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Gad, le primarie sono un caso.. - lunedì 17 gennaio 2005 at 18:47

Dopo la vittoria di Vendola i commenti dell'opposizione
Bertinotti entusiasta, silenzio Ds, e i prodiani....
Gad, le primarie sono un caso
Diliberto: "Ora vanno riviste"
di MARCO BRACCONI

ROMA . Nella Gad scoppia il caso primarie. Nichi Vendola (e con lui Fausto Bertinotti) ha vinto le prime, vere consultazioni "di base" dell'opposizione. Ha battuto il candidato di Ds e Margherita. E ora sfiderà il presidente della Regione in carica, Raffaele Fitto. Bella sfida. Difficile dire chi vincerà, ad aprile. Ma si può provare a dire chi ha vinto ieri, nella Grande Alleanza Democratica che Prodi vuole portare al governo del Paese.

"Ha vinto la politica alta", dice un raggiante Fausto Bertinotti. Il segretario di Rifondazione ha difeso ostinatamente Vendola, è riuscito ad imporre le primarie agli alleati dell'Ulivo e della Fed. E ora si gode la vittoria dell'uomo al quale ha affidato la visibilità del suo partito nell'allenza, e il rafforzamento della sua posizione in vista di un congresso che non si annuncia esattamente una passeggiata.

E stamattina, con l'entusiasmo del vincitore, preannuncia l'innesco di un processo politico che ci metterà pochissimo ad arrivare a Roma: "Tanti equilibri posticci saltano, tante presunte verità e tante pigrizie vengono dissolte dalla partecipazione popolare". Poi, con un gesto di galanteria politica, il subcomandante Fausto saluta dicendo che "non perde nessuno, ma vincono anche tutti coloro che hanno accettato di far decidere alle primarie".

Galanteria, appunto, perchè dopo poche ore di sonno il leader dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto non parla proprio come un vincitore: "Congratulazioni e fraterni auguri a Vendola, ma va detto che le primarie sono uno strumento che rischia di non rappresentare i reali rapporti di forza dell'elettorato. Prodi e soprattutto Fassino riflettano". Insomma, il meccanismo non va bene e va rivisto.


"Soprattutto Piero Fassino", sottolinea il capo del Pdci. Il segretario del partito che più di tutti rischia di essere spiazzato dall'esito delle consultazioni di ieri. E infatti: dal leader della Quercia arrivano stamattina parole prudenti, calibrate al millimetro: "L'esito ha fatto registrare un'alta partecipazione di cui tutti ci dobbiamo rallegrare; Vendola è il candidato del centro sinistra, e spetta naturalmente a lui il compito di unire intorno a sè tutto il centro sinistra e creare le condizioni per raccogliere il più ampio consenso nella società pugliese. Lo sosterremo con convinzione così come avrebbero fatto con Boccia".

L'esatto contrario della euforia espressa da Pietro Folena, esponente della opposizione interna al segretario, che ridà fiato al Correntone Ds con parole addirittura più solenni di quelle di Bertinotti: "Vittoria straordinaria, ieri la Puglia ha girato pagina". Fuor di metafora, la soddisfazione di Folena è quella di tutti quelli che vogliono spostare l'asse del maggior partito della coalizione, e lavorano perché la Federazione con la Margherita sia più di nome, se proprio dev'essere, che di fatto.

Sembrerebbe una cattiva notizia per gli ulivisti doc. Ma così non è, perchè le primarie che ieri hanno lanciato Nichi Vendola non hanno solo fatto prevalere un uomo di Rifondazione su uno indicato dalla Fed. Hanno anche stabilito un precedente dal quale è difficile tornare indietro: "Un evento storico per tutto il Paese e una grande vittoria della democrazia, lo abbiamo detto ad urne aperte, lo ripetiamo dopo la proclamazione del vincitore", dice Arturo Parisi.

Ora, dopo quei quasi ottantamila elettori, sarà difficile dire che è difficile organizzarle. E altrettanto difficile negare che quegli ottantamila voti sono capaci - ed è qui che le antenne degli ulivisti si drizzano, captando il segnale profondo che arriva dalla Puglia - di ribaltare i tradizionali rapporti di forza espressi (in quota proporzionale) dai singoli partiti. Rapporti di forza con i quali il Professore è da sempre costretto a fare i conti.

Sullo sfondo, le primarie nazionali in vista delle politiche. Il processo politico che si è innescato ieri non è privo di rischi. Ieri ha vinto Vendola, e anche se domani, come pare certo, non vincerà Bertinotti, il leader di Rifondazione si candiderà per contarsi e contare di più nell'alleanza. Tanti voti per il segretario di Rifondazione possono essere un problema in più. Ma è possibile che Romano Prodi e Bertinotti arrivino a quell'appuntamento con lo stesso interesse: fare delle primarie, cioè del "cuore" degli elettori di centrosinistra, il luogo principe del confronto politico nell'Ulivo. Un luogo dove entrambi navigano meglio che nei vertici tra i leader.

(17 gennaio 2005)



Fonte: La Repubblica online


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