembrava più morto che vivo.- - In un secchio di rame mi portarono dell'acqua, sollecitandomi poi a cambiarmi la divisa tutta impregnata di ...
Novella completa Mastru Pascali
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michelenat
Utente Normale

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Inserito il - 14 aprile 2012 : 22:30:40
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Caro Domenico, non so come ringraziarti!... Le mie semplici novelle, scritte di getto senza badare troppo alla forma e come tali sicuramente zeppe di errori, refusi ed imperfezioni, grazie alla tua maestria stanno diventando opere letterarie. Mi devi credere mi trovo a disagio.... Non credo ai miei occhi.... Le ho scritte così... per ricordare il mio paesello, i miei simpatici compaesani, la piazzetta e le anguste stradine dove ho trascorso la mia fanciullezza e ti prego di credermi mai mi è passata per la mente di renderle pubbliche. Che devo dirti... Grazie, grazie di cuore.
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Admin
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Inserito il - 16 aprile 2012 : 23:49:15
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Caro Michelangelo, le tue novelle, a mio avviso, scritte con un linguaggio lineare sono molto genuine. Tracciano uno spaccato di vita reale, e anche storica, del mondo rurale delle zone interne del vibonese meritevole di non andar disperso. Sono contento di averle pubblicate per rendere, nel nostro piccolo, il giusto merito a te: loro autore. Cari saluti. Domenico.
P.S.
Altre novelle:
Le ossa rotte di donna Peppina
La cummedia di Mialu
Poesia:
Omaggio a Limpidi
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