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''Non accetto confronti con chi mi insulta'' - giovedě 11 marzo 2004 at 01:57

Sulla scuola: ''Indispensabile cambiare la situazione''
Berlusconi: ''Non accetto confronti con chi mi insulta''
Il premier ai sindacati: ''Siamo sempre aperti a proposte migliorative sulle pensioni''

Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Silvio Berlusconi non e' disposto ad accettare nessun confronto con chi lo insulta. Cosi' il presidente del Consiglio ha aperto il suo intervento a 'Porta a Porta'.
Rispondendo a Bruno Vespa che gli chiedeva per quale motivo, dalla campagna elettorale del 2001, non accettasse di incontrare ne' Rutelli ne' Fassino per un confronto, il premier ha spiegato: ''Credo di comportarmi come si comporterebbe qualsiasi persona seria nei miei panni quando ci si trova di fronte a questi personaggi che mi offendono un giorno si' e un giorno no e criticano tutto cio' che dico, trasformando le mie affermazioni''. ''E inoltre -ha aggiunto- mi accusano di aver fatto dei passi indietro quando io li correggo dicendo: guardate io ho affermato questo e non quello che dite, non altro. Fassino ha detto che il presidente del consiglio e' un clown. Rutelli ha affermato che siamo governati da un irresponsabile. Io mi domando quale persona normale incontrerebbe chi fa affermazioni di questo genere''.
Quanto alle opposizioni che lo hanno accusato di temere un confronto, Berlusconi ha risposto: ''Gli italiani penso che ormai mi conoscono da tanti anni e sanno bene che le mie capacita' dialettiche, non saranno eccelse, ma sono almeno tali per non temere il confronto con nessuno. Soprattutto sui temi che conosco profondamente perche' ci lavoro il giorno e la notte''. Invitando l'opposzione a citare una sua frase offensiva, il premier ha concluso: ''Ho sempre rispettato tutti. Rispetto tutti. Pretendo che mi rispettino. Non lo fanno''.
SCUOLA
Nel corso della puntata, Berlusconi difende la riforma Moratti spiegando che ''secondo le statistiche dell'Unione europea i ragazzi italiani si collocano tra il 21esimo e il 26esimo posto per quanto riguarda le conoscenze della lingua madre, della matematica e delle scienze''. ''E' indispensabile cambiare la situazione -ha spiegato-. Oggi il sistema dell'istruzione in Italia non e' in grado di fare degli studenti dei futuri imprenditori di se stessi. Sono padre di cinque figli, li conosco, conosco i problemi dei loro amici. Oggi la scuola italiana non regge la competizione internazionale''.
Entrando nel merito della riforma, Berlusconi ha spiegato anche che oggi ''ci sono bambini che sono venuti su in famiglie molto dialettiche, che vedono la televisione, conoscono i giochi, sono molto maturi anche a 5 anni e mezzo e sono in grado di stare con bambini un po' piu' grandi di loro''. Berlusconi ha anche affermato che questa e' un'opportunita' che viene data alle famiglie, non un obbligo. Se le famiglie non sono d'accordo, possono sempre rinviare all'anno successivo l'iscrizione alle scuole dei loro figli.
Sul ruolo del 'tutor', il premier ha chiarito che si tratta di ''una figura che riguarda lo sviluppo piu' generale del ragazzo. Il quale sara' sempre seguito, ci sara' la documentazione che lo riguarda. Cosi' nell'arco della sua carriera scolastica i diversi insegnanti avranno gli elementi per giudicarlo e orientarlo. Con gli insegnanti invece -ha proseguito il premier- le famiglie potranno invece concordare come utilizzare quelle 3 ore di tempo pieno in modo da decidere come sfruttarle e per quali materie''. ''Questa vuole essere non solo la scuola del sapere ma anche la scuola del saper essere, cioe' la scuola in cui lo studente divenga consapevole delle proprie inclinazioni e dei propri talenti'', ha aggiunto Berlusconi. Ma sara' ''anche una scuola del saper fare -ha spiegato Berlusconi riferendosi al percorso tecnico professionale- offrendo allo studente alternanza tra scuola e lavoro, in modo da poter mettere a frutto cio' che si e' imparato''.
Per quanto riguarda i docenti, Berlusconi ha manifestato l'intenzione di ''aumentare le retribuzioni degli insegnanti che oggi sono pagati troppo poco''. ''Per quanto ci riguarda -ha sottolineato-, nel contratto siglato ad agosto e' stata riconosciuto a tutti gli insegnanti un incremento di 300 mila vecchie lire al mese rispetto al passato. Quindi il governo, su questo fronte, ha gia' dato la prova di venire incontro all'esigenza dei professori di veder meglio riconosciuto il loro lavoro''.
PENSIONI
Sulla riforma delle pensioni, il premier ha ribadito rivolgendosi ai sindacati: ''Siamo sempre aperti a delle proposte migliorative''. Rispondendo al segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, Berlusconi ha sottolineato come ''il governo potrebbe anche dimenticarsi del problema delle pensioni perche' verra' a scadenza molto al di la' negli anni e ben oltre questa legislatura. Ma noi lo affrontiamo -ha detto- perche' abbiamo il coraggio di guardare al futuro''. Berlusconi ha anche lamentato che lo sciopero proclamato per il 26 marzo ''incide sul prodotto interno lordo del paese per quest'anno''.
FISCO
''Sono ostinatamente impegnato a cercare di raggiungere quell'obiettivo annunciato in campagna elettorale: ridurre la pressione fiscale che grava sulle persone fisiche con una aliquota pari al 46%''. Cosi' Berlusconi ha ribadito l'impegno del governo ad abbassare il carico dell'Irpef, puntando ad arrivare alle aliquote del 23 e del 33%, come promesso in campagna elettorale.
Il presidente del Consiglio ha ribadito la sua opinione sull'eccesso di carico fiscale che grava sugli italiani. ''Se lo Stato chiede al cittadino, come succede attualmente, il 50% del proprio reddito -ha detto-, o addirittura come accade per alcune categorie, il 60%, il cittadino si sente portato a non adempiere alle richieste dello Stato stesso''. Berlusconi ha quindi ribadito l'esigenza di ridurre l'imposizione fiscale eliminando ''le spese inutili, i sussidi che non producono nulla se non privilegi per chi li percepisce''.

(10 marzo 2004)


Fonte: AdnKronos online


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