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Un artigiano accusa il sindaco - martedì 10 agosto 2004 at 15:52

Dasà. Per la chiusura della sua falegnameria, ritenuta illegittima e infondata
Un artigiano accusa il sindaco

DASA' VV.­ Minaccia di arrivare in un'aula di tribunale la quèrelle insorta tra il Comune e Rosario Capano, gestore di una falegnameria, che l'altro giorno si è visto notificare un'ordinanza del sindaco che dispone la chiusura del laboratorio. Motivo? La lavorazione inquinerebbe l'ambiente. Una motivazione contestata con decisione, e con tanto di parere tecnico, dall'interessato che ieri mattina, insieme al suo legale di fiducia, ha avuto un incontro in prefettura.
La falegnameria in questione è situata in località Costarella, ad una distanza di circa 300 metri dal centro abitato. Si occupa della produzione di mobili in stile "arte povera". Vi lavorano, oltre all'interessato, altre quattro persone. I motivi della chiusura sono elencati nell'ordinanza firmata dal sindaco Francesco Romanò. Vengono richiamate le lagnanze di quanti abitano nei dintorni circa l'irrespirabilità dell'aria per l'evaporazione delle vernici usate che si depositerebbero anche su veicoli, terrazze e balconi, nonché l'abbandono al suolo di materiale di scarto della lavorazione del legno. Ricordata anche la relazione negativa dell'ufficiale sanitario Antonio Luccisano, la mancata presentazione di certificati di conformità delle attrezzature e, infine, l'inquinamento acustico che sarebbe causato dalla falegnameria. Da qui l'ordine di sospendere l'attività «fino all'adeguamento dei macchinari», che «dovrà essere regolarmente certificato».
Una decisione duramente contestata dal gestore della falegnameria che, assistito dal suo legale, ha peresentato ai carabinieri una circostanziata denuncia querela contro il sindaco il quale, aggiunge Capano, «in presenza di altre persone, mi ha minacciato: "Se fai così non lavorerai più"». Anche per questo l'interessato lamenta nella querela di essere «costantemente perseguitato dall'amministrazione comunale di Dasà». Secondo il legale, l'avvocato Bruno Galati del foro di Roma, l'ordinanza «è illegittima tanto sotto il profilo formale quanto nel merito perché priva di un serio e doveroso preventivo accertamento circa il presunto inquinamento ambientale». E, a sostegno della infondatezza della disposizione di chiusura, vengono citate le firme dei cittadini che abitano nella zona (meno il sindaco e il vice sindaco) i quali negano disagi che vengono addotti nell'ordinanza.
Come detto, ieri mattina l'interessato, accompagnato dall'avvocato Galati, si è recato in prefettura dove è stato ricevuto dal capo di gabinetto Costanza Pino alla quale ha evidenziato quella che ritiene una vera e propria prevaricazione ai suoi danni da parte del sindaco. Capano ha anche esibito una certificazione del sanitario Antonio Ferraro, titolare di uno studio veterinario a Taurianova, il quale, dopo un sopralluogo, ha escluso che «la presenza nei pressi dell'azienda di materiale organico sotto forma di macchioline giallastre e giallo-brunastre osservabili su abitazioni e cose sia il prodotto di reazioni chimiche dovuto ad attività inquinanti». Quel materiale, «facilmente rimovibile con le dita, senza lasciare traccia» sarebbe dovuto, a suo avviso, al polline ed escrementi di api, visto che nelle immediate vicinanze è stata constatata la presenza di n. 32 alveari».
Ieri al termine dell'incontro in prefettura non è stata rilasciata alcuna dichiarazione, il che lascia intuire che nulla sia cambiato. Conoscendo l'opera di mediazione che in simili situazioni sempre dispiega l'ufficio di governo, ciò vuol dire solo una cosa, che verosimilmente il sindaco ha ribadito la sua decisione a non revocare la chiusura. Stando così le cose, non è da escludere che già questa mattina, nonostante il divieto, la ditta riapra i battenti. A quel punto il nodo dovrà essere sciolto: o la contestata ordinanza verrà ritirata o il sindaco dovrà farla rispettare con l'intervento, magari, della forza pubblica. In tal caso l'avvocato Galati ha già preannunciato che il suo cliente adirà le vie legali.
Vedremo nei prossimi giorni, nei quali, per altro, ci ripromettiamo di ospitare, doverosamente, anche le ragioni del sindaco Romanò.
f.p.

(10 agosto 2004)


Fonte: Il Quotidiano della Calabria online


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