Archivio di Stato di C. prezioso per chi ama scrivere
Di tanto in tanto sono dedito a ricerche con valenza storica e, ove si possono reperire importanti e a volte preziose informazioni di tale tipo se non presso gli Archivi di Stato? Accade così di avere risposta via email (a una precedente mia email datata 2 ottobre 2014) della presenza di un foglio matricolare presso quel di C. in data 17 novembre 2014. La gioia per la notizia della presenza di questo documento - per me importante - presso l’Archivio di C... pervade il mio "io" e allo stesso tempo provo un profondo senso di gratitudine per l’impegno profuso dagli archivisti di C.... Continuo nella lettura dell'email ricevuta al fine di cogliere il modo per avere copia di codesto documento che inizialmente avevo immaginato essere posto in allegato all'email, errando. Leggo infatti alla fine del testo le seguenti parole: «Si fa presente, inoltre, che per avere la fotocopia di tale documento, dovrà effettuare un pagamento di € 0,15 (costo della fotocopia) sul conto corrente postale n. 237883 intestato alla Tesoreria Provinciale dello Stato di C... - Capo … - Cap. 25../3. Per la spedizione del suddetto atto, si attende copia della ricevuta dell’avvenuto pagamento ed i francobolli necessari.».
Uno stato di leggera ansia si miscela alla gioia. Cosa significa ciò? quanto sarà il costo dei francobolli necessari? Ma principalmente, come fare ad accelerare la tempistica con questa modalità che, anche se ancora non compresa in pieno, già mi pare essere lentissima - in stile ottocentesco? Compilare un conto corrente in bianco oggi che si è alquanto disabituati e pagarlo necessita di tempo - e anche certamente di fare una qualche fila (in coda ad altre persone sovente d'ansia pervase), mai breve, in qualche ufficio postale di Torino. Ci provo a farla la temuta fila in un giorno successivo ed essa è lunga, come avevo supposto. Per fortuna mi viene in soccorso la notizia che: «adesso i conti correnti postali li si può pagare presso un qualche tabacchi al prezzo di due euro». Si evita di fare la coda per 70 centesimi di euro in più. Il rapporto benefici costi è a mio favore; dunque lascio la fila dell'ufficio postale, dopo aver preso il bollettino in bianco di conto corrente, per tentare il pagamento presso il tabacchi sotto casa. La cosa però non mi riesce. Il conto corrente della Tesoreria Provinciale dello Stato di C... non viene accettato dal sistema informatico, cosa costatata assieme al tabaccaio. È stato davvero un tentativo, ho pensato, peccato non aver fatto la fila già che v'ero all'ufficio postale! Ne approfitto comunque per comprare dal tabacchi una busta per lettere, e due francobolli: uno per affrancare la busta d'invio e uno da mettere dentro essa (per ottenere la risposta con copia del documento richiesto dall'Archivio di Stato di C...) assieme alla ricevuta del conto corrente - quando avrò l'opportunità di pagarlo presso un qualunque ufficio postale. Gli impegni lavorativi quotidiani non mi permettono di trovare un ritaglio di tempo per pagare il conto corrente da 15 centesimi di euro assieme a una certa avversione per la procedura di spedizione della copia che hanno scelto. Ecco che un giorno, durante il lavoro, mi giunge una telefonata dall'Archivio di Stato di C.... La signora al telefono mi chiede se sia stato io a inviare loro un bonifico da due euro. Dico di non sapere nulla della cosa, e fra di me mi stupisco che un bonifico non possa contenere il nome del mittente, e nel frattempo approfitto per chiederle conferma su come posso operare per la spedizione della mia copia del foglio matricolare. Mi sono state date da ella importanti informazioni: «non si può fare un bonifico comprendente il costo del conto corrente e il costo dei francobolli poiché i 15 centesimi sono di pertinenza della tesoreria provinciale di C... mentre i francobolli sono di pertinenza dell’Archivio di Stato». Parole "sante" che mi chiariscono definitivamente la modalità per ricevere l'agognata fotocopia; "allergico" come paio essere alle routine burocratiche. Ne approfitto ancora per dire all'archivista se fosse possibile fare una fotografia del documento richiesto e poterlo inviare nella mia casella di posta elettronica previo mio pagamento di una qualche cifra: «no, la cosa non è fattibile poiché l'archivio non dispone di macchine fotografiche atte a riprodurre un documento». La signora per occupare quel posto prestigioso è certamente una laureata, intuisco, ma non tanto tecnologica da possedere una propria macchina fotografica digitale e neppure, parrebbe da quanto udito, un telefonino personale, qualunque. La telefonata mi chiarifica il tutto e decreta la mia resa definitiva alla procedura richiesta. Nonostante esistano fax, poste elettroniche e poste elettroniche certificate da ambo le parti: vuoi mettere il fascino della lettera postale e della spedizione del francobollo per affrancare quella che desideri ricevere? Non si può certo dire che all’Archivio di Stato di C..., stimolati dalla spending review che ha contagiato pur essi, non facciano di tutto per far seguire agli scrittori il precetto di Orazio: nonum prematur in annum. Il mio augurio - adesso che in data 29 dicembre 2014 ho trovato modo e tempo per effettuare, finalmente, l'invio da un ufficio postale di Parma (ove tra l'incredulità dell'operatrice ho pagato il bollettino da 15 centesimi) meno affollato di quel di Torino - è che per il prossimo anno possa avere spedita copia del documento. Qualcuno che ha seguito l'iter burocratico, sin nei minimi particolari, sopra descritto potrebbe obiettare e suggerirmi che al tutto manca l'invio della busta per lettere; io spero di cuore che la busta l'abbiano o quantomeno riescano a reperirla in loco; dopotutto nella loro email non vi è menzione di ciò.
Domenico Capano
Parma, 29-12-2014
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