LA VEXATA QUAESTIO DELLE UNIONI CIVILI
Tre sono le questioni fondamentali su cui si dibatte in questi giorni in Parlamento a seguito del disegno di legge Cirinną: 1) quella del disciplinamento giuridico delle unioni civili relative alle coppie omosessuali o alle famiglie omogenitoriali; 2) quella riguardante l'adozione dei figli; 3) quella, la pił spinosa, concernente la fecondazione eterologa assistita da parte di uno dei partner della coppia sia etero che omosessuale, indebitamente indicata con l'espressione "utero in affitto". Queste tre questioni si possono articolare e sviluppare a loro volta in una serie di sotto-questioni.
Questioni giuridiche. - In Italia il problema riguardante le unioni civili sembra nascere dalla modifica apportata all'articolo 5 del ddl presentato dalla senatrice Pd Monica Cirinną. Oltre a riprendere gli articoli 2 e 29 della Costituzione, tale ddl tiene conto anche della Legge 4 maggio 1983, n. 184, la quale al Titolo IV si occupa «Delladozione in casi particolari e dei suoi effetti». Dovendo sanare la vexata questio delle unioni civili e di fatto, la senatrice chiede perņ che il comma 1 (lettera b) dell'articolo 44 di quella Legge venga modificato con le seguenti aggiunte: «I minori possono essere adottati anche (..) dal coniuge (aggiunta: "o dalla parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso") nel caso in cui il minore sia figlio anche adottivo dell'altro coniuge» (aggiunta: "o dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso") (corsivo nostro). Oltre che per le coppie eterosessuali, il ddl prevede dunque la tutela dei diritti di un minore anche nelle coppie di omosessuali qualora uno o entrambi i coniugi della specifica formazione sociale ne possegga uno o pił di uno, anche adottato. E ciņ attraverso l'istituto di una speciale adozione giuridicamente gią prevista in altri Stati europei e che ad esempio gli Inglesi chiamano stepchild adoption, «adozione del figliastro».
Questioni linguistiche. - Traduzione, come si vede, quella di «adozione del figliastro», poco piacevole (con una forma peggiorativa infatti il tardo latino figliastrum si riferisce al "figlio illegittimo", inteso come "non genuino") alla quale sia Stefano Rodotą che Michela Marzano preferiscono quella meno dispregiativa di adozione coparentale. ... ...
Continua
5 febbraio 2016
Franco Di Giorgi
|