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Scritti per la storia del Vibonese - sabato 11 dicembre 2004 at 08:11

Dasà. Nel volume di Antonio Tripodi, vicedirettore dell'Archivio diocesano
Scritti per la storia del Vibonese

DASA' . "Scritti e documenti per la storia del Monteleonese". Questo il titolo del libro scritto da Antonio Tripodi, ingegnere, appassionato ricercatore della storia locale, vicedirettore dell'Archivio storico diocesano di Mileto e da oltre dieci anni diacono permanente.
Una vita, la sua, dedicata alla professione e all'insegnamento (fino a quattro anni fa è stato docente di Elettrotecnica ed applicazioni" all'Itis di Vibo Valentia). Ma anche allo studio di documenti e antichi scritti, inseguiti, cercati e analizzati nelle biblioteche calabresi e di altre importanti città d'Italia.
Questa ultima sua fatica non è altro che un'ulteriore testimonianza del suo prezioso e certosino lavoro di archivio, che gli ha permesso di dare alla luce aneddoti storici, avvenimenti, notizie minime e costumi fino a poco tempo fa sconosciuti ai più. Si tratta di un libro ricco di documenti e scritti sulla vita religiosa e civile della città capoluogo e di alcuni tra i più importanti centri della provincia, come Soriano, Briatico, Maierato, la sua Dasà, Pizzo, Serra San Bruno, Tropea, Mileto, Zaccanopoli, Soreto, San Nicola Da Crissa e altri.
Squarci di nobile storia, siparietti di notizie davvero curiose, come quella dell'introduzione del baco da seta nel regno di Napoli "la cui data - scrive Tripodi a pagina 54 - per qualche storico potrebbe essere stabilita nei secoli della dominazione bizantina, avanzando la non troppa fantasiosa ipotesi di un trasporto di semi nascosti nei bastoni di alcuni monaci". E poi le vicende delle giovani donne "portate davanti all'altare per confermare un consenso che il padre od un fratello avevano espresso per loro". Matrimoni combinati, insomma, un'usanza che rimase fino al secondo dopoguerra.
Un capitolo a parte è riservato ai terremoti che hanno distrutto molti centri del Vibonese e alle Confraternite, fiorite quasi tutte dopo il Concilio di Trento, che simboleggiò la forza della Controriforma per contrastare l'avanzata delle eresie protestanti. Confraternite che nei primi anni erano associate alle anime del purgatorio e ai mestieri: San Giuseppe dei falegnami e dei muratori, San Crispino e Crispiniano dei calzolai, Sant'Omobono dei sarti, la Maddalena degli ortolani. Mestieri nei quali venivano eletti i "consoli dell'arte", incaricati di esaminare i giovani che volevano aprire bottega in proprio.
Un libro che si fa leggere, sia per le notizie ivi incluse sia per la forma, mai pesante, sempre accattivante.

Franco Pagnotta

10 dicembre 2004


Fonte: Il Quotidiano della Calabria online


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