News Item

View All News Items

MUSSI: “OPPOSIZIONI SUBITO IN PIAZZA… - giovedì 16 ottobre 2003 at 00:52
MUSSI: “OPPOSIZIONI SUBITO IN PIAZZA…E’ L’ORA DI UNA MANIFESTAZIONE UNITARIA…”
Liberazione - intevista di Angela Azzaro
FABIO MUSSI 15/10/03

-------------------------------------------------------------------------------------------------------

«Se si vuole aprire un qualche spazio per la risoluzione della crisi irachena, occorre rimettere la questione nelle mani dell'Onu. Ma la presenza delle Nazioni Unite non è compatibile con lo stato di occupazione attuale».
Il coordinatore nazionale del Correntone, Fabio Mussi, chiede insieme a tutto l'Ulivo e a Rifondazione comunista che il ministro della Difesa, Antonio Martino, vada in Parlamento perché si voti sul prolungamento della missione dei soldati italiani in Iraq, ma a differenza della maggioranza del suo partito, della Margherita e dello Sdi, ritiene che la soluzione non sia autorizzare che le truppe restino anche se sotto l'egida dell'Onu. L'esercito italiano deve lasciare l'Iraq. Una posizione che nasce da un'idea politica molto netta: la pace. «Assisi - sottolinea il vicepresidente della Camera - dimostra come il pacifismo abbia scavato profondamente nella coscienza del paese».

L'Ulivo ancora una volta diviso sulla missione in Iraq?

Il centrosinistra un anno fa sulla guerra si era già diviso, frammentato. Credo che i 147 deputati e senatori, dell'Ulivo e di Rifondazione, che sin dall'inizio hanno detto no alla guerra "senza se e senza ma", abbiano svolto una funzione essenziale. I nostri soldati fanno parte di quelle che l'Onu chiama potenze occupanti: queste non sono per nulla in grado di aprire una qualunque prospettiva di sovranità, di indipendenza, di stabilità, di democrazia. Sono valori che non si portano sulla punta dei fucili.

Il no alla guerra come punto qualificante del dialogo tra Ulivo e Prc?

Sì, anche perché la guerra in Iraq non è semplicemente un'altra guerra, ma un punto della riorganizzazione politica a livello mondiale, dove sperimentare una dottrina di tipo imperiale: il fallimento è clamoroso. La crisi scuote tutto il Medio Oriente e l'Iraq è diventato una sorta di bomba innescata, una Disneyland del terrorismo. Su questo terreno la sinistra, in Europa, si è spaccata come una mela. Da una parte Blair, dall'altra Schroeder. E' oramai evidente il fallimento della cosiddetta "Terza via di Tony", che lo ha portato nelle braccia della destra mondiale più aggressiva e militarista. Considero assurdo che la questione del disarmo sia pressoché sparita dall'agenda politica.

Non da quella del movimento che ha marciato domenica. Che cosa l'ha colpita di più della grande partecipazione popolare?

La straordinaria presenza di giovani, cattolici e della sinistra, mescolati in un unico corteo. Assisi è un esempio concreto di quella che si chiama contaminazione delle culture. Insieme a loro hanno marciato anche i politici firmatari della Carta, proposta dal Tavolo per la pace, in cui si chiede che la nuova Costituzione europea abbia un articolo 11 come quello italiano. Un unico rammarico: non essersi mossi prima che la Convezione venisse presentata alla Conferenza intergovernativa. Si deve costruire un'Europa che stia su un altro versante rispetto all'attuale amministrazione Usa.

Trecentomila in marcia: un segnale da sottovalutare?

C'è stata la tentazione di considerare archiviato l'anno dei movimenti. «E' chiuso il biennio rosso», si è detto. Valutazioni non intelligentissime e piuttosto imprudenti. Il 2002 è stato attraversato da forti movimenti di massa: otto, dieci milioni di persone sono scese in piazza da protagoniste, con le bandiere, gli striscioni. Ma non è finita. Le bandiere, anche se stinte, continuano a restare appese in tutto il paese. Sono i vessilli sbiaditi di convinzioni ancora vivide: sarebbe bello organizzare una manifestazione di queste bandiere.

Il governo, anche se con non poche difficoltà, si appresta a far approvare una Finanziaria che potrebbe mettere definitivamente in ginocchio il paese. Qual è il compito delle opposizioni?

Il no alla politica economica del governo deve essere monumentale e tuonante. E' del tutto evidente come la destra non sia per nulla portatrice di un'istanza di modernizzazione, come qualcuno sostiene... anzi sosteneva. Questo governo sta determinando una regressione di stampo medioevale nei rapporti civili e un declino economico-sociale. E' necessario mettersi di traverso contro questo obiettivo. Non capisco come si possano avere dubbi sulle ragioni che hanno spinto i tre sindacati confederali a indire lo sciopero del 24 ottobre.

Si riferisce alla presa di distanza del segretario dei Ds Fassino?

In effetti si è sentita qualche apertura improvvida.

Il no a Berlusconi può essere un collante sufficiente per tenere insieme le opposizioni?

Mentre si mettono in ordine tutti i nostri no, si deve iniziare a costruire seriamente il programma comune, che delinei un'alternativa. Che cosa si aspetta ancora? Non credo che il governo arrivi al 2006. Abbiamo pochi mesi di tempo. E si può vincere solo con un Ulivo tutto unito e alleato di Rifondazione comunista.

Quali i contenuti di questo programma?

Deve essere chiaro che spostare in senso moderato l'alleanza è il riflesso di una stagione politica ormai al tramonto. Siamo alla crisi del liberismo, non al suo apice. I punti cardine del programma dovrebbero essere il no alla guerra, lo sviluppo sostenibile, l'espansione dei diritti e non la loro contrazione, la riduzione della flessibilità, la destinazione dei redditi verso i salari e non verso le rendite e i profitti, infine la costruzione di una democrazia partecipata.

Il quadro a sinistra non è semplice, a partire dai Ds ormai orientati verso la lista unica. Quale spazio per voi in un partito che potrebbe diventare Riformista?

Noi facciamo la nostra battaglia. Il partito Riformista, che viene indicato come la vera ratio della lista unica, è collocato in un quadro astratto. Intanto in Europa non abbiamo partiti che si chiamino così. E' più facile usare la parola riformista per indicare una inclinazione piuttosto che per identificare un soggetto politico, un partito che del resto mi pare escluso dall'orizzonte della Margherita. Ho visto il giornale Il Riformista che scriveva: «Rutelli e Fassino siate riformisti come Fini».... potremmo fare un partito unico... La lista unica è appesa a tre partiti - Ds, Margherita, Sdi - dei sette che compongono l'Ulivo: taglia a destra e a sinistra. Abbiamo scelto un labirinto invece che una strada dritta. Epifani alla nostra assemblea ha detto: «Fate le cose semplici». Ha ragione. Si dovrebbe andare alle europee con un doppio simbolo e un unico manifesto di tutto l'Ulivo alleato del Prc.

E' d'accordo con Bertinotti quando, in riferimento al Correntone, ha parlato di avvicinamento con i contenuti espressi da Rifondazione?

Il confronto politico è più fluido delle rigide appartenenze partitiche. L'avvicinamento col Prc è nella radicalità del giudizio sul fallimento del liberismo di guerra. Temo invece che si mantenga una certa distanza sulla questione Ue: la nostra critica non deve mai rischiare il no all'Europa politica unita.

No alla lista unica ma che cosa dice della sinistra alternativa?

Guardo con molta preoccupazione la stabilizzazione di una sinistra cosiddetta riformista e di una sinistra cosiddetta alternativa. Temo la possibilità che questi due nuclei si allontanino politicamente e programmaticamente. Penso invece che il problema sia un altro: si deve lavorare perché nel campo delle opposizioni il baricentro politico sia spostato verso un riformismo radicale. Da questo punto di vista mi interessa il dialogo diretto con Rifondazione e le altre forze della sinistra.

Il quadro non è però tanto schematico. Ci sono politici come Bassolino, che pure fanno parte del Correntone, che sostengono la lista unica e il partito Riformista con contenuti molto radicali...

C'è grande confusione sotto il cielo, speriamo che la situazione sia comunque eccellente.

Nel futuro immediato quali iniziative prendere per alimentare il dialogo e contrastare le destre?

Intanto si partecipi a tutte le grandi iniziative dei movimenti. Credo, inoltre, che sia giunto il tempo per organizzare una grande manifestazione politica delle opposizioni come suggerita da Bertinotti. Potrebbe essere promossa intorno a un iniziale nucleo di obiettivi tali da diventare il primo passo del programma comune.

Angela Azzaro

(15 ottobre 2003)


Fonte: Aprile per la Sinistra online

home page


Per inviare una tua notizia alla redazione, posta qui:

news per la redazione altomesima



Powered by Web Wiz Site News version 3.05
Copyright ©2001-2002 Web Wiz Guide