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Aumento del costo della vita - sabato 6 dicembre 2003 at 06:55

In relazione all’ingiustificato aumento del costo della vita, che ha coinciso in modo innaturale (o intenzionale) con l’introduzione dell’Euro, il nostro redattore Salvatore Armando Santoro ha inviato al Presidente della Confcommercio, Sergio Billè, la lettera sotto riportata.

Egregio Presidente Billè,
premetto che con la presente non intendo criminalizzare la categoria dei commercianti, ma a fronte di certe Sue dichiarazioni in TV, circa l’aumento incontrollato dei prezzi all’ingrosso che si ripercuotono su quelli al consumo, ed in relazione alla vicenda di cui sono stato protagonista in un mercatino rionale, ritengo che una Sua spiegazione più logica e convincente vada fornita ai consumatori.
Sottolineo anche che appartengo al numero dei Consumatori che ha partecipato in modo completo e convinto martedì 16 Settembre scorso allo “Sciopero della Spesa”, limitando all’essenziale anche i consumi di energia, e, Le posso assicurare, che questo strumento di lotta, che da più parti è stato criticato (compreso il Ministro Maroni che ha anche dichiarato di non avervi aderito), in America viene utilizzato su vasta scala e con massicce adesioni sotto forma di “boicottaggio” quando si vogliono colpire i prodotti di quelle aziende che, secondo le Associazioni dei Consumatori di quel paese, non rispettano certi standard alimentari di qualità e salubrità.
Ma veniamo al dunque.
Alcune settimane indietro avevo appena finito di fare degli acquisti presso un banco di frutta e verdura di un ambulante di Massa Marittima (GR) che aveva esposto bene in vista un cartello con un prezzo unico di 2 Euro al Kg. per tutti gli articoli in vendita, pagando un corrispettivo di 14 euro, quando l’ambulante, senza aspettare neppure che mi fossi allontanato dal suo banco, ritoccava del 50%, ossia da 2 euro ad 1 euro al Kg., il cartello dei prezzi precedentemente esposto accompagnando tale sua decisione con esclamazioni sonore romboanti evidenziando il nuovo prezzo della merce in vendita.
Comprenderà che tale fatto contraddice abissalmente con certe Sue dichiarazioni pubbliche circa le responsabilità dell’articolato meccanismo del mercato e dei troppi intermediari tra produzione e consumo in quanto, nel caso appena esposto, il venditore finale non era coinvolto in alcuna delle distorsioni da Lei denunciate, anzi il costo iniziale da lui pagato per i prodotti messi in vendita sul suo banco gli hanno consentito anche di praticare una vecchia legge dell’economia (la cosiddetta “rendita del produttore”) che si basa sul meccanismo di vendere inizialmente un prodotto ad un prezzo decisamente superiore a quello di produzione, per massimizzare subito il suo profitto, e ridurre successivamente il prezzo di vendita per allargare ad altri utenti l’accesso al consumo di quel prodotto. Ma sicuramente, in questa seconda fase, quel prodotto non è certamente ceduto sottocosto, ma semplicemente ad un prezzo inferiore, tale da garantirgli, comunque - anche se ridotto -, un margine di profitto ma non sicuramente una perdita.
Sono certo che la presente resterà senza alcuna risposta in quanto sarà difficile fornire una spiegazione accettabile, ma spero che i lettori de “Il Tirreno”, a cui la presente è indirizzata per conoscenza, possano meditare su certi avvenimenti e comprendere che la necessità di una unione massiccia nelle Associazioni dei Consumatori sia indispensabile per dare voce in modo organico alla protesta dei tanti cittadini che non possono più subire, oltre la beffa della presa in giro, anche il danno di sentirsi dire che il governo ha aumentato le loro pensioni per incoraggiare i consumi quando sarebbe stato meglio non aumentare un bel nulla ma lasciare invariati i prezzi esistenti prima dell’entrata in vigore dell’euro o, in alternativa, impedire le speculazioni e la impennata dei prezzi che ingiustificatamente ha colpito tutti i redditi creando nuova ingiustizia e, soprattutto, nuove povertà.
Cordiali saluti.

Dott. Salvatore Armando Santoro

red



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