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 Cosa fare se si paga il depuratore non funzionante
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Admin
Amministratore




Inserito il - 01 novembre 2008 : 13:56:22  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Admin Invia a Admin un Messaggio Privato Aggiungi Admin alla lista amici
Cosa fare se si paga il depuratore che non funziona

Dopo la recentissima sentenza della Corte Costituzionale, apprezziamo molto la sensibilità della nostra direzione nazionale e l’iniziativa intrapresa, schierandosi al fianco dei cittadini che hanno già pagato, affinché ottengano il dovuto rimborso. Con la sentenza n. 335/2008 depositata lo scorso 10 ottobre, la Consulta ha stabilito che è incostituzionale, perché irragionevole, la legge dello Stato n. 36 del 5 gennaio 1994 (meglio conosciuta come legge “Galli”) e le successive modifiche nella parte in cui stabiliscono che la tariffa per la depurazione delle acque reflue deve essere pagata dai cittadini anche laddove il depuratore pubblico non esiste oppure temporaneamente non funziona. Si tratta di una pronuncia tanto attesa da parte nostra poiché avevamo già verificato l’illogicità di una norma che, di fatto, in diverse zone della Città, impone (ma ora è meglio dire “imponeva”) ai cittadini di pagare un corrispettivo per un servizio che, in realtà, non veniva erogato. E si tratta di somme ingenti per il nostro territorio poiché, in molte zone della periferia, è scoperto di impianti di depurazione! Perché la legge presuppone che un cittadino scarichi (e depuri) tanti metri cubi reflui quanti sono i metri cubi d’acqua che consuma. Ora i cittadini hanno diritto al rimborso di quanto eventualmente pagato ingiustamente per la depurazione non effettuata. Per richiedere tale rimborso è necessario verificare le varie fatture del servizio idrico integrato ricevute e distinguere in esse la voce “Totale Depurazione” (NON la voce “Totale per la Fognatura”). A tale proposito mettiamo a disposizione dei cittadini il facsimile di “istanza di rimborso” .. per ottenere il rimborso di quanto pagato ingiustamente e, al fine di evitare eventuali “Prescrizioni”, è bene attivarsi urgentemente. Il facsimile di istanza può essere scaricato dal nostro sito internet www.cittadinanzattivaprilia.it , cliccando alla sezione “Sussidi - Utenti e consumatori”.


Fonte: www.cittadinanzattivaprilia.it/view.php?id=60





 Regione Piemonte  ~ Prov.: Torino  ~ Città: Torino  ~  Messaggi: 600  ~  Membro dal: 18 maggio 2008  ~  Ultima visita: 27 gennaio 2024

Achille
Utente Medio



Inserito il - 04 novembre 2008 : 18:58:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Achille Invia a Achille un Messaggio Privato Aggiungi Achille alla lista amici
Salve a tutti,
con enorme soddisfazione ho preso atto della sentenza della Consulta n. 335/2008, con la quale finalmente è stato sancito il principio da lungo tempo proprio del sentire comune per cui se nel Comune di residenza non esistono o non sono attivi i depuratori per le acque reflue, il c.d. canone di depurazione non deve essere pagato dai cittadini.
Invero nel sistema delineato dalla legge n. 36 del 1994 la tariffa del servizio idrico integrato, in tutte le sue componenti, compresa quella relativa al servizio di depurazione, ha natura di corrispettivo di prestazioni contrattuali e non di tributo. L' art. 14 della suddetta legge imponendo l'obbligo del pagamento della tariffa di depurazione anche in mancanza della controprestazione si poneva palesemente in contrasto con la ratio della legge. La Corte Costituzionale, quindi, ha giustamente dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, comma 1, della legge 36/1994, sia nel testo originario, sia nel testo modificato dall'art. 28 della legge 179/2002, nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti " anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi" e ha dichiarato, inoltre, ai sensi dell'art. 27 della legge 87/1953, l'illegittimità costituzionale dell'art. 155, comma 1, primo periodo, del D.lgs. 152/06, nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti "anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi".
Da qui il diritto sacrosanto di tutti coloro che hanno pagato un servizio di depurazione inesistente di richiedere il rimborso e di ottenere la restituzione dei relativi importi con gli accessori (interessi e rivalutazione), dagli enti che hanno indebitamente riscosso la tariffa di depurazione.
Pertanto, tutti gli utenti interessati possono presentare, a seconda dei casi, all'Amministrazione locale o all'ente Gestore, la richiesta di rimborso allegando le ricevute e gli avvisi di pagamento da cui risultano nel dettaglio gli importi pagati per la tariffa di depurazione e qualora tale richiesta bonaria non avesse effetto gli stessi utenti possono intraprendere le vie legali.
Mi permettono, infine, di segnalare che nella fattispecie trova applicazione la prescrizione decennale e che la restituzione delle somme è dovuta in base alle norme sul pagamento indebito di cui all'art. 2033 e seguenti del codice civile.




Modificato da - Achille in data 04 novembre 2008 19:07:37

 Regione Calabria  ~ Prov.: Vibo Valentia  ~ Città: Dasà  ~  Messaggi: 11  ~  Membro dal: 09 giugno 2008  ~  Ultima visita: 09 marzo 2012 Torna all'inizio della Pagina

mimc
Utente Attivo

Altomesima Online


Inserito il - 12 novembre 2008 : 19:49:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di mimc Invia a mimc un Messaggio Privato Aggiungi mimc alla lista amici
Alcuni sindaci dell'Alto Mesima (visto che non mi risulta siano comuni dotati di depuratori a valle) potrebbero pensare che "piove sul bagnato": dopo il taglio dell'ICI, il parziale smantellamento della Comunità Montana Alto Mesima, l'alluvione del 5 novembre 2008 ed i tagli verso Sud effettuati recentemente dal governo, ma pagare per servizi che non vi sono penso sia ingiusto.
Quindi, ben vengano le informazioni di Achille sulla sentenza 335/2008 della Corte Costituzionale che confermano la possibilità concreta per i cittadini contribuenti di avere restituito il canone di depurazione pagato negli ultimi dieci anni.
La cifra potrebbe aggirarsi fra le 500 e 1000 euro per ogni utente che abbia conservato i bollettini di avvenuto pagamento del tributo.
Penso che: converrebbe, ai sindaci interessati, il trovare una mediazione con le cittadinanze in termini di cifra da restituire al fine di evitare un molto probabile aggravio di costi per le casse comunali.
Mediazione che dovrebbe contenere una cifra concordata fra le parti e, la promessa di non far ricadere il costo, sostenuto dagli enti, in un aumento futuro del canone acqua.





Modificato da - mimc in data 12 novembre 2008 20:13:09

  Firma di mimc 
Saluti
mimc

 Regione Piemonte  ~ Prov.: Torino  ~ Città: Torino  ~  Messaggi: 91  ~  Membro dal: 18 maggio 2008  ~  Ultima visita: 26 gennaio 2013 Torna all'inizio della Pagina

Admin
Amministratore




Inserito il - 13 novembre 2008 : 00:45:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Admin Invia a Admin un Messaggio Privato Aggiungi Admin alla lista amici
Depurazione Comuni a rischio Bancarotta?

Servizi non erogati, c’è lo spauracchio dei rimborsi

E’ lecito pagare dei tributi per un servizio di cui non si usufruisce, come nel caso della quota relativa alla depurazione delle acque reflue, corrisposta da tanti cittadini anche nel caso in cui il comune è sprovvisto del relativo impianto? Ebbene, no. A dirlo è la Corte Costituzionale che, su un ricorso presentato da un cittadino italiano, si è pronunziata con una decisione attesa da tanti.
Si tratta della sentenza n. 335/2008, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 15 ottobre scorso, con la quale, la Consulta ha definito incostituzionali alcuni articoli di legge in materia (art. 14,comma 1, legge 5 gennaio 1994, n. 36 “Legge Galli, disposizioni in materia di risorse idriche”, sia nel testo originario che in quello modificato, art. 155, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”) che stabiliscono l’obbligatorietà al pagamento della tariffa per la depurazione delle acque reflue anche laddove il depuratore non esiste oppure temporaneamente non funzioni. La sentenza configura la quota di depurazione, richiesta sinora a tutti gli utenti della fornitura idrica,
non come una tassa ma come il corrispettivo nei confronti di un servizio che, se mancano gli impianti di depurazione, non può essere fornito. Così, finalmente, nessuno pagherà più per la depurazione fantasma. Ma, a questo punto, un altro dubbio sorge spontaneo. La Costituzione, non era in vigore prima della sentenza della Consulta e quindi, anche nel ’94, quando venne emanata la legge “Galli” di cui è stato dichiarato incostituzionale l’articolo in questione? Se è così, i cittadini non avrebbero, sin da tale data, il diritto al rimborso di quanto pagato ingiustamente in bolletta alla voce “Totale depurazione” ed ai relativi interessi legali?
La risposta a tali domande è sempre affermativa, ed a confermarlo è anche Federconsumatori di Vibo Valentia, presieduta da Fabio Brandi, che in una nota precisa di aver già predisposto il modello da compilare per chiedere il rimborso, reperibile presso la sede dell’associazione di viale Affaccio n. 54 (presso la sede Cgil) e nelle sedi delle Camere del lavoro territoriali, dove i contribuenti dovranno recarsi muniti del contratto per la fornitura o delle relative bollette.
A tal riguardo, inoltre, la stessa associazione, insieme allo Spi-Cgil, rende noto che saranno effettuati una serie di incontri sul territorio per discutere della problematica.
Dunque, un’importante conquista in favore dei consumatori che, però, induce ad un’ulteriore riflessione.
Facciamo un rapido conto molto approssimativo. Prendiamo un piccolo comune con circa 3000 abitanti e supponiamo che essi vivano in 1000 famiglie. Aggiungiamo la variabile dell’evasione fiscale e
supponiamo che, di queste 1000 famiglie, il 60%, 600 nuclei, abbiano pagato regolarmente la tassa sull’acqua e, su questa, una quota media di 50 euro l’anno siano andate al servizio di depurazione. Moltiplicando le 600 famiglie per le 50 euro ed il risultato ottenuto per 14 (gli anni per cui è stato pagato ingiustamente il tributo),
viene fuori la stratosferica cifra di 420 mila euro, cui vanno aggiunti altri 200 mila euro tra interessi legali e rivalutazione monetaria. Fermo restando che le famiglie stentano ad arrivare a fine mese,
ed allora, è giusto pagare le tasse dovute, in un’epoca come questa, caratterizzata da tagli nei trasferimenti e da ristrettezze economiche, come faranno i Comuni a far fronte aduna simile prospettiva?
La legge del‘94 prevede sì che le quote per la depurazione avrebbero dovuto esserestipate in un fondo vincolato per provvedere, raggiunta la giusta cifra, alla realizzazione del depuratore, ma, se per taluna ragione, in qualche Comune ciò non dovesse essere avvenuto, come farà questo a pelare una tale gatta?
Anche questo è un bel dilemma.

VALERIO COLACI
vibo@calabriaora.it
12 novembre 2008

Fonte: calabria Ora online




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Achille
Utente Medio



Inserito il - 13 novembre 2008 : 18:18:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Achille Invia a Achille un Messaggio Privato Aggiungi Achille alla lista amici
Sono contento che, come rilevato da Admin, la Federconsumatori Vibonese ha preso posizione sulla vicenda della tariffa della depurazione indebitamente pagata dai cittadini.
Anche da noi, quindi, qualcosa si muove anche se in ritardo rispetto ad altre realtà territoriali.
Ciò, comunque, ben venga.
Quanto al dilemma di cosa devono fare i Comuni che non hanno accantonato in fondi vincolati le somme corrisposte dagli utenti per il canone depurazione, laddove i depuratori non esistono o non sono mai entrati in funzione è certo che tali Comuni si troveranno in grave difficoltà nel momento in cui saranno costretti a restituire ai cittadini le somme illegittimamente riscosse.
Tuttavia nel caso che ci occupa era dovere dei Comuni accantonare gli importi, non solo in via cautelare, trattandosi di somme destinate alla costruzione e all'attivazione dei depuratori.
Il problema che si pone, quindi, è quello di stabilire come, quando e perché le somme versate dai cittadini per la tariffa depurazione sono state distratte e per quali altri fini sono state impiegate.
Cosa che non doveva succedere.
Conseguentemente sarà compito delle Amministrazioni Comunali in carica sbrogliare la matassa, eventualmente facendo ricorso alla Corte dei Conti e alle altre autorità preposte per segnale le irregolarità e accertare le responsabilità e per una una questione di trasparenza amministrativa di rendere edotti i cittadini della situazione che si è venuta a creare.
In ogni caso i cittadini vanno rimborsati per l'intero di quanto hanno indebitamente pagato e mi dispiace che nessuno dei nostri cari amministratori sia intervenuto in questo forum o in altra sede per esporre le proprie conclusioni sulla faccenda de quo.
Forse i nostri cari amministratori sono troppo impegnati a scaldare la poltrona o in altri affari comunque e sempre nel prioritario interesse di noi amministrati.




 Regione Calabria  ~ Prov.: Vibo Valentia  ~ Città: Dasà  ~  Messaggi: 11  ~  Membro dal: 09 giugno 2008  ~  Ultima visita: 09 marzo 2012 Torna all'inizio della Pagina

Admin
Amministratore




Inserito il - 25 febbraio 2009 : 23:30:01  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Admin Invia a Admin un Messaggio Privato Aggiungi Admin alla lista amici
Vazzano. Invito a presentare istanza di rimborso (canoni di depurazione). Richiesta espletata dalla minoranza in Comune.



25 febbraio 2009
Fonte: Quotidiano della Calabria




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Achille
Utente Medio



Inserito il - 05 aprile 2009 : 19:00:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Achille Invia a Achille un Messaggio Privato Aggiungi Achille alla lista amici
Intervengo nuovamente in questa discussione per segnalare che con una recente legge le legittime aspettive degli utenti al rimboso di quanto pagato indebitamente a titolo di canone depurazione sulla bolletta dell'acqua sono state procrastinate nel tempo.
Tale legge definita da più parti scippa diritto o salva ricorsi, in quanto nega in via immediata un diritto sancito da una Sentenza della Corte Costituzionale e sempre in via immmediata preclude la possibilità di ricorrere all'autorità giudiaria competente per ottenere la restituzione delle somme ingiustamente pagate, in sintesi consente ai gestori del servizio idrico integrato e agli enti locali gestori in via diretta di provvedere anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal 1° ottobre 2009, alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all'esercizio del servizio di depurazione.
Si tratta del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, convertito in legge 27 febbraio 2009, n.13 ( in G.U. 28.02.2009), che all'art. 8 sexies così dispone:

Art. 8 sexies (Disposizioni in materia di servizio idrico integrato)

1. Gli oneri relativi alle attività di progettazione e di realizzazione o completamento degli impianti di depurazione, nonchè quelli relativi ai connessi investimenti, come espressamente individuati e programmati dai piani d'ambito, costituiscono una componente vincolata della tariffa del servizio idrico integratato che concorre alla determinazione del corrispettivo dovuto dall'utente. Detta componente è pertanto dovuta al gestore dell'utenza, nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, a decorrere dalle procedure di affidamento delle prestazioni di progettazione o di completamento delle opere necessarie alla attivazione del servizio di depurazione, purchè alle stesse si proceda nel rispetto dei termini programmati.

2. In attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 2008, i gestori del servizio idrico integrato provvedono anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal 1° ottobre 2009 alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all'esercizio del servizio di depurazione. Nei casi di cui al secondo periodo del comma 1, dall'importo da restituire vanno dedotti gli oneri derivanti dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate. L'importo da restituire è individuato entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, dalle rispettive Autorità d'ambito.

3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2, si applicano anche agli enti locali gestori in via diretta dei servizi di acquedotto, depurazione e fognatura. In tali casi all'individuazione dell'importo da restituire provvedono i medesimi enti locali.

4. Omissis.........

Cio significa che tutti gli utenti aventi diritto al rimborso o almeno tra questi, come io ritengo, quelli che hanno presentato la relativa richiesta, non prima del 1° ottobre 2009, potranno ottenere qualcosa sia pure in forma rateizzata e che l'importo da restituire sarà direttamente determinato dagli enti gestori del servizio idrico con deduzione degli oneri di progettazione, di realizzazione e di completamento qualora queste attività siano state avviate entro 120 giorni dalla entrata in vigore della legge di conversione del decreto n. 208/2008 ossia dal 28.02.2009.

Saluti a tutti e auguri di buona Pasqua Achille.




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