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E' polemica tra Bevilacqua e Iovene - sabato 19 febbraio 2005 at 19:16

Reddito minimo. Il parlamentare di An contesta il collega Ds: «Il governo ha già presentato l'emendamento»
E' polemica tra Bevilacqua e Iovene
Cresce la tensione tra centinaia di lavoratori logorati da mesi di lotta

Vibo Valentia. E' POLEMICA tra i due senatori. Da una parte il diessino Nuccio Iovene che, unitamente a dieci colleghi di partito, ha presentato il suo emendamento al decreto "proroga termini", affinché dopo il voto per la conversione in legge, previsto per il 28 febbraio, si consenta ai Comuni di reimpiegare i fondi destinati al Reddito minimo. Lo stesso Iovene aveva contestualmente rimproverato governo e maggioranza di non aver preso l'iniziativa nonostante gli impegni presi sulla questione. Dall'altra parte il senatore di An Franco Bevilacqua, il quale ribadisce di aver assunto impegni chiari a Vibo e di averli anche mantenuti a Roma. «Infatti il governo - sostiene il parlamentare - su mia richiesta e dell'onorevole Ranieli, ha presentato l'emendamento numero 7.0.15». Questo in pratica serve a spostare il termine per l'impiego dei fondi disponibili, non impegnati al 31 dicembre 2004, al 31 dicembre 2005.
«Tale emendamento - prosegue Franco Bevilacqua - è stato inserito dal governo all'articolo 7 del disegno di legge numero 3276 di conversione del decreto legge "Università e beni culturali" all'attenzione della settima commissione permanente e sarà successivamente approvato dal parlamento. Nel fascicolo degli emendamenti non mi è riuscito di trovare quello presentato dal senatore Iovene, che peraltro risulta essere lettore poco attento degli atti parlamentari, dal momento che non si è accorto della presentazione da parte del Governo dell'emendamento in questione».
Tra Iovene e Bevilacqua, dunque, si riacuisce la polemica. Come si ricorderà tra i due si erano registrate le prime scintille dopo che il centrodestra, al Senato, aveva bocciato la mozione con la quale i parlamentari dell'Ulivo, con il supporto di Rifondazione, intendevano impegnare il Governo affinché si ripristinasse il Reddito minimo come strumento di lotta alla povertà. Un strumento che solo nel Vibonese ha sostenuto negli ultimi tre anni circa tre mila famiglie. Il voto contrario di Bevilacqua, in quell'occasione, scatenò la reazione del collega diessino al quale successivamente, con altrettanta prontezza, controreplicò il parlamentare di An.
Una polemica, dunque, che per certi versi ha alimentato la tensione tra centinaia di lavoratori che attendono con ansia di poter tornare a lavoro, pur consapevoli che i fondi disponibili saranno sufficienti a garantire loro solo pochi mesi di impiego. Lavoratori, peraltro, già logorati dalla stanchezza dopo circa due mesi di lotta costante dopo le divisioni registratesi tra i sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, e gli autonomi dello Slai Cobas.
Questa mattina a manifestare davanti alla sede dell'Ufficio territoriale di governo saranno proprio i lavoratori che hanno deciso di affidarsi al sindacato di base. Si ritroveranno nuovamente con bandiere e striscioni alle 9,30 su corso Vittorio Emanuele, mentre i responsabili dell'organizzazione sindacale Giovanni Patania e Nazzareno Piperno chiederanno un incontro al prefetto Mario Tafaro. In sostanza lo Slai Cobas intende fare chiarezza sulla situazione, per dire effettivamente ai lavoratori se esistano, ed eventualmente quali siano, gli emendamenti presentati al decreto che sarà discusso in occasione dell'ultima seduta parlamentare del mese. Insomma si intende sapere se e quando i lavoratori del Rmi potranno tornare al loro impiego.

Pietro Comito
19 febbraio 2005



Fonte: Il Quotidiano della Calabria online


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