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L’Udc fedele alla Cdl - lunedě 9 dicembre 2002 at 10:05
L’Udc fedele alla Cdl

Marco Follini e' stato eletto per acclamazione segretario dell'Udc. Il congresso ha anche eletto il Consiglio nazionale del partito di cui fanno parte 250 componenti. Follini, indichera' Rocco Buttiglione come presidente del partito e Sergio D'Antoni come vice segretario.
''Dentro la maggioranza, con la forza e l'orgoglio delle proprie idee, senza essere attaccati alle poltrone e, soprattutto, per ricordare a Silvio Berlusconi che bisogna ''aggiustare la rotta politica della maggioranza'' ha detto prendendo la parola al congresso dell'Udc e ha scaldato subito la platea toccando tutti gli argomenti politicamente 'caldi' degli ultimi giorni.
Follini parte subito con decisione: ''Voglio dirlo subito, noi siamo tutti nello stesso progetto politico, siamo parte di questa maggioranza. Ma dentro questa maggioranza ci siamo con la forza e l'orgoglio delle nostre idee, e non potremmo accettare che queste idee venissero guardate con sospetto, considerate con fastidio o relegate sdegnosamente ai margini''. Follini cita Andreotti e Mannino, applauditi dal congresso, per ricordare che ''nessun processo, nessuna sentenza puo' capovolgere gli eventi politici e i valori civili del nostro dopoguerra''.
Ringrazia Casini, cita De Nicola e resta sui punti piu' discussi dell'agenda politica di questi giorni, Follini, e sottolinea: ''Quando ci accusano di avere la tentazione del ribaltone mi chiedo sempre se e' piu' giusto urlare di rabbia o metterci a sorridere: dico che e' piu' giusto sorridere e guardare oltre''.
In uno slogan ''non ci convince un'idea barricadera, chi si esprime per forzature'' perche' ''vogliamo stare sulla piazza della democrazia greca, non nel castello della feudalita'''. Poi, il segretario 'in pectore' ha ricordato le difficolta' e i problemi da affrontare: la Fiat, la scuola, la ricerca. Per chiarire che l'Udc crede ''in un'Italia ''piu' europea, piu' solidale, che offra al mezzogiorno opportunita' di sviluppo, che ripensi al suo welfare a partire dalle famiglie''. Ma anche a un'Italia ''piu' unita, un Paese solo che non si divida tra nord e sud''.
Ma Follini non si e' sottratto al confronto, 'caldo' nei giorni del congresso, co gli alleati. ''In questi giorni abbiamo discusso, continueremo a discutere. Si tratta di rendere armoniche idee diverse''. Esempi? La Rai. Per Follini ''non conviene al Paese una Rai priva di un progetto culturale, ridotta a una giungla nella quale due o tre giapponesi continuano a combattere perche' non hanno riconosciuto alla radio la voce dell'imperatore Hiroito che annuncia la fine della guerra''. Il passaggio e' anche occasione per dire che ''non ci si venga a dire che ci sono trame dietro questa vicenda. Ci sono doveri istituzionali, a cui il presidente della Camera adempie con scrupolo''.
Oltre alla Rai, l'altro argomento su cui ci sono idee diverse e' la devolution. ''Abbiamo preso un impegno, che ribadiamo -ha detto Follini- ma una legge costituzionale non si fa sulla punta delle baionette, neppure delle baionette padane''. Follini ha ammesso che ''c'e' da cucire un nuovo vestito istituzionale''. Per questo, ha indicato come esempio ''lo faremo prendendo a modello l'articolo 72 della Costituzione di uno Stato federale, la Germania''. Perche' ''le condizioni i vita, i diritti fondamentali, debbono essere gli stessi''.
Altro argomento foriero di polemiche e discussioni nella maggioranza, il presidenzialismo. ''Il cambiamento -per Follini- deve essere nel solco dell'armonia tra i poteri dello Stato. La costituente del '46 dimostra che le riforme fatte insieme durano una vita, quelle a maggioranza una legislatura. Dobbiamo scegliere tra riforme solide e quelle che durano lo spazio di un mattino''. Ed e' toccando l'argomento riforme che Follini si rivolge direttamente al premier Berlusconi: ''Insieme a lui abbiamo il compito di governare il Paese. Ma l'amicizia e' il territorio della verita', non solo quello dell'affetto''.
Sottolineando che l'Udc preferisce ''un cancelliere ad un megapresidente'', Follini ha aggiunto: ''Chiediamo a Berlusconi di aggiustare la rotta politica della maggioranza: vogliamo ridurre l'aliquota politica che governo e maggioranza si trovano qualche volta a pagare a certe posizioni piu' estreme, a certe derive che ci allontanano dal grande cuore di quella Italia di mezzo, moderata''. Follini ha lanciato un appello ai centristi dell'Ulivo a venire ''qui, perche' e' qui che si costruisce la nostra casa'' e ha sottolineato che la maggioranza ''fatta di tre partiti 'contro' uno minore'' e' ''uno schema che non darebbe alla coalizione tranquillita' e solidita'''. Per questo, l'Udc pone non ''il problema del rango politico del nostro partito'', ma quello ''dell'equilibrio della coalizione''.
Follini non ha negato le differenza dalla Lega, dicendo che l'Udc non ha ''nessuna indulgenza rispetto a correnti euroscettiche'', a chi ''considera il Capo dello Stato come parte in causa quando invece ha dimostrato in questi anni di essere il riferimento istituzionale piu' corretto per tutte le parti''. Come anche ha ammesso di essere rimasto deluso da Fini, ''per la sua drastica chiusura verso ogni forma di clemenza giudiziaria''.
Follini, che ha anche proposto che sia il Consiglio nazionale ad eleggere Buttiglione presidente, ha poi ribadito a Berlusconi e Fini ''sostegno e alleanza'', a Bossi ''chiarezza e correttezza''. E, a chi ha parlato di appoggio esterno, Follini ha ricordato che ''siamo e saremo nel governo per quanto potremo essere utili e ascoltati. Non abbiamo ansia di poltrone''.
Infine, dopo aver ricordato Moro e la Dc, l'ultimo passaggio dedicato al sondaggio di Datamedia che dava i centristi all'1,5 %. ''Poco piu' di sei mesi fa, abbiamo raccolto il 7,8%. Se la matematica non e' un'opinione dovremmo aver perso quattro elettori ogni cinque. Non credo che abbiamo cosi' tanto talento politico nel dissipare le nostre risorse''.
Rocco Buttiglione e Carlo Giovanardi, i due ministri centristi, hanno commentato in toni estremamente positivi la relazione di Follini. Per Buttiglione ''Follini ha fatto un discorso di alleanza perche' l'Udc rimane nella Cdl ma per farsi ascoltare'', ha detto a caldo il ministro delle Politiche comunitarie. Stessi toni per Carlo Giovanardi: ''Da Follini e' arrivata la richiesta di pari dignita' perche' l'alleanza non deve essere un tre piu' uno ma composta da quattro partiti'', ha sottolineato il ministro per i Rapporti con il Parlamento.
Per Sergio D'Antoni l'intervento conclusivo di Marco Follini e' stato ''ricco di stimoli e impegnativo per gli obiettivi fissati che danno al partito linee forti per andare avanti e rafforzarsi. Noi vogliamo un partito di militanti, di iscritti e di simpatizzanti che partecipano e decidono tutti insieme. Continueremo la nostra battaglia politica e democratica dentro la Cdl''. D'Antoni minimizza i contrasti e i distinguo con la maggioranza che si sono manifestati nelle ultime settimane. ''Noi non facciamo capricci -ha detto rispondendo alla domanda se il congresso dell'Udc rafforza o indebolisce la maggioranza- poniamo questioni politiche e lo abbiamo fatto in modo trasparente e leale. Ora vedremo il presidente del Consiglio che uso intendera' farne. Non ci sono conflitti di nessun tipo -ha concluso- vogliamo discutere e decidere tutti insieme''.

9 Dic 2002


Fonte: Il Giornale online

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