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Legacoop: “Sostegno per i dolmen di Nardodipace” - martedì 18 febbraio 2003 at 00:36
Legacoop: “Sostegno per i dolmen di Nardodipace”

CATANZARO. In occasione della discussione del bilancio, il Consiglio regionale della Calabria deliberi la predisposizione di un capitolo di spesa specifico che consenta al Comune di Nardodipace e all’Università della Calabria di intensificare l’indagine sui siti megalitici, del tipo “dolmen”, scoperti nella zona delle Serre Vibonesi. È quanto sollecita il responsabile del settore servizi della Legacoop calabrese, Quirino Ledda, in una lettera ai capigruppo dei partiti presenti nella massima assemblea regionale. “Quest’occasione - sottolinea Ledda facendo riferimento all’importante scoperta - non deve essere lasciata cadere nel disinteresse totale come fa la Giunta regionale ed è per questo che ci rivolgiamo ai gruppi consiliari affinché contribuiscano a far luce ad una scoperta che potrà rivelarsi unica in tutto il nostro paese”. “L’interesse destato dalla scoperta è tale in tutto il paese - aggiunge Ledda - che persino le officine Rambaldi, premiate con tre Oscar per gli effetti speciali in alcune produzioni cinematografiche, hanno espresso l’intento di predisporre una proposta per la valorizzazione dell’area”. Per il dirigente regionale di Legacoop - che cita le conclusioni a cui è pervenuta l’équipe del prof. Alessandro Guerricchio, ordinario di Geologia applicata dell’Unical e dell’intervento del prof. Alberto Pozzi, del Centro studi preistorici - le risultanze emerse convergono nell’individuazione di strutture Megalitico-Ciclopiche risalenti al periodo della preistoria nella nostra regione. Ci troviamo - prosegue - dinanzi ad una scoperta straordinaria che può fare riscrivere la storia del nostro popolo, perché questa civiltà pregreca è una grande ricchezza culturale dell’intero Mediterraneo”. La Legacoop, è detto nella lettera, “ritiene che dinanzi a queste ipotesi, necessita l’avvio di una indagine approfondita e metodica, per permettere ai nostri ricercatori di compiere sino in fondo il loro lavoro. Le strutture rinvenute, secondo gli studiosi, sono una testimonianza della “cultura della pietra” delle popolazioni neolitiche sparse per il mondo di allora. A conferma che i siti megalitici siano di origine antropica - rileva ancora Ledda - il prof. Guerricchio fa riferimento a varie ubicazioni fra le quali una struttura alta sette metri e di pari larghezza in cui si evidenziano due strutture verticali prodotte dall’uomo” mentre “lo stesso prof. Pozzi, nel confermare che i massi hanno subito dei tagli intenzionali non attribuibili a fratture naturali e ritenendo che il loro scopo potesse essere quello di un immenso osservatorio astronomico, propone una ricerca con diverse stazioni di rilevamento per ogni struttura”.

Fonte: giornale di calabria online

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