News Item

View All News Items

Bertinotti: «Opposizione inadeguata» - giovedì 29 gennaio 2004 at 20:08

Il segretario di Rifondazione, a margine della direzione nazionale, rilancia le critiche al centrosinistra: «Il governo è in crisi, ci sarebbero tutte le condizioni oggettive per una critica efficace. Invece ci si limita a preoccuparsi del modo in cui si affronterà la campagna elettorale»
Bertinotti: «Opposizione inadeguata»

Roma . «Il tono complessivo dell'opposizione è del tutto inadeguato». A circa una settimana dalla lettera aperta ai segretari dell'Ulivo, i cui contenuti sono stati ribaditi in una lunga intervista a Liberazione, Fausto Bertinotti ritorna a fare da pungolo critico nei confronti del centrosinistra, a cui contesta di aver fatto saltare l'incontro di martedì scorso - i leader del triciclo volati a Bruxelles per trattare sulle elezioni con Romano Prodi.
Durante la pausa dei lavori della direzione nazionale, il segretario del Prc si rivolge alle opposizioni per chiedere una «radicale rettifica» della linea politica e attuare «un salto di qualità». «Ci sarebbero - spiega Bertinotti - tutte le condizioni oggettive perché una opposizione efficace faccia la sua parte». A partire dal voto sul rinnovo della missione italiana in Iraq. «Nel momento in cui è più evidente il fallimento dell'amministrazione Bush, che cosa ci sarebbe di più semplice che dire al governo italiano avete sbagliato tutto e votare contro il decreto? Invece il centrosinistra discute dell'astensione e si divide».

Eppure il quadro indurrebbe a tutt'altre scelte. La crisi del capitalismo, come dimostra il caso Parmalat, è lampante. Il governo è in crisi. Un ulteriore segnale viene dalla Corte dei conti, le cui critiche sono state confermate addirittura dal vicepresidente del Consiglio: «Altro che verifica - commenta Bertinotti - Fini dovrebbe dimettersi. Ci vorrebbe un minimo di corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che si fa. Se la Corte dei conti ha ragione bisogna riconoscere gli errori fatti».

In questo contesto, il centrosinistra invece di andare all'offensiva, discute se è meglio dire sì o no al governo e alla sua maggioranza. Emblematico il caso Rutelli-pensioni, «in cui una parte della coalizione è andata in soccorso dell'esecutivo». Sono «smottamenti moderati», come li definisce Bertinotti, che «rischiano di dare una chance a Berlusconi». «Lo show per i dieci anni di Forza Italia è stata una vera e propria operazione politica con la quale il presidente del Consiglio vuole occultare i fallimenti innalzandosi a capo taumaturgico. L'opposizione dovrebbe disvelare questa tattica lanciando un'offensiva a tutto campo». E invece «ci si limita a preoccuparsi del modo in cui si affronterà la campagna elettorale per le europee».

Un giudizio molto severo che è però altro dall'accordo programmatico. «Sto parlando semplicemente - chiarisce Bertinotti - di quella che è l'opposizione oggi. Mi sembra scontato che ogni forza politica debba mantenere la propria autonomia critica». Dal lavoro nelle amministrazioni vengono del resto segnali importanti. E' il caso della regione Campania che ha approvato il salario sociale. «Un fatto molto importante - commenta - da cui le opposizioni potrebbero trarre un'esperienza utile per uscire dalla condizione di inadeguatezza».

La linea politica proposta dal segretario del Prc, nei lavori della direzione nazionale, diventa un ordine del giorno approvato dalla maggioranza, con 4 voti contrari e 2 astenuti. Altro nodo e altro voto (tutto il materiale è pubblicato, più avanti, in questo numero di Liberazione) è quello sul Partito della sinistra europea. La decisione presa a Berlino risponde a un'esigenza ben precisa ed è fonte, sottolinea Bertinotti, «di grande soddisfazione». «In Europa c'è un gap tra la straordinaria crescita dei movimenti e i soggetti politici organizzati capaci di dargli forza. Un'Europa radicalmente diversa da quella attuale non si capisce come possa nascere se le forze della sinistra che appoggiano i movimenti non si mettono insieme». Dopo il dibattito di ieri (il documento a sostegno del Partito della sinistra europea è stato approvato con 21 voti a favore, 17 contrari, all'interno dei quali si sono profilate tre diverse posizioni) la questione sarà affrontata il 6 e il 7 marzo dal Comitato politico nazionale. «Ci sono - sottolinea Bertinotti - contrasti e dissensi che io rispetto e persino capisco. Quando si fanno scelte innovative, è inevitabile che si determinino. Ma quello che stiamo per fare è un percorso aperto». Con una sola discontinuità: «Quella rispetto allo stalinismo. Con i dirigenti rivoluzionari del 900, da Rosa Luxemburg a Lenin, facciamo i conti criticamente. Penso però che Marx ci servirà ancora moltissimo nella nostra ricerca».

Angela Azzaro
(29 gennaio 2004)


Fonte: Liberazione online

home page


Per inviare una tua notizia alla redazione, posta qui:

news per la redazione altomesima





Powered by Web Wiz Site News version 3.05
Copyright ©2001-2002 Web Wiz Guide