Mongiana è un paesino delle Serre calabresi con circa seicento residenti, un sindaco donna e alcune migliaia di emigrati. Si erge su un ripiano tra i boschi, immerso in un incantevole panorama "svizzero", a più di 900 metri di altitudine.
Finora la sua principale attrattiva è stata il grande giardino botanico di Villa Vittoria, curato dal Corpo forestale dello Stato. Ma dallo scorso anno Mongiana ha cominciato a far parlare di sé per la storia della ferriera che dette origine all'abitato nel 1771.
L'ha portata alla ribalta il libro di Pino Aprile "Terroni" (Piemme ed.), nel quale si denuncia: "Qui c'erano le più grandi e moderne acciaierie d'Italia, le sole in grado di competere, per qualità e produttività, con le migliori d'Europa... Questo era il più ricco distretto minerario e siderurgico del Regno delle Due Sicilie e dell'Italia intera. Fu soppresso dal governo unitario, per un grave difetto strutturale: era nel posto sbagliato, nel Meridione".
C'erano da favorire altri interessi, al Nord. Milleduecento operai furono licenziati e molti altri persero il lavoro nei settori dell'indotto.
Sono andato a vedere. All'ingresso del costituendo museo di archeologia industriale di Mongiana, due grandi colonne doriche in ghisa, fuse nel 1852 dalla "Reale Ferriera", ricordano al visitatore che qui siamo nella Magna Grecia.
In questa zona si estraeva e lavorava il ferro fin dall'età preistorica, e in età romana vi era stata impiantata una colonia penale per i "damnati ad metalla". Qui c'era un'importante fabbrica di armi (pistole, fucili, cannoni) per l'esercito borbonico. Qui vennero costruiti i primi ponti sospesi in ferro e le rotaie della prima linea ferroviaria italiana, la Napoli-Portici.
Oggi Mongiana riscopre con orgoglio il suo passato, e spera nel turismo per il presente.
Nicola Bruni da La Tecnica della Scuola 25 settembre 2011
Fonte: Belsito di Nicola BRUNI
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Foto delle Reali Ferriere di Mongiana (VV)
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