DA CANTO POPOLARE A INNO INTERNAZIONALE «Bella ciao» e la proposta del Coro Bajolese
Quest'anno, durante la commemorazione serale del 29 gennaio dinanzi al Memoriale di Lace di Donato - fatto dei ruderi di un albergo in cui vennero catturati e poi, altrove, trucidati i Partigiani della 76ª Brigata Garibaldi - prima di intonare la consueta e più che popolare Bella Ciao, Amerigo Vigliermo, fondatore del Coro Bajolese, si è fatto avanti per comunicare ai sempre più numerosi convenuti un'idea. A fronte del fatto che anche nelle più disparate parti del mondo fra i popoli in lotta è da qualche tempo invalsa l'abitudine di intonare spontaneamente Bella Ciao come un vero e proprio inno alla libertà, alla solidarietà, alla giustizia e alla pace, - ad esempio i sostenitori di Syriza e di Alexis Tsipras in Grecia (2014-15), i difensori dei diritti di Charlie Hebdo in Francia (2015), gli studenti universitari della Sisu in Cina (2014), i giovani turchi di OccupyGezy nella piazza Taksim a Istanbul, in Turchia (2013), gli "indignados" del movimento "Occupy Wall Street" negli Usa (2011) - il maestro Vigliermo ha invitato ad inoltrare a chi di dovere la proposta di assumere ufficialmente, ossia attraverso una legge ad hoc, questo antico canto popolare, ripreso dai Partigiani durante la Resistenza Italiana, come un inno internazionale di fratellanza e d'amore. Il testoresistenziale a tutti noto di Bella Ciao - ne esistono oramai riprese e traduzioni un po' dappertutto: ad esempio in lingua spagnola, nello stato messicano del Chiapas, e a Cuba - nasce tra l'Appennino bolognese e modenese e venne scritto da anonimi Partigiani. Ma una cosa, ovviamente, è il testo, altra cosa è la melodia. Anche perché sia le parole che la musica di questo canto hanno storie a sé e alquanto complicate. A quanto pare, il brano affonderebbe addirittura le radici nella cultura yiddish e nella musica klezmer. Si potrebbe far risalire a una canzone del 1919, Koilen, della durata di tre minuti e mezzo, una melodia tipica della musica popolare ebraica dell'Europa dell'est, composta dal fisarmonicista zigano russo Mishka Ziganoff, di Odessa, il quale, sempre nel '19, l'avrebbe eseguita e registrata a New York. Poiché tale melodia ha comunque una cadenza russa, si suppone inoltre che essa prenda spunto a sua volta da una canzone yiddish da titolo Dus Zekele Koilen, ... continua