IL FURTO DI FUTURO
di Franco Di Giorgi
È un «furto di futuro» - asserisce su Pop Off Diego Giachetti nel suo ricordo di Luciano Gallino - quello messo in opera da parte delle banche, le quali hanno indebitato sia le persone sia gli enti pubblici e privati. Si tratta cioè di un progetto fraudolento posto in essere dal neoliberismo a partire dalla fine degli anni Settanta con le politiche di austerità proposte dalla Thatcher e da Reagan con l'appoggio di Mitterand per affrontare la crisi petrolifera del 1973. Un modello, quello liberista, che, come sappiamo bene noi Italiani, è stato prima accolto a braccia aperte da Craxi, si è poi radicato nelle case delle libertà berlusconiane, è stato inoltre imposto con l'assurda cura montiana e ora si diffonde attraverso il «pensiero computazionale» renzista. Si tratta infatti, osserva Giachetti, di quel neoliberismo che «controlla tutti i governi, qualunque siano i partiti al governo [e quindi con la trasversalità tipica del malaffare], che fanno parte dell'Unione, imponendo loro le sue ricette di austerità che altro non fanno che aggravare la crisi». Dal 1973 al 2013, dopo quarant'anni, è dunque sempre a causa delle politiche di austerità e con il pretesto dello 'stato d'eccezione' che il neoliberismo ha avuto e continua ad avere buon gioco nello smantellamento, nello sgretolamento e nella polverizzazione dello stato sociale. E ciò concerne naturalmente anche il mondo della scuola. ...
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