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Porto Alegre è già al lavoro - mercoledì 22 gennaio 2003 at 16:31
Porto Alegre è già al lavoro, in attesa della cerimonia ufficiale via ai primi forum
da Porto Alegre

In un Forum come questo la vigilia è consacrata a montare gli stand, preparare le strutture necessarie, allestire mostre e padiglioni. Attività frenetiche e spesso complicate - anche se l’organizzazione del terzo Forum sociale mondiale è sempre molto efficiente e professionale e sembra non aver sofferto molto della perdita di 900mila reais (circa 300mila euro) che il nuovo governo conservatore del Rio Grande do Sul gli ha “tolto” - che quest’anno sono costrette a moltiplicarsi per tre.
E’ cambiata infatti la dislocazione delle conferenze e dei dibattiti, ne sono stati ideati di nuovi, ma soprattutto si è voluta occupare l’intera città. E così se la tradizionale Università pontificia era stata affiancata lo scorso anno da altri edifici di dimensioni non eccezionali, quest’anno verrà praticamente soppiantata dal palazzetto dello sport che qui chiamano “Gigantinho”. Una struttura non enorme - e molto meno moderna della Puc - ma che contiene comunque tra le cinque e le ottomila persone chiamate ad assistere alle conferenze principali (dove parleranno personaggi come Noam Chomsky, Samir Amin, Tariq Ali, Eduardo Galeano, Leonard Boff, Susan George, Pedro Stedile, Ignacio Ramonet, Arundathi Roy e, unico italiano, il regista Citto Maselli); sempre qui, ci saranno anche i “Tavoli di dialogo e confronto” che vedranno esponenti del movimento discutere con uomini politici e rappresentanti istituzionali come Mario Soares, il rappresentante dell’Unesco Perre Sané, il ministro degli Esteri del Quebec, ma anche il nuovo presidente del Pt, José Genoímo che prenderà parte al dibattito in cui ci sarà l’unico politico italiano presente nel programma generale, il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti.

Un’edizione plurale
La diversificazione degli spazi, comunque, non è solo di natura logistica, ma attiene anche alla principale novità di questo Terzo forum, la sua estrema pluralità e l’estensione delle tematiche. E così da domenica scorsa, sempre al Gigantinho, si tiene il Secondo forum mondiale dell’Educazione (seimila delegati iscritti) che si concluderà oggi, mentre ieri è cominciato quello dei Giudici. Accanto al Gigantinho, poi, è stata istituita una sorta di cittadella della Cut, il sindacato dei lavoratori del Brasile, che ospiterà i lavori del Forum sindacale.
Il Forum delle Autorità locali è invece cominciato ieri presso la sede dell’Associazione medica di Rio Grande do Sul e si concluderà oggi pomeriggio, giusto in tempo per permettere l’apertura del Forum dei parlamentari che si svolgerà nella tradizionale Puc fino al 24 mattina, quando prenderà via il programma ufficiale del Forum sociale mondiale. Questo a sua volta si dividerà tra il Gigantinho, i Magazzini del Porto, la stessa Puc e il campo della gioventú. Al Parco de l’Harmonia, sede dal nome programmatico del campeggio, le tende sono state già installate. Si attendono circa 30mila giovani che, dunque, costituiranno circa un terzo delle 100mile presenze previste dagli organizzatori.

Il boom degli Usa
La sorpresa più grande viene dalla delegazione Usa, probabilmente la prima, dopo quella brasiliana, com circa mille delegati, il doppio dello scorso anno. Segno che nel “cuore dell’impero” qualcosa si sta muovendo e che le manifestazioni contro la guerra della scorsa settimana non sono un fuoco di paglia. Non a caso il “delegato” più illustre, Noam Chomsky, parteciperà alla conferenza conclusiva del 27 gennaio, quella contro la guerra, che darà vita anche alla manifestazione conclusiva dei movimenti sociali. Sempre tanti gli italiani, circa seicento, che domani mattina si riuniranno per un confronto generale, ma anche per decidere come coordinarsi in questa edizione. A partire dalle iniziative sulla guerra che, anche più dello scorso anno, potrebbe essere il tratto identificativo di questo Forum.
Alla guerra è consacrata la giornata dei movimenti sociali organizzata (a partire dagli italiani) il 25 gennaio e in cui si discuterà la nascita di un’alleanza internazionale stabile, già a partire dalla preparazione della giornata del 15 febbraio. Di guerra, poi, si discuterà anche nel Forum parlamentare mondiale dove la recente propensione “pacifista” dei partiti socialisti verrà messa alla prova dalla risoluzione finale che prevede un impegno concreto dei parlamentari proprio in relazione alla mobilitazione del 15 febbraio. Di guerra, infine, si è cominciato a parlare ieri, nella seduta inaugurale del Forum delle autorità locali con il netto pronunciamento del sindaco di Porto Alegre, Joao Verle, ripreso poi anche dal “vecchio” Mario Soares.
Ma accanto a questo filone, il Forum è attraversato dai tanti “forum nel forum” che riguardano associazioni e organizzazioni che ne compongono la ricchezza. Sono quasi duemila i seminari e i workshop di cui sarà quasi impossibile dare conto e che esprimeranno livelli articolati di dibattito, ma anche di formazione di reti e di iniziative su scala globale. E’ probabile comunque che, come a Firenze, questa ampia produzione possa trovare un luogo comune in cui riconoscersi nell’assemblea conclusiva che molti movimenti sociali vogliono organizzare il 28 gennaio, la mattina seguente alla chiusura del Forum.
Non si tratta, come nelle scorse edizioni, di dare vita a un documento programmatico o a una carta di intenti, ma di realizzare un’agenda di lavoro comune e condivisa. Un’esperienza che a Firenze, la mattina seguente al grande corteo del 9 novembre, diede vita a un’assemblea di diecimila persone e che ha permesso la realizzazione della giornata internazionale contro la guerra del 15 febbraio.

Il prossimo forum
Prima di questa possibile conclusione, comunque, si discuterà della sede per la prossima edizione. Ieri e oggi, infatti, si svolge la riunione del Consiglio internazionale del Fsm che sta valutando, oltre il proprio meccanismo di funzionamento interno e le regole democratiche che ne possano consentire un funzionamento efficace, anche le proposte per il forum del 2004. Recentemente si era candidata l’India, sede agli inizi di gennaio del Primo Forum sociale asiatico il quale si è concluso ogni oltre aspettativa. In luogo dei settemila delegati attesi a Hyderabad, nel sudest del sub-continente, se ne sono presentati 25mila pronti a sostenere l’approccio militante e antiguerra che il Fsa si è dato. Ma anche lì non sono mancati i problemi, in particolare tra l’organizzazione contadina aderente a Via Campesina e le Ong organizzatrici. Questo dissidio si sta ora trasferendo in sede di Consiglio internazionale dove proprio Via Campesina chiede di ripensare la scelta dell’India, mentre è di ieri la richiesta formale del governatore del Rio Grande do Sul (il conservatore Germano) di mantenere la quarta edizione del Fsm a Porto Alegre. In realtà a spingere per questa possibilità sono anche diverse organizzazioni latinoamericane, probabilmente attratte dall’esperienza del governo Lula e dalle evidenti implicazioni che potrà avere per il resto dell’America latina.
In effetti questa terza edizione del Forum si svolge sotto il suo segno: in moltissimi forum e appuntamenti di rilievo è prevista la presenza di ministri del suo governo e il suo comizio del 24 sera alla Por do Sol potrebbe costituire un vero e proprio evento. Un segno di vitalità importante, ma anche um’ipoteca pesante; soprattutto il segno che gran parte del futuro del Fsm è ormai intrecciata con il futuro dell’America latina.

di Salvatore Cannavó (mercoledì 22 gennaio)

Fonte: liberazione online

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