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Raccolta articoli su Bracciara
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Guardatevi il MEDITERRE -
(28 febbraio 2005 post del forum altomesima)
Dasaesi belli!!! invito tutti
a guardare il sito del
MEDITERRE a Brindisi. E' la fiera dei parchi naturali
che si tiene da tre anni dal 3 al 6 marzo e dove di
incontrano i rappresentanti dei vari parchi del Mediterraneo
e si fa pubblicità delle nuove iniziative.
Se qualcuno ha tempo e voglia ... io sono all'estero al
momento.
Ma lancio pure una sfida, e indipendentemente dalla volontà
politica, (che certo è fondamentale ma bisogna domandare al
momento giusto e al giusto livello), perchè non si fa un
progetto insieme per il parco ma nel contesto di una serie
di altre iniziative di rivalutazione naturale che superino
l'ambito comunale da presentare come progetto pilota alla
fiera dell'anno prossimo.
Come architetto so che se non si buttano avanti le idee, non si
fa mai niente. Il politico non ha idee, nel miglior caso
realizza quelle che vanno per la maggiore. Ma queste idee
devono pure essere di questo mondo e messe su carta per
essere mostrate. Da parte mia, ci metto volentieri e per
quello che mi è possibile voglia, un pò di tempo e quel pò
di conoscenza che mi ritrovo e spero che questo forum si
possa trasformare in un primo luogo di progetto aperto.
Spero che si possa trovare contatti con le altre esperienze
territoriali del genere, a partire da quella del parco degli
ulivi del leccese che viene presentata quest'anno a
Brindisi, e che si riesca ad estendere l'iniziativa al
giusto livello territoriale perchè si possa configurare come
una buona risorsa turistica da spendere e far fruttare e per
cui interrogare la politica.
Se si fregano gli alberi, credo che non rimanga che
affrettarsi, ma poi basterebbe forse mettere un cancello che
fermi le auto nel punto in cui non si può proseguire
altrimenti e di cui solo i proprietari di terre hanno la
chiave, gli altri possono benissimo andare a piedi. E se lo
abbattono, non è questo un buon motivo per ricostruirlo? Lo
so, facile parlare, specie se si stà fuori. Ma a me
rimangono solo le parole e spero servano a qualcosa.
Saluto tutti quelli che chiaramente leggono questo
forum, che avrebbe la bella cosa di mettere insieme chi
vive dentro e fuori Dasà, una sorta di parco degli ulivi che
hanno radici locali e le foglie chi sa dove che siamo noi, o
no?
guardatevi il mediterre!!...
Antonello Scopacasa
Berlino
28 febbraio 2005
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Non si tratta di un parco chiuso *
- Saturday, January 29, 2005 at 10:34
Berlino. Caro Dasà, ti scrivo
per dirti che qualche speranza per gli
alberi di Brazzara
c’è.
In Puglia, infatti, hanno aperto lo scorso anno il primo
parco degli ulivi secolari. Si trova nel leccese ed è stato
realizzato con il sostegno del WWF. Non ne so molto a
riguardo ed ho pensato di chieder notizie agli stessi che lo
hanno promosso. Non si tratta di un parco chiuso ma si
inserisce in una serie di attività culturali di gruppi
impegnati sul posto e con le comunità locali (LUA di
Firenze, STALKER di Roma e Otranto). Spero si facciano
presto vivi su questo
forum per dirci come è andata, come
funziona il parco e come esso si mantiene.
Sono convinto tuttavia che un parco da solo non basti a se
stesso, e che vada inserito in una serie di iniziative di
cui sia una delle esperienze proposte, come anche che esso
abbia bisogno del sostegno pieno dei dasaesi, residenti e
non, e che vi vedano non un pretesto di conservazione ma
piuttosto un modo di crescita e di rilancio.
Il parco potrebbe certo diventare un laboratorio di ricerca
per la bio-diversità delle specie autoctone, come un luogo
di studio e messa in pratica della coltivazione dell’ulivo
calabrese. La finalità sarebbe di non perdere il patrimonio
di tradizioni e di gusti acquisiti e perfezionarne la
coltura e la produzione senza doverne stravolgerne, come
avviene, forme degli alberi e relativo paesaggio naturale
che, ai miei occhi un po’ stranieri, è bellezza più che
ricordo. Si potrebbe aprire allora alle scuole per la sua
vocazione didattica, e all’università per la ricerca
botanica,, anzi essi dovrebbero partecipare direttamente
alla sua gestione. Sarebbe il centro di conservazione e di
sviluppo di una cultura agricola e alimentare che ha oggi
bisogno di sostegno ma a cui non mancano tutte le ragioni di
rivalutarsi.
Se il fine è conservare, studiare e migliorare le colture
locali, i mezzi sono tutti nella partecipazione al progetto.
E non si tratta di affidarsi a un WWF o a Lega Ambiente o a
un’ente amministrativo che fornisca semplicemente fondi e
appoggio. Bisognerebbe fare di modo che il parco sia già da
prima una realtà, un’esigenza, una cosa pubblica.
Io non posso immaginare un parco senza sperimentazione. La
facoltà di botanica dell’università dovrebbe avervi un ruolo
e bisognerebbe anche legare tale luogo con le altre
esperienze che intorno al Mediterraneo perseguono gli stessi
fini. Ne esistano già in Spagna e in Francia e la recente
esperienza del parco pugliese sarebbe pure molto utile. Far
comunicare queste esperienze può solo rafforzarle e
contribuisce a ridurre il nostro vero scoglio che è
l’isolamento.
Sarebbe poi necessario e bello che fosse il parco a
focalizzare un accordo che finora è sempre ed
incredibilmente mancato tra i produttori della zona al
ripetersi della voce che qui si possa solo andare peggio e
non rimanga che aspettare una risalita del prezzo dell’olio
o un’annata più buona. La cooperazione dei produttori
intorno al parco ne renderebbe reale e ne perfezionerebbe la
ricerca e sarebbe il vero primo passo per
l’auto-riconoscimento dei propri valori e per la successiva
loro messa sul mercato.
So bene che per l’olio non è cosa facile e che senza
promozioni del prodotto locale e restrizioni alle
importazioni adottate a livello nazionale, o almeno
regionale, non si può fare molto, ma questo è un movimento
che bisognerà pure iniziare prima o poi, no?
Qualità del paesaggio, cooperazione, miglioramento delle
colture tipiche e riconoscibilità del marchio e della zona
di provenienza sul mercato sono modi integrati di sviluppo
delle aree agricole già positivamente attuati. Ci rimane da
portar gente dalle nostre parti che s’innamori dei luoghi e
ne apprezzi i sapori e ne faccia pubblicità in giro. E
questo, nella mia immaginazione e fino a che ci sarà
l’attrattiva di Tropea e delle nostre coste, almeno
d’estate, non mi sembra un sogno irrealizzabile.
Non mi dilungo, e saluto tutti con affetto,
Antonello Scopacasa
29 gennaio 2005 Berlino
* articolo della
gazzetta altomesima online
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Una occasione per invertire una
tendenza sbagliata * - Tuesday, June 01, 2004 at
02:03
Dasà VV. C’è una brutta
tendenza in questo nostro paese di Dasà: il voler
distruggere tutto ciò che fa parte della nostra storia e
della nostra cultura (demolizione di chiese,
smantellamento del lastricato in pietra del corso
principale, distruzione degli antichi ulivi nel sito
dell’”Affrontata” ecc. …).
La delibera dell’attuale consiglio comunale di vendere ai
privati la proprietà dell’ex E.C.A. si inquadra in questa
tendenza sbagliata. Ciò che preoccupa sono le piante di
ulivo della località “Bracciara” che rischiano di venire
abbattute.
Sottolineo che a “Bracciara” si trovano diverse “olivare”,
che sono tra le più antiche della Calabria e sono veri e
propri monumenti, che andrebbero invece protette e
custodite, in quel posto dove sorgeva un antico borgo, a
cui è legata tanta storia
pure di Dasà. La sensibilizzazione che si ha sugli ulivi
secolari di Bracciara deve essere l’occasione insomma per
una inversione di tendenza a creare lì, Amministrazione
Comunale e cittadini, il primo parco storico-ambientale e
iniziare un nuovo discorso per la riscoperta della nostra
storia e la tutela del patrimonio storico-culturale
esistente nella nostra
comunità.
Francesco Romanò (1949)
Dasà 31/05/2004
* articolo della
gazzetta altomesima online |
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Bellezza e stupore *-
Thursday, May 20, 2004 at 20:19
Cremona . Quando qualche
turista viene a Dasà (mio paese natio in provincia di
Vibo Valentia) per la prima volta, gli faccio conoscere
il paese nei suoi vicoletti, nei suoi stupendi portali
in pietra e soprattutto lo porto a Bracciara ad ammirare
il nostro pezzo forte: le centinaia di piante d’ulivo
secolari.
Ogni volta osservo in queste persone lo stupore e la
grande ammirazione per quelle bellissime creature che
noi abbiamo la fortuna di avere nel territorio del
nostro Comune.
Una volta c’era un paese lastricato in pietra granito;
c’era un Calvario sempre in pietra che rappresentava la
storia delle nostre madri le quali lo utilizzavano per
sostare quando stanche tornavano dal lavoro fatto nei
campi per poi riprendere la strada di casa; c’era anche
una cornice d’ulivi secolari che facevano da sfondo al
luogo della nostra ‘Ncrinata resa unica e bellissima a
noi ed a tutti quelli che venivano a vederla;
ebbene tutto questo non c’è più.
E' molto importante riuscire a salvare le piante che vi
sono a Bracciara; sono davvero uniche poiché non vi sono
posti in Italia dove tanti “patriarchi” di quelle
dimensioni coesistono creando uno stupendo parco
naturale.
Molte piante sono state tagliate grazie anche alla
stupidità dell’uomo; penso che adesso non bisogna
ricadere nell’errore fatto in passato quando per
ignoranza abbiamo distrutto le bellezze che i nostri avi
ci avevano lasciato.
Noi tutti siamo responsabili verso i nostri figli di
quello che sapremo lasciare loro.
Piero Tripodi
(20 maggio 2004)
* articolo della
gazzetta altomesima online |
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