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La Cina star del mercato informatico - martedì 30 marzo 2004 at 00:24

Un'azienda cinese fornirà i computer anche per Torino 2006
Imprese occidentali attratte e spaventate da politica di Pechino
La Cina conquistata da Internet
star del mercato informatico
Produzione e investimenti sui motori di ricerca
Per le Olimpiadi del 2008 è previsto il boom
di ALESSIO BALBI

ROMA - I computer e i server utilizzati dal Comitato Olimpico per i Giochi invernali di Torino 2006 saranno prodotti da un'azienda cinese. Anche l'Italia comincia dunque a fare i conti, seppure indirettamente, con un fenomeno che intriga e spaventa al tempo stesso i governi e le imprese occidentali: l'apertura cinese al mercato delle nuove tecnologie e di Internet.

Il Gruppo Lenovo, con sede a Pechino, è la più grande azienda cinese di tecnologie informatiche. Secondo un accordo appena siglato con il Cio, Lenovo fornirà al comitato organizzativo di Torino 2006 (Toroc) oltre 4 mila computer desktop, 600 portatili e 500 server. Il supporto tecnico sarà garantito da uno staff di 50 persone che l'azienda cinese trasferirà all'ombra della Mole. La sponsorizzazione delle olimpiadi invernali fa parte di una strategia di conquista dei mercati stranieri da parte di Lenovo. L'azienda prevede di quadruplicare in cinque anni i proventi derivanti dalle esportazioni. E il boom arriverà con le Olimpiadi del 2008, in programma proprio a Pechino.

Le aziende occidentali sono spaventate dall'aggressività di Pechino. Allo stesso tempo, però, vedono nella rapida crescita di un mercato tecnologico vergine un'opportunità straordinaria. La Cina sta conoscendo uno sviluppo senza precedenti nel settore delle nuove tecnologie: con oltre 80 milioni di connessioni ad Internet, quello cinese è il secondo mercato mondiale dopo gli Stati Uniti. Secondo una ricerca pubblicata questo mese dal DSL Forum, la Cina ha il maggior numero di connessioni a banda larga nel mondo. La connessione è garantita in zone dove l'acqua corrente arriva a intermittenza e si calcola che gli utenti Internet siano più numerosi dei membri del partito comunista.

Google, Yahoo! e Microsoft sono tre nomi tra i tanti che hanno rivolto lo sguardo verso oriente. A febbraio, Google ha inaugurato due nuove versioni in altrettanti dialetti cinesi del suo servizio di sponsorizzazioni AdWords e, secondo gli analisti, potrebbe acquisire presto il principale motore di ricerca cinese, Baidu. com. A novembre, Yahoo! aveva investito 120 milioni di dollari per comprare il portale 3721. com. Microsoft è presente da anni sul mercato cinese e due settimane fa ha siglato un accordo con il locale ministero dell'Industria Informatica per ampliare l'adozione della piattaforma Windows . NET. Anche il movimento open source si è fatto strada verso Pechino e varie aziende, tra le quali RedHat e Hp, hanno messo a punto software e sistemi Linux pensati per la Cina.

Nel neonato mercato cinese, il ruolo del conquistatore e quello del conquistato non sono stati ancora assegnati. Alle incursioni occidentali si oppongono aziende locali ben agguerrite e un livello di protezionismo governativo ancora molto alto. Gli Stati Uniti, che nel 2003 hanno sperimentato un deficit commerciale di 124 miliardi di dollari nei confronti della Cina, hanno appena presentato ricorso presso l'Organizzazione Mondiale per il Commercio contro il surplus di Iva applicato da Pechino sui semiconduttori importati: ai microchip prodotti all'estero è applicata un'Iva del 17 per cento; per quelli di fabbricazione locale l'imposta è scontata al 3 per cento.

All'inizio di marzo, Intel e Broadcom hanno annunciato l'interruzione delle esportazioni di processori Wi-Fi verso la Cina a causa di una legge che impone un nuovo standard di codifica dei dati. Lo standard, chiamato Wapi, è controllato da imprese cinesi e le aziende occidentali che vogliano utilizzarlo devono accordarsi con loro per ottenere una specifica licenza. Tra le aziende che gestiscono il Wapi c'è anche la Lenovo.


(29 marzo 2004)


Fonte: La Repubblica online


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