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Da Micromega. Questa intervista esce domani, domenica 12 gennaio 2014, sul quotidiano greco "Avgi", molto vicino al partito della sinistra radicale "Syriza", e fa seguito a una lettera che Andrea Camilleri ha inviato (insieme a Paolo Flores d'Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli e Guido Viale) al leader del partito Tsipras per chiedere che sia il candidato alla Presidenza europea di una lista italiana promossa dalla società civile. L’interesse di Tsipras per la proposta è dimostrato da analoghe interviste sollecitate e pubblicate nei giorni scorsi da "Avgi" a Revelli, Spinelli e Flores d'Arcais.
(Ogni testata giornalistica (web e carta) è autorizzata a pubblicarla, anche integralmente, purché venga citata la fonte e questa nota di premessa.)
intervista a Andrea Camilleri di Argiris Panagopoulos, da Avgi
Come vede la situazione politica in Italia?
Sembra che l'Italia stia vivendo una fase di stallo e il sistema politico è bloccato da troppo tempo. Possiamo dire che si possono fare pochissime cose. Le elezioni hanno portato tre partiti ad avere quasi la stessa percentuale ed è difficile costruire una maggioranza veramente solida. Oggi la maggioranza è formata da residui di dissidenti del Popolo della Libertà di Berlusconi che permettono al governo di continuare ad esistere, ma senza essere in grado di governare e di fare cose importanti. Il governo Letta continua ad applicare una ingiusta austerità?
Il problema dell’austerità è un problema che riguarda l'Europa in generale. Per questo motivo alcuni di noi stanno cercando di creare una lista sovranazionale e transnazionale per affrontare le elezioni europee. Da un lato stiamo cercando di combattere il riflusso antieuropeo che sembra che sarà espresso nelle prossime elezioni. Ritengo fondamentale proteggere il nostro essere europei, nonostante le evidenti mancanze della macchina europea che durante questa lunga e tragica crisi, ha continuato a lavorare facendo pagare un prezzo altissimo, un prezzo che non possiamo nemmeno immaginare, a decine di milioni di cittadini. C'è bisogno di una radicale revisione di tutti gli accordi europei di questa macchina. Una revisione che non può basarsi solamente e ancora una volta sui libri di contabilità. I ragionieri distruggono l'Europa. Dobbiamo fermarli. Perché i libri dei contabili parlano solo di un dare e avere. Non ci sono altre voci. Manca la voce: società. L'Europa non può continuare a vivere ricattata solo dal valore dell'euro. L'Europa deve condividere gli stessi ideali per essere unita. Ideali a cui devono partecipare la stragrande maggioranza dei suoi cittadini. In caso contrario non sarà in grado di continuare ad esistere. La prossima guerra, perché questa crisi è stata una guerra, lascerà sul campo molto più che paesi come la Grecia o altri colpiti mortalmente dalla crisi attuale. Per questo motivo dobbiamo dare una risposta europea unitaria a questa crisi sostenendo Alexis Tsipras per la presidenza della Commissione Europea. Per dire che vogliamo un'Europa diversa, un'Europa che appartenga ai suoi popoli e che prenda cura dei loro interessi.
Alexis Tsipras
Una volta in Italia c'era la più grande sinistra in Occidente, mentre oggi si fa fatica a trovare il giusto passo. Per molto tempo l'Italia è stata sinonimo di idee progressite.
La sinistra italiana era forte quando c'era il vecchio Partito Comunista. Poi è arrivato il centro-sinistra, che non ha potuto mantenere nulla dai grandi valori che aveva ereditato. E' stato creato il partito di Rifondazione Comunista, ma si è sempre fermato ad un piccolo consenso. Ci siamo trovati in questa situazione perché abbiamo assistito ad un periodo di conflitto all'interno di questi piccoli partiti della sinistra. Mancano persone che traccino insieme un denominatore comune tra questi partiti frammentati, il popolo della sinistra e della disobbedienza, per unificare queste forze ed avere una sinistra sana. Per questo insisto su una lista per le elezioni europee, perché può portarci a qualcosa di buono. Questi partiti così come sono oggi non hanno peso, non hanno le percentuali per entrare in parlamento. Abbiamo bisogno di far rivivere la speranza del popolo della sinistra e delle forze vive della società nella prospettiva di cambiare la nostra vita quotidiana. L'esempio della sinistra greca è molto importante.
Lei è un uomo di cultura, un intellettuale. Cosa l'ha spinto ad avere una posizione cosi chiara contro la crisi e ad unirsi con altri nel tentativo di ricomporre la sinistra?
Ho sempre preso una posizione. La cultura è soprattutto un modo di vita e di prendere posizione. Ancor più di fronte ad una crisi come questa che distrugge la società e i suoi valori. Una cultura che vive ai margini e guarda solo ai fatti è una cultura sterile. Io sono un uomo che scrive romanzi, un raccontastorie. Ma io sono anche un cittadino italiano e un cittadino europeo. Devo partecipare obbligatoriamente a tutto ciò che accade nel mio paese, l'Italia e l'Europa. Lei è anche un siciliano di Porto Empedocle, di Agrigento e della valle dei templi greci. Ha vissuto nella sua vita quotidiana una parte importante della Magna Grecia. Qual è l'idea che ha su quanto accaduto in Grecia?
Ritengo che quello che è successo in Grecia sia il termometro degli errori europei. Inizialmente hanno cercato di creare un’unione attraverso le nostre comuni radici ebraiche e cristiane. Questo non può funzionare. Quello che abbiamo in comune è la nostra cultura. Una cultura che nasce in Grecia, su cui abbiamo speculato e che ancora sfruttiamo. Il modo in cui l'Europa ha trattato la Grecia è come se avesse maltrattato le sue stesse radici. È come se non avessimo tratto insegnamento da queste migliaia di anni. L’Europa ha dimostrato di non capire nulla di ciò che è nella realtà l'Europa. L'Europa è il Partenone. L'Europa sono i templi di Agrigento. L'Europa è la cultura e la civiltà. La culla della cultura e della civiltà in questo mondo. In questo senso l'Europa ancora oggi può essere un motore trainante per correre nelle gare e non una macchina stanca che trascina solo un fardello, come è stato fatto fino ad oggi. Con le elezioni europee dobbiamo coltivare la speranza del cambiamento. L'Europa della contabilità uccide ogni iniziativa e qualsiasi cosa che trova nel suo cammino. L'Europa è stata il regno della fantasia e della creatività. Il regno dell'arte. Se ci fosse anche un po' di questo estro anche all'interno della politica europea le cose sarebbero diverse. Non possiamo fondarci solo sui principi economici. Dobbiamo costruire ideali e valori, dobbiamo riconoscere la nostra cultura. Oggi alcuni pensano che queste siano cose inutili. Al contrario sono un elemento chiave per qualsiasi idea di Europa. Dobbiamo aprire la strada ad un'Europa più vicina a noi. Un'Europa che è sempre più consapevole dei problemi che l’hanno circondata. Io mi auguro di essere ancora vivo il giorno in cui dovranno scusarsi con la Grecia per il modo in cui si sono comportati. Perché è come se avessero maltrattato la loro stessa madre e l’avessero buttata per strada. La Grecia è la culla della civiltà, alla quale io appartengo. Ci sono le basi dell'Europa. Tutto il resto è superfluo.
A volte l'Europa ha avuto tendenze autodistruttive ...
Stiamo cercando di evitarle. L'Europa di oggi è uscita da una guerra che abbiamo vinto pagando un prezzo pesante per ottenere la libertà, per vivere in società democratiche e con sistemi di protezione sociale. Non dobbiamo permettere il ritorno ad un periodo di insicurezza e di annullamento dei nostri diritti. A maggio dobbiamo scegliere il futuro, la ricostruzione dell'Europa sulla base della giustizia, la solidarietà e i fondamenti democratici. Per questo motivo dobbiamo fare tutti noi uno sforzo congiunto con Alexis Tsipras. Perché sostiene la creazione di una lista transnazionale in Italia con capolista un greco?
Mi sembra qualcosa di meraviglioso. E' un modo per celebrare di nuovo l'Europa unita. Dobbiamo uscire dagli stretti confini nazionali e dai loro limiti. Se in Italia e in Grecia ci sono persone che hanno ideali comuni è completamente inutile continuare a parlare di Grecia e Italia. Parliamo di Europa e di questi ideali comuni, che rappresentano una vera e propria forza di cambiamento. Dopo tutti questi anni in questo mondo non abbiamo ancora capito che non siamo divisi da confini e lingue, ma che ci unisce una civiltà comune? In Grecia il suo lavoro è molto noto e ha molti ammiratori. Molti si chiederanno cosa farebbe in questo caso il commissario Montalbano.
Ma Montalbano è stato accusato di comunismo perché è onesto e giusto! E' un poliziotto che si distingue dagli altri per la qualità del suo carattere. Anche quando è stato costretto a mandare la polizia contro i lavoratori ha chiesto che andassero i carabinieri e non la polizia. Montalbano non colpisce la società. Esce fuori dalla stretta concezione che possiamo avere di un commissario di polizia, ed è sopra tutto un cittadino. Per questo sono sicuro che oggi sarebbe al nostro fianco.
(11 gennaio 2014)
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La lettera. Il leader di Syriza risponde positivamente alla richiesta di Andrea Camilleri, Paolo Flores d'Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale. Questa lettera è stata scritta ai promotori e per conoscenza a Rifondazione Comunista
Alexis Tsipras: "Solo se facciamo tutti insieme un passo indietro, per fare tutti insieme molti passi in avanti, potremmo cambiare la vita degli uomini."
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Il partito della Sinistra Europea mi ha eletto come candidato per la presidenza della Commissione dell'Unione Europea nel quarto congresso il 13-15 Dicembre a Madrid. E' un onore e un onere. L'onore non è solo personale. La candidatura del leader del partito di opposizione in Grecia simboleggia il riconoscimento dei sacrifici del popolo greco. Simboleggia anche la solidarietà per tutti i popoli del Sud dell'Europa che hanno subito le catastrofiche conseguenze sociali dei Memoranda di austerità e recessione. Ma, più che una candidatura, è un mandato di speranza e cambiamento in Europa. E' un appello per la Democrazia a cui ogni generazione merita di partecipare, e in cui ogni generazione ha il diritto di vivere. E' una lotta per il potere di cambiare la vita quotidiana della gente ordinaria. Per citare Aneurin Bevan, un vero social-democratico e il padre del Servizio Sanitario Nazionale Britannico, il potere per noi significa "l'uso di un'azione collettiva con lo scopo di trasformare la società e innalzare tutti noi, insieme". Io non sono un candidato del Sud dell'Europa. Sono un candidato di tutti cittadini, indipendentemente dal loro indirizzo, sia del Nord sia del Sud, che vogliono un'Europa senza austerità, recessione e Raccomandazioni. La mia candidatura aspira a raggiungere tutti voi, senza distinzioni di ideologie politiche e di voti nelle elezioni nazionali. Unisce gli stessi popoli che sono divisi dalla gestione neoliberista della crisi economica. Continua ...
In primo luogo perché rovescia la prospettiva con cui guardare alla crisi e su come uscirne.
Il mondo della politica tradizionale si divide tra chi è favore e chi è contro l'Europa, ma tutti fanno leva su un solo sentimento: la paura. Sulla paura fa leva Salvini quando grida all'invasione dei migranti e tuona contro l'euro (dopo che la Lega ha votato in parlamento il trattato che regola il funzionamento dell’euro e della Bce). Sulla paura fa leva Grillo come sulla paura hanno fatto massimamente leva i governi, a partire da Monti, che hanno legittimato tutte le porcherie fatte in questi anni con la paura di finire come la Grecia. Tutti questi signori fanno leva sulla paura e si dividono sull'euro: per qualcuno la soluzione, per qualcun altro il demonio.
La lista Tsipras rovescia l'ordine del discorso: il problema non è euro sì o euro no. Il problema è proseguire o abbandonare le politiche di austerità. L'alternativa non è tra uscire dall'euro (nessuno è in grado di spiegare come se non proponendo una uscita concordata che non si capisce perché la Germania dovrebbe accettare) o rimanere nell'euro continuando nelle politiche di pareggio di bilancio: queste sono le due facce della stessa medaglia. La strada che noi proponiamo è l'abbandono delle politiche di austerità utilizzando la disobbedienza unilaterale ai trattati come forma concreta di trattativa e di pratica di una politica alternativa. Banalmente il Fiscal Compact non va applicato.
Questo indirizzo politico parte da un presupposto molto semplice: l'Europa è un continente ricco, come ricca è l'Italia. Occorre partire dalla possibilità concreta del cambiamento non dalla paura. Occorre far leva sul principio di speranza, non sul terrore irrazionale. La crisi non è frutto della povertà dell'Europa ma di una ricchezza mal distribuita e di una politica economica che accentua questa cattiva distribuzione favorendo gli speculatori, la grande finanza, le grandi imprese. Per uscire dalla crisi basta rovesciare le politiche fatte sinora, redistribuendo la ricchezza, redistribuendo il lavoro, redistribuendo il potere e praticando una riconversione ambientale e sociale dell'economia. La disoccupazione, la precarietà, la paura del futuro non sono il frutto di una maledizione divina ma delle politiche di austerità incarnate dai trattati europei. Queste vanno combattute e abbandonate anche unilateralmente.
In secondo luogo la lista apre la possibilità di costruire uno spazio pubblico a sinistra anche in Italia.
Aver individuato in Tsipras - candidato a presidente della Commissione Europea dal Partito della sinistra Europea - il punto di riferimento politico è un fatto decisivo. I socialisti a livello europeo sono completamente corresponsabili del modo disastroso in cui è stata costruita l'Unione Europea. Hanno elaborato e votato tutti i trattati e sostenuto le peggiori e più folli politiche neoliberiste. La candidatura di Tsipras è alternativa a quella di Schulz e alle sue politiche. Tsipras non è un uomo della provvidenza: è il simbolo della lotta del popolo greco contro le folli politiche decise a livello continentale da socialisti, popolari e liberali. Che l'unità a sinistra si determini attorno alla proposta politica di Tsipras, apre una strada nuova: la strada dell’unità nella piena autonomia dai socialisti e quindi dal Pd.
Avere un progetto politico non è però sufficiente per ricostruire la sinistra. La crisi della politica è pesantissima e investe tutti, senza distinzione. Da questo punto di vista, la scelta - che ho condiviso e caldeggiato - di fare una lista in cui non sia presente chi ha ricoperto incarichi istituzionali negli ultimi dieci anni, è fondamentale. Questa non è una lista di ex deputati e non è finalizzata a riportare in parlamento chi ne è rimasto fuori. La sinistra riparte dalle esperienze di lavoro politico, culturale e sociale nella società - senza distinzione tra chi è iscritto e chi non è iscritto ad un partito - non dalle istituzioni. Questa non è la soluzione di tutti i problemi ma l’indicazione di una positiva direzione di marcia.
La lista "L’altra Europa con Tsipras" apre quindi una prospettiva e una nuova speranza. Sono ben consapevole che questa lista non è già oggi il nuovo soggetto politico della sinistra. Sono però altrettanto consapevole che il successo di questa lista può determinare le condizioni per costruire, dal basso e in forma democratica, un nuovo soggetto politico della sinistra, autonomo culturalmente e politicamente dal renzismo dilagante. Non resta che lavorarci a partire dalla raccolta delle firme per presentare la lista!
Fonte pagina fb di Paolo Ferrero, 7 marzo 2014
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Le proposte della lista L'Altra Europa con Tsipras
L'Europa nella crisi economica mondiale
A sette anni dall'inizio della crisi economica mondiale, in Europa non se ne vede la fine. Tutti gli indicatori economici indicano che non abbiamo ancora raggiunto i livelli ante 2007. Anzi siamo ulteriormente regrediti. Sia che guardiamo il debito, o la crescita del Pil, o le diseguaglianze tra paese e paese e all'interno degli stessi, o l'andamento della produzione e della produttività, o il livello delle retribuzioni, o soprattutto la disoccupazione, emerge un quadro che non accenna a migliorare. L'Europa ha oggi 27 milioni di disoccupati. Nella sola zona euro i disoccupati sono 19 milioni, oltre 7 in più rispetto al 2008, con un aumento senza precedenti dal secondo dopoguerra che continuerà nel 2014. Aumentano le disuguaglianze tra gli stati membri, con una differenza di quasi 23 punti percentuali nel tasso di disoccupazione tra il livello più basso (Austria) e quello più elevato (Spagna e Grecia). Il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale è salito a 124,5 milioni nel 2012, il 24,8% della popolazione europea. L'Italia con il 29,9% è seconda solo alla Grecia nella zona euro. In questo senso la situazione è peggiore del periodo successivo alla grande crisi del 1929, quando sette anni dopo era in atto persino nel nostro paese una ripresa, poi stroncata dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Ma non in tutto il mondo la situazione è questa. Pure senza tornare ai periodi migliori, la disoccupazione sta lentamente diminuendo negli Stati Uniti d'America. Nei paesi emergenti la crisi è stata contenuta e limitata nei suoi effetti.
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