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L'evoluzione della Cgil - sabato 25 ottobre 2003 at 12:04

Epifani al centro del campo

Roma. Con Cofferati ieri Epifani ha marciato fianco a fianco. Ma in realtà è proprio del suo abbraccio che l'attuale segretario della Cgil si è liberato. La giornata di ieri in fondo è una sua vittoria e lo mette al centro della scena sindacale e politica. Epifani è arrivato alla segreteria della maggiore confederazione italiana nel pieno dell'esposizione mediatica di cui allora godeva il "cinese" e nel momento in cui le speranze per un suo intervento salvifico nel campo delle sinistre - esauritesi con il referendum sull'articolo 18 e poi con la scelta di "rientrare" nella politica-politica accettando la candidatura a sindaco di Bologna - lo rendevano il personaggio chiave della politica italiana. Per qualche tempo la sua successione a Cofferati non è sembrata all'altezza.
Dal momento della sua elezione, però, il neosegretario ha lavorato in due direzioni. Innanzitutto recuperare alla propria organizzazione il ruolo sociale che le compete, valorizzandone l'autonomia dal quadro politico, senza rinunciare a precise scelte di merito - come l'opposizione alla guerra o la critica alla Convenzione europea - ma senza prestarsi a operazioni di incursione nella crisi dei partiti come aveva cercato di fare Cofferati. Un atteggiamento che oggi consente alla Cgil di osservare con interessato distacco le evoluzioni del centrosinistra senza rinunciare a far pesare la propria posizione: si pensi alla puntuale replica fatta alle dichiarazioni di Fassino sulla missione militare in Iraq.

Da questa autonomia, la Cgil ha potuto così ricostruire un quadro unitario con Cisl e Uil approfittando della progressiva lacerazione nei rapporti tra questi due sindacati e il governo. Su questa strada, in realtà, si è giovata dell'ambiguità che le permette di assumere, sul piano dell'immagine, un profilo radicale pur continuando a mantenere una pratica sindacale concertativa e moderata a livello di rinnovi contrattuali e di politiche territoriali. Una politica, come si vede, su più fronti, compreso anche il rapporto con il movimento "no-global" che consente oggi a Epifani di situarsi in una posizione di cerniera. E di contare molto di più di quanto si sia potuto permettere lo stesso Cofferati.

Salvatore Cannavò

(25 ottobre 2003)


Fonte: Liberazione online

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