Il Prc al centrosinistra: rivalutiamo salari e pensioni "divorati" dal carovita
«Cento euro per tutti»

Roma. Rivalutare salari e pensioni "divorati" dal carovita. E' questo il «grande obiettivo unificante» su cui Rifondazione comunista propone «alle organizzazioni sindacali e a tutte le opposizioni» di mobilitarsi nel paese. La proposta del Prc sull'argomento è stata illustrata ieri in una iniziativa pubblica che si è svolta a Roma dal titolo "Cade Maastricht, ripartire dai salari".
«In Italia - è stato detto - si guadagna in lire e si spende in euro». Anche se l'Istat lo nega, infatti, la drastica riduzione del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni è diventata la vera emergenza per la grande maggioranza della famiglie italiane, che ormai riescono ad arrivare alla fine del mese solo a prezzo di pesanti sacrifici. Uno scenario drammatico, in cui sono evidenti le responsabilità del governo Berlusconi: non solo l'esecutivo non fa nulla per mettere sotto controllo le tariffe e vigilare sull'andamento dei prezzi, ma contribuisce pesantemente al taglio delle retribuzioni tramite la truffa dell'inflazione programmata.

«Negli ultimi dodici anni - spiega il segretario del Prc Fausto Bertinotti - c'è stata in Italia una gigantesca operazione di redistribuzione del reddito, pari a 8-9 punti del Pil, a favore del profitto e della rendita e a danno dei salari. Si è verificato così un impoverimento generale dei ceti non possidenti». Questo processo, iniquo socialmente, è stato tuttavia motivato con la tesi che, riducendo il costo del lavoro, l'economia avrebbe migliorato la propria capacità concorrenziale. «Ma la crisi attuale - osserva Bertinotti - dimostra la falsità di quell'assunto».

Diversamente dal passato, l'idea che bisogna operare una rivalutazione dei redditi da lavoro dipendente si è diffusa tra le organizzazioni sindacali e nel centro sinistra. «Tanto che a gennaio - sottolinea Bertinotti - faremo una manifestazione a Milano di tutte le opposizioni contro il caro prezzi e in difesa del potere d'acquisto di salari e pensioni».

In questo quadro, il Prc avanza una proposta articolata in più punti: riallineamento automatico di salari e pensioni al costo della vita, «che non è la scala mobile», precisa Bertinotti; aumento dei minimi di pensione; salario sociale per i giovani disoccupati «per favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro»; minimi salariali intercategoriali, da fissare anche per legge, «a protezione delle condizioni di lavoro precario oggi così diffuse e che contribuiscono a mettere in discussione anche le altre posizioni lavorative».

E non finisce qui. «L'avvicinarsi delle ferie natalizie - nota ancora Bertinotti - rende persino più evidente questa condizione di impoverimento e anche di dolorosa impossibilità di accedere spesso a consumi necessari». C'è, perciò, la necessità di dare una risposta immediata al dramma di tante famiglie. Per questa ragione Rifondazione avanza una proposta «anche con un carattere forte e utilmente provocatorio»: quella di erogare 100 euro a tutto il mondo del lavoro dipendente come misura di risarcimento per il potere di acquisto perso. «Una sorta di "una tantum" - spiega Bertinotti - che tuttavia indichi chiaramente l'assunzione del problema».

Una strada, quella indicata dal Prc, che trova concordi i consumatori. Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef, ha accusato il governo di «connivenza» con alcune categorie del mondo delle imprese. La questione salariale è uno dei cavalli di battaglia della Fiom, ma ancora più importante è la democrazia. «La prima cosa da fare, se il centrosinistra andrà al governo - propone il segretario Gianni Rinaldini - è una legge sulla rappresentanza. Per far recepire la legge 30 e imporre salari bassi, infatti, bisogna impedire ai lavoratori di votare».

Roberto Farneti

(11 dicembre 2003)

Fonte: Liberazione online



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