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I lavoratori occupano il Municipio - martedì 11 gennaio 2005 at 17:15

Reddito minimo di inserimento. S'inasprisce la protesta, troppa la sfiducia nei confronti del governo
I lavoratori occupano il Municipio
Tanti racconti di una quotidianità fatta di stenti, sacrifici e illusioni

Vibo Valentia . STORIE una quotidianità vissuta tra stenti e sacrifici, di chi sogna un domani migliore, magari senza distinguere le speranze dalle illusioni. Sono quelle dei lavoratori del Reddito minimo di inserimento, dal primo di gennaio nuovamente disoccupati vista la scadenza del loro progetto di impiego. Attendono con ansia il decreto ministeriale che possa consentire ai Comuni di reinvestire le somme residue non impegnate per la sperimentazione. Ma i tempi si dilatano. «Se ne parlerà giorno 22», è stato detto loro dopo l'ultima riunione tenutasi in prefettura. Così, stanchi di attendere che qualcosa cambi mentre nulla cambia, hanno deciso di occupare palazzo "Luigi Razza". Un centinaio di lavoratori, quindi, ieri mattina si sono recati di buon'ora a palazzo "Luigi Razza". Dalle 7 il Municipio è stato occupato. Un centinaio quelli che si sono alternati nel corso dell'intera giornata fino a tarda sera. «Siamo stanchi delle promesse, non crediamo più in niente e in nessuno - racconta Silvana Suriano al Quotidiano - Ho figli già grandi, non ho più un marito. Ogni giorno è una battaglia per la vita per aiutare i miei figli a crescere. Non so se riusciremo ad ottenere qualcosa con questa nostra protesta, so solo che per la mia famiglia non è esistito il Natale, né un giorno festa. Noi abbiamo diritto di vivere e quindi di lavorare».
«Arrivare al 22 gennaio? Come si fa a chiederci di aspettare - prosegue Salvatore Purita - Non sappiamo come comprare il pane, ci arrangiamo, campiamo alla giornata e ci si chiede di aspettare? No, noi abbiamo invece deciso di lottare».
Francesco Franzé si rivolge invece al sindaco Elio Costa: «In campagna elettorale aveva detto che sarebbe stato il difensore dei deboli. Se le sue non sono false promesse allora deve dirci quale destino attende noi disoccupati». Antonio Foti chiede poi un incisivo intervento da parte della Regione: «Chiaravalloti dov'è finito? Non intendiamo far rientrare la protesta, fino a quando non assumerà impegni concreti con noi disoccupati vibonesi». Anna Aiello racconta la sua vita: «Tre figli, un marito disoccupato, costretti in cinque a vivere con le trecento euro del Reddito minimo. E adesso che neanche quelle ci sono più dove andremo a finire? Sotto un ponte? E cosa mangeremo?». Con grande dignità, a testa alta, parla anche la signora Nunzia: 29enne, un marito da oltre tre anni in carcere e un bambino di nove anni da crescere. «Cosa vuole che sappiano i nostri politici di come vivono le nostre famiglie - dice Nunzia - Non ho vergogna di dire come viviamo e cos'è, per me, ora, la mia famiglia. Sono una madre, ma soprattutto una donna onesta e che vuol continuare a vivere, a crescere suo figlio e aiutare suo marito. Tiriamo alla giornata e non ho tompre a dirlo perché sono una donna onesta. Ci aiutino, perché noi continueremo a lottare. Abbiamo solo l'affetto delle persone care e null'altro da perdere».
Domenico Patania dice «basta alle illusioni. Non c'è alcun decreto, perché lo Stato non ha soldi. La differenza tra noi e lo Stato è che noi non abbiamo il pane, lo Stato, chi ci governa, i soldi».
«Rivolgiamo un appello ai lavoratori, alle istituzioni, ai cittadini. - prosegue Enzo Giurgola, il coordinatore dei lavoratori - Qui c'è gente che non può continuare a vivere una quotidianità fatta di miserie e stenti. Ci rivolgeremo anche ai servizi sociali, chiederemo un sussidio minimo. Attorno a noi, però, scorgiamo solo indifferenza. Non esiste la solidarietà della politica, delle istituzioni. E' il destino di chi è considerato figlio di un dio minore».
A sostenere l'occupazione di palazzo "Luigi Razza", in particolare lo Slai Cobas. Presente a palazzo "Razza" il coordinatore provinciale Nazzareno Piperno. In particolare Giovanni Patania, del coordinamento nazionale del sindacato autonomo punta l'indice contro «la disoccupazione dilagante» e «l'esercito di senza lavoro» dell'intero territorio. Patania guarda alla visita di giovedì, in città, del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. «Deve sapere - chiude il sindacalista - che esiste una provincia che conta migliaia di disoccupati con uno standard di vita al di sotto della soglia di povertà. Servono fatti e la proroga del progetto di Reddito minimo è un banco di prova fondamentale. Non si possono lasciare tre mila famiglie nella disperazione».

Pietro Comito

11 gennaio 2005


Fonte: Il Quotidiano della Calabria online


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