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Inserito il - 19 dicembre 2012 : 00:16:04
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1966: LA MIA PRIMA SUPPLENZA
Di Michelangelo Natale
Era l'anno 1966: le festività natalizie si erano appena concluse e intorno alle ore nove di lunedì dieci gennaio mi pervenne un telegramma dalla Direzione Didattica di Fabrizia con il quale venivo invitato a prendere servizio presso la Scuola Elementare di Boscodomito, nel comune di Nardodipace, per sostituire la maestra titolare in congedo per maternità. La notizia mi riempì di gioia e di trepidazione. Avevo avuto altre brevi esperienze di maestro ma limitate soltanto a pochi giorni di supplenza, questa viceversa si presentava sufficientemente lunga. Erano da poco passate le nove, con tutta fretta presi la mia "seicento" e mi recai presso la Direzione Didattica, distante da Acquaro oltre trenta chilometri, per prendere contatti. Il Direttore mi accolse con molta cordialità. Si capiva lontano un miglio che si trattava di una vecchia volpe di ...
1966: La mia prima supplenza racconto completo
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Inserito il - 25 dicembre 2012 : 18:35:13
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C'era una volta il "maestro elementare" di Ubaldo Dorè
Un meraviglioso regalo di Natale! Sì Michele, questa volta hai voluto farci una bella sorpresa raccontandoci una storia bellissima molto più bella delle altre che hai scritto. Un racconto affascinante dall'inizio alla fine che ho letto e riletto. E' inutile ripetere che con il tuo stile lineare, semplice, avvincente e umano riesci a commuovere il lettore, a renderlo partecipe della vicenda. Lo stile, come sempre, è sobrio, perfetto in particolare nella descrizione dei luoghi e dei personaggi. E' una novella realistica, è in poche parole una bella pagina di vita vissuta. La lettura di questa storia mi ha fatto e mi fa compagnia interi pomeriggi senza che mi stanchi mai. Forse che il Direttore Didattico del circolo di Fabrizia, dopo aver fatto il suo discorsetto pensava di trovarsi di fronte al terzo maestro non disponibile ad accettare la supplenza? "...Boscodomito non è un agglomerato di case, ... Si arriva percorrendo una mulattiera ...." Era la sua una descrizione pura e semplice dei luoghi o era fatta per intimorire, per tastare il polso al "molto giovane" maestro elementare? ... " di tutto quel quadro fosco l'unica cosa che mi preoccupava di più era la permanenza sul posto". Michele, questo è un bel film di cui tu sei il regista e l'interprete principale. Il cast è ricco non di grandi nomi ma di gente comune, di attori presi dalla strada: il Direttore che "con quel fare sornione", "ciucciando la sua vecchia pipa", espone la situazione catastrofica della zona; il Segretario "Ciccio", ex maestro, che molto allegramente si presta a fare da accompagnatore con sosta, obbligatoria, all'osteria dove c'è ad attenderlo l'amico oste. Gli esterni del film li hai girato a "Boscodomito" una sperduta località situata nelle montagne delle Serre, sperduta perché per arrivarci bisognava percorrere mulattiere e strade scoscese, franose, con il pericolo sempre in agguato e inoltre, in inverno, coperte di neve. Ma tu nel gennaio del 1966 non hai avuto paura di avventurarti in quei luoghi, non ti ha trattenuto la descrizione davvero "fosca" fatta dal Direttore e nemmeno il fatto che già altri maestri, presi di paura, avevano rinunciato all’incarico: alla loro "missione". Forse perché sei amante del pericolo, dell'avventura? No Michele, nel gennaio del 1966 tu li hai voluti affrontare quei pericoli, hai preso di petto quella situazione perché sapevi che su quello spiazzo di "Boscodomito" c'erano ad aspettarti nove ragazzini intirizziti dal freddo in mezzo alla neve, che avevano visto da lontano arrivare il loro MAESTRO, e non volevi che rimanessero soli. Allora tu, caro Michele, sei stato il regista, lo sceneggiatore ecc. e l'attore principale di un bel film, con un cast d'eccezione sia pure preso dalla strada, al quale si assiste leggendo questo stupendo racconto. Sei riuscito a trasformare una grotta, scavata nella viva roccia, in un ambiente più vivibile. Da quel ragazzo di Limpidi che sei stato e che sempre porti nel cuore, hai insegnato, a quei tuoi ragazzini, e anche ai loro genitori, finanche un gioco che si praticava nel tuo paese natio: quello dei "birilli". Ma soprattutto quei ragazzi di montagna li hai messi nelle condizioni di saper leggere, di saper far di conto, di conoscere la storia, la geografia e di recitare le preghiere. Anche la "ciuccia" è diventata istruita, perfino "capoclasse". In cinque mesi hai creato quello che altri non avevano fatto con maggior tempo a disposizione, hai perfino fatto diventare "Boscodomito" un luogo turistico! Un meraviglioso film davvero! Altro che "futtitinni"! Caro segretario, forse non sapevi di parlare con un "Maestro elementare"!
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