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Inserito il - 06 luglio 2009 : 10:01:13
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Il sindaco di Acquaro Domenico Scarmozzino nei giorni scorsi si è dimesso dalla sua carica di primo cittadino di Acquaro, dopo la firma di un documento di dimissioni collettive di 10 consiglieri su 17 (6 di maggioranza e 4 di minoranza). Si può leggere l'analisi che l'articolista di calabria Ora, V. Colaci, ne fa della vicenda il 6 Luglio 2009.
L'analisi. A ciascuno il suo. Evviva la Libertà.
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olanic
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Inserito il - 07 luglio 2009 : 13:01:00
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Devo dire che la notizia ha subito attirato la mia attenzione. Leggo velocemente l'articolo che l'Admin ha linkato e... che delusione, una pagina di perditempo! Neanche una sola parola riguardo le motivazioni; probabilmente sono io che non ne ho afferrato lo spirito o meglio l'attinenza al tema delle dimissioni del sindaco.
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olanic
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Inserito il - 08 luglio 2009 : 16:00:47
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Ecco qualche info in più, anche se un pò datata, per quelli che non essendo del luogo vorrebbero avere maggiori informazioni.
Da Calabria ORA del 17 giugno 2009 Il Comune sempre più in crisi Il gruppo di Barilaro alza la voce contro il sindaco: non rispetta la maggioranza ACQUARO E’ crisi vera. «Le ultime esternazioni a mezzo stampa del sindaco Domenico Scarmozzino fanno assumere alle vicende amministrative del Comune di Acquaro contorni che sempre più si appalesano grotteschi quanto paradossali», attacca il presidente del consiglio provinciale Giuseppe Barilaro, uomo forte del Partito democratico nel centro delle Preserre vibonesi. «Il reiterato tentativo del primo cittadino di bypassare ancora una volta, quando non addirittura deformarle per adeguarle alla propria strategia politica del momento, le scelte e le decisioni di una parte consistente dei consiglieri di maggioranza, richiamandosi ad un fantomatico “rapporto diretto con i cittadini” - evidenzia Barilaro - denota quanto meno una scarsa dimestichezza con le regole improntate al dialogo ed al confronto cui dovrebbero sempre ispirarsi gli atteggiamenti degli uomini che, come lui sostiene, con reale convinzione e sincera predisposizione d’animo intendono porsi “al servizio delle istituzioni”». Dalle considerazioni di carattere politico al «documento ufficiale da noi recentemente fattogli pervenire», il passo è breve. «Preso atto del deterioramento della situazione politico-istituzionale locale - spiega la seconda carica in seno alla Provincia a nome del gruppo che si riconosce nelle sue posizioni-rappresentavamo in modo chiaro ed univoco la decisione di ritirare la delegazione che in giunta ci rappresenta nelle persone degli assessori Palmo Giglio Aloe e Rocco Stramandinoli. Manifestando, altresì, la volontà di non partecipare alla riunione di maggioranza convocata per il 17 giugno». In tale vertice, la decisione, considerata «assolutamente irrituale e fuoriluogo, come se si fosse in un’aula di tribunale», di «far partecipare in qualità di “verbalizzante” il segretario comunale sembra preludere-stigmatizza Giuseppe Barilaro- daparte del primo cittadino, al tentativo di “irreggimentare” e “burocratizzare” la discussione, a scapito di un confronto che invece si auspicava amichevole, franco ed improntato a comprensione reciproca. Atti, come si vede, da noi assunti alla luce del sole e propedeutici alla volontà di attivare un percorso capace di restituire la parola al popolo sovrano, per l’individuazione di una nuova compagine amministrativa capace di incidere e portare buoni frutti al nostro Comune». E ancora: «Si tratta, come si può facilmente immaginare, di scelte difficili quanto sofferte, ma assunte in piena coscienza da parte di chi, come tutti noi, solo pochi mesi fa con convinzione ed entusiasmo aveva aderito ad un progetto politico condiviso. Travisato, nella realtà dei fatti, dagli atteggiamenti autoritari e di chiusura assunti in più occasioni nei nostri confronti dal sindaco Scarmozzino. Il quale, partendo da una concezione palesemente distorta della dialettica istituzionale, ha basato il suo modus operandi su principi autoritari, che di fatto hanno resa completamente estranea alla sua azione di governo buona parte della maggioranza consiliare che lo sosteneva e con la quale avrebbe invece dovuto condividere scelte e percorsi. Salvo poi giustificare questi suoi comportamenti come volontà di non essere organico ai partiti. Dimenticando però di aggiungere che dagli stessi partiti ha sempre avuto, quando richiesti, solo ed esclusivamente collaborazione e sostegno, a partire dalla sua candidatura e successiva elezione a sindaco di Acquaro». D’altronde, il «disegno trasformistico» di Scarmozzino, si «desume in pieno – rilancia il presidente del consiglio provinciale - dalle sue ultime dichiarazioni, laddove si dice disponibile “a lasciare idealmente e materialmente tutte le porte aperte a chiunque, indipendentemente dall’appartenenza politica, voglia farsi carico del gravoso lavoro da svolgere». Facendo così emergere«con chiarezza le responsabilità di chi, qualora dovesse consumarsi un qualunque tipo di “inciucio”», violerebbe «il patto originario sottoscritto con i cittadini, tradendo il consenso elettorale alla base dell’affermazione di quella specifica compagine politico-amministrativa, sottraendosi, nel contempo, all’ulteriore giudizio del corpo elettorale, cui comunque sempre dovrebbe spettare l’ultima parola in ossequio alle più elementari regole democratiche». Quindi la chiosa: «Da parte nostra non ci rimane che ribadire la volontà di superare la situazione di stallo che si è venuta a determinare, avendo ben presenti le drammatiche e molteplici emergenze che attanagliano il territorio. Nella consapevolezza che per fronteggiarle occorre mettere in campo una squadra di amministra tori coesa e motivata, con una leadership autorevole, predisposta all’ascolto e dal dialogo e capace di elaborare una progettualità politica di ampio respiro. Un percorso obbligato, questo, per uscire dalla crisi istituzionale in cui oggi ci troviamo a causa di atteggiamenti non condivisi che hanno incrinato l’unità politico-amministrativa della nostra compagine e messo a repentaglio con buona parte dei consiglieri di maggioranza anche i rapporti personali, indispensabili per continuare insieme un percorso istituzionale condiviso». r. v
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