Provincia. Il consigliere della Margherita e sindaco di Dinami eletto a guidare l'assise consiliare
Gregorio Ciccone eletto presidente
La giunta rimarrà composta da sette uomini fino al mese di aprile

Vibo Valentia. E' GREGORIO Ciccone il nuovo presidente del consiglio provinciale. Sindaco di Dinami e uomo di fiducia del presidente della Provincia Gaetano Ottavio Bruni, Ciccone succede a Pietro Giamborino dimessosi dall'incarico per calmare il turbinio di polemiche scatenate da alcune sue considerazioni sull'Antimafia. Nel corso delle ultime settimane era stata accreditata l'ipotesi che Ciccone fosse destinato ad assumere l'assessorato alle Attività produttive, mentre sarebbe stato indicato Antonio Maglia come presidente dell'assise consiliare. Poi il dietrofront: giunta quindi congelata a sette uomini, con l'assessorato alle Attività produttive che rimarrà vacante fino ad aprile quando - in base a quelle che saranno le risultanze delle elezioni regionali - dovrebbe essere riassegnato, mentre a Ciccone sarebbe stata poi destinata la presidenza del consiglio.
Una soluzione, questa, che andrebbe a penalizzare ancora il gruppo facente capo all'ex assessore provinciale Pino Ceravolo - rappresentato in consiglio proprio da Antonio Maglia - che con la lista di "Rinnovamento per la Margherita", pur ottenendo alle ultime provinciali ben 3.692 voti pari al 3,8% dei consensi, è stato sin qui relegato a ruolo marginale all'interno della Margherita. Cresce quindi il dissenso nel gruppo di Ceravolo e la decisione di far avanzare proprio ad Antonio Maglia la proposta di elezione di Ciccone alla presidenza del consiglio provinciale è stata letta dagli addetti ai lavori presenti ieri a palazzo "Luigi Razza" come una mossa per dare comunque un segnale di compattezza all'interno del partito e della coalizione dopo le turbolenze generate dal caso "Vecchio-Giamborino". L'assegnazione della fascia di capitano del gruppo della Margherita a Maglia sarebbe quindi un palliativo che non attenuerebbe il malcontento tra gli uomini di Rinnovamento che ad aprile, in occasione della riassegnazione dell'assessorato alle Attività produttive, potrebbero chiedere che un loro rappresentante abbia un finalmente un posto in giunta.
Ieri a palazzo "Luigi Razza", intanto, è stato necessario un doppio turno di votazione, avvenuto a scrutinio segreto, per decretare il nuovo presidente del consiglio provinciale. Il primo, come previsto, non ha condotto alla maggioranza qualificata (2/3 dei consiglieri). Il secondo ha portato all'elezione di Ciccone a maggioranza assoluta. Al termine dello scrutinio si sono contate 14 preferenze a favore di Ciccone e 8 a favore del portavoce della minoranza Saverio Mancini.
«Svolgerò il mio ruolo in maniera imparziale e cercando di valorizzare quanto più possibile i lavori del consiglio - ha affermato Ciccone dopo la sua elezione - e spero di ottenere, in questo senso, la collaborazione di tutti». Dopo aver ringraziato, in particolare, il proprio partito e il presidente Bruni, Ciccone ha passato il testimone di capogruppo della Margherita al consigliere Maglia. Al termine del suo discorso, il presidente ha sciolto la seduta nella considerazione che quello appena deliberato era l'unico punto all'ordine del giorno.
La decisione di Ciccone, però, ha scatenato la vibrante reazione della minoranza. In particolare i consiglieri Vincenzo Bartone (FI) e Pasquale Farfaglia (Udc) hanno protestato all'indirizzo della presidenza, definendo la scelta di chiudere i lavori del Consiglio «un atteggiamento scandaloso che mira a imbavagliare l'opposizione». Mentre l'aula si svuotava, i due consiglieri hanno continuato a protestare a lungo.

Pietro Comito
14 dicembre 2004

Fonte: Il Quotidiano della Calabria online


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