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Prodi: «Stravolta la democrazia. .. - giovedì 24 marzo 2005 at 17:27

24.03.2005
Prodi: «Stravolta la democrazia. Referendum prima delle politiche»

Referendum subito dopo l’approvazione della nuova Costituzione di Berlusconi e della Lega. Romano Prodi risponde con fermezza agli annunci del presidente del consiglio. Referendum confermativo dopo le elezioni politiche del 2006? «No – risponde il leader dell’Unione – Noi lo vogliamo prima». E sul fatto che il premier abbia annunciato la data della consultazione senza chiedere il parere del centrosinistra, è altrettanto duro: «Questo governo sta facendo ogni cosa senza tener conto assolutamente di quello che dice l'opposizione».

Bisogna reagire. Perché, ribadisce Prodi, la riforma costituzionale «stravolge veramente l'equilibrio generale della nostra democrazia». Due i punti maggiormente criticati. Il primo è «la fine di un solidarismo regionale per cui le regioni più povere vengono espulse». Il secondo è quello che Prodi definisce «il grande punto»: «lo squilibrio fra la forza del primo ministro e quella degli altri organismi dello stato: l'umiliazione del Presidente della Repubblica, del Parlamento, della Corte costituzionale e del potere giudiziario. Questo sì che stravolge veramente l'equilibrio generale della nostra democrazia».

E forse proprio per questo Berlusconi appare preoccupato: «Il referendum potrebbe attirare tutte le attenzioni da parte dei cittadini - osserva - e noi vogliamo invece che la campagna elettorale rimanga attenta ai temi del governo e a ciò che il governo ha fatto». Una campagna elettorale a suo uso e consumo. Ma il leghista Roberto Maroni replica: «Se ci sarà un referendum sulle riforme, lo vinceremo. Non si può pensare che la Casa delle Libertà voti una riforma senza il consenso della maggioranza degli italiani»

Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, è livido: «Il signor Prodi è in assoluta malafede. Mente sapendo di mentire. L'opposizione che lui rappresenta è una maledizione per questo Paese, che avrebbe bisogno, al contrario, di una opposizione responsabile e costruttiva. Nei prossimi giorni smaschereremo punto su punto tutte le bugie di questo signore».

Ce l’ha con tutti quelli che criticano il governo, Bondi. Trova nemici ovunque. Anche nemici inaspettati, come l’editorialista del Corriere della Sera Ernesto Galli Della Loggia che sulla prima pagina del giornale diretto da Paolo Mieli parla di «Patria perduta», del «pericolo più grave che l’unità italiana si trova a correre dopo quello terribile corso sessant’anni fa orsono». Per Bondi, «l'illustre editorialista ignora totalmente ciò che scrive con tanta apodittica enfasi», mentre il giornale che lo ospita «si schiera politicamente senza alcun riferimento ai contenuti reali di una riforma votata dal Parlamento».

Ci sono stati 162 voti favorevoli e 14 contrari mercoledì 23 marzo nell’aula del Senato. L’opposizione ha disertato il voto, sventolando il tricolore. Ma anche quei 14 voti contrari, gruppo misto e singoli esponenti del centrodestra come Domenico Fisichella, appaiono indigesti. Ecco allora il ministro Giovanardi che sottolinea, poco elegantemente, l’età avanzata del senatore a vita Giulio Andreotti: «Ha 85 anni – spiega - è sicuramente legato al suo tempo, nostalgico delle cose fatte nell'immediato dopoguerra. Ma ora siamo nel 2005». E il centrista del 2000 non ha dubbi: «Le polemiche sulle riforme sono assolutamente fuori posto e sopra le righe. In Italia non è tornato il fascismo».


(24 marzo 2005)


Fonte: L'Unità online


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