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Megaliti sotto la lente d'ingrandimento - sabato 8 novembre 2003 at 22:48

Nardodipace. Tredici ricercatori dell'università di Reggio stanno esaminando il sito di località "Paradiso"
Megaliti sotto la lente d'ingrandimento
Si cerca di acquisire dati oggettivi e inequivocabili sulla loro origine

NARDODIPACE (VV). Tredici giovani ricercatori, ragazzi e ragazze dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria "Storia e conservazione beni architettonici ed ambientali e dell'istituto universitario Suor Orsola Benincasa "Archeologia" di Napoli da quasi un mese stanno esaminando palmo a palmo l'area in località "paradiso" di Nardodipace.
La campagna di scavi in uno dei tre più importanti siti "megalitici" scoperti recentemente nei dintorni del piccolo comune dell'interno vibonese è diretta da Francesco Cuteri dell'Università Mediterranea con la supervisone della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria presieduta da Maria Teresa Iannelli. L'area interessata agli scavi archeologici si trova a pochissimi chilometri dall'abitato nel pieno della montagna, in particolare sulla collinetta cosparsa di grossi massi dove si presume esistesse un vecchio cimitero sepolcrale. L'opera di scavo e pulitura di eventuali reperti si concentra infatti attorno ad una sorta di "tumulo in pietra" che farebbe pensare a prima vista ai resti di antichissime e remote civiltà risalenti al neolitico. Una pagina comunque che rimane ancora aperta e tutta da esplorare ai fini di accertare prove piuttosto attendibili dal punto di vista scientifico sulla presenza antropica o meno, in età remote, che avrebbe dato luogo alle strutture megalitiche.
Tracce che potrebbero rilevare la mano dell'uomo nella edificazione di monumenti sepolcrali o rituali come l'attuale disposizione dei blocchi di pietra farebbero supporre. Notoriamente la soprintendenza regionale ai Beni Archeologici, come più volte ammesso pubblicamente dalla stessa Iannelli, non nasconde un certo scetticismo o quantomeno una posizione piuttosto critica legata scrupolosamente a criteri scientifici nell'approccio. L'avvio della ricerca sul campo ha appunto lo scopo di fornire, in tempi relativamente accettabili, dati obiettivi ed inequivocabili sull'origine, lo sviluppo geomorfologico, storico e archeologico dei blocchi megalitici di Nardodipace che negli ultimi mesi hanno attratto l'attenzione di studiosi nazionali ed internazionali. Il gruppo di giovani ricercatori per quanto riguarda l'ateneo reggino è costituito da Serena Marino, Romina Pennini, Stefania Aiello. Il gruppo dell'istituto S. Orsola Benincasa di Napoli è invece composto da Giuseppe Hyeraci, Raffaele Iennaco, Pasquale Salamida (ragazzo di origine araba), Anorea Boni, Linda Romano, Rosaria Soria e Nicola Mileo con la consulenza dell'architetto Maria Elisa Campisi. Le ricerche cominciate nel mese di ottobre di quest'anno, sono terminate la scorsa settimana e dovrebbero riprendere nella primavera prossima. Al momento non sembra siano stati rinvenuti materiali di grande interesse archeologico salvo una serie di cocci e minerali di quarzite che assieme ad una strana specie di incisione su pietra a forma di triangolo sono già al vaglio degli esperti.

Enzo Vellone
(8 novembre 2003)


Fonte: Il Quotidiano della Calabria online

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