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La riflessione filosofica intorno all'amore - martedì 3 dicembre 2002 at 14:19

La riflessione filosofica intorno ai temi dell'amore e...
Leonardo V. Distaso

La riflessione filosofica intorno ai temi dell'amore e della sessualità, del valore sociale e personale dei rapporti affettivi, delle implicazioni che la sfera del privato ha nei confronti della sfera sociale e politica è, da molto tempo, una riflessione povera e spesso chiusa in schemi e categorie datate e anacronistiche. In più, è raro trovare filosofi e studiosi che dedichino a questo aspetto importante della realtà esistenziale un'attenzione e una concentrazione adeguate al rischio che tale riflessione comporta.
Non che manchino nella storia della filosofia esempi magistrali di interrogazione intorno al tema dell'etica amorosa e sessuale, ma non è un caso che l'avvento della cristianità abbia condotto il mondo occidentale su una strada da cui ha sempre guardato con sospetto e riluttanza anche la semplice presa di posizione nei confronti di una riflessione sul tema. Ciò vuol dire che libri capitali come il "Simposio" di Platone, il "De Anima" di Aristotele (e forse anche la sua "Poetica"), per passare attraverso la erotica di von Baader, il "Don Giovanni" kierkegaardiano, la famiglia marx-engelsiana, fino agli scritti di Hannah Arendt e di Maria Zambrano, appaiano testi non sempre adeguatamente compresi, oggetto di infinite discussioni spostate, marginali, laterali.

Tema difficile per la filosofia, oggetto di sospetto e di difficile collocazione per la politica, scaduto a livello banale per la sociologia, l'etica amorosa e sessuale è divenuta col tempo centro tematico della letteratura, che dalla tragedia attica fino al romanzo dell'Ottocento, per decadere nel romanzo d'appendice e nel racconto dei nostri giorni (per non parlare del cinema, della fiction televisiva e della musica popolare) ne ha fatto il motore della produzione più o meno artistica, più o meno accettabile dal punto di vista di quello che un tempo si chiamava valore estetico. E' proprio nel romanzo, nel film, in alcuni quadri e sculture che il tema dell'amore e della sessualità è stato problematizzato e affrontato là dove il deficit di riflessione è stato sostituito con l'esibizione di un'esperienza piuttosto che con la sua organizzazione concettuale.

A tal proposito appare opportuna l'uscita del testo di Arrigo Colombo ("La società amorosa", Edizioni Dedalo, Bari 2002), che ripercorre il problema in questione sotto una chiave utopica, alla luce di uno scritto di Fourier pubblicato postumo: "Nuovo mondo amoroso". Colombo, studioso dell'utopia di fama internazionale, esponente dell'area del dissenso cattolico degli anni Sessanta, si serve di Fourier per impostare i termini di una revisione dell'etica amorosa e sessuale, revisione che dovrebbe consentire di affacciarsi a una liberalizzazione di tale etica, e forse anche dei costumi - per dirla kantianamente - smascherando i capisaldi stoico-gnostico-manichei dell'etica cristiana, e di conseguenza delle etiche borghesi dell'Occidente e dei modelli sociali dominanti. Il testo di Colombo ci accompagna, quindi, lungo il cammino storico-filosofico che l'idea di amore (e la sua pratica sociale) ha avuto in Occidente toccando temi quali quello della famiglia, dell'amore nei bambini, del rapporto che essi hanno tra loro e con gli adulti, dell'amore tra gli anziani e dei processi di emarginazione sociale e personale (come non pensare alle pagine di Foucault, a questo punto), per arrivare all'ipotesi, così caramente utopica per l'autore, di un nuovo e alternativo modello sociale in cui inquadrare ancora una volta la famiglia, ripensandola nel tessuto sociale alle prese con problemi quali la procreazione, la crescita e l'educazione dei figli, gli affetti personali e comunitari.

Sarà proprio la comunità il modello utopico cui aspira Colombo, anti-gnostico e anti-capitalistico e fortemente critico del cristianesimo convenzionale, laddove il cristianesimo delle origini era retto e gestito da piccole comunità cui il ciclone paolino impose la dissoluzione in nome del corpo mistico dell'unità nella ecclesia.
Comunità, per Colombo, che è comunione di affetti e di vita, comunione del lavoro attraverso lo scambio di conduzione e produzione, comunione dei beni e svuotamento dell'idea di proprietà, comunione dell'autorità e dei figli, con conseguente drastica reintroduzione del tabù freudiano così tanto dolorosamente abolito: quello della certezza della prole e la conseguente istituzione della proprietà privata e della sua successione.
Colombo auspica l'avvento di una comunità in cui ciò che conta è il compito formativo della prole che si impone come un dovere della comunità e della organizzazione socio-politica, seguendo un modello che si ispira al kibbuz.
Qui la riflessione di Colombo si colma di speranza e di fiducia nel destino della famiglia (il suo trascendimento, come lo chiama l'autore) e del suo futuro in seno alla società. La famiglia, trascesa, si organizza nella comunità, diventando soggetto attivo nel cammino dell'utopia sociale proposta. Ma la famiglia catto-borghese ha la possibilità di ripensarsi come istituto comunitario in nome del suo trascendimento mettendo da parte l'auspicato avvenire trascendente?
La famiglia frammentata e allargata ha la possibilità di riconoscersi nella ricostruzione dell'unità sociale che dovrebbe abbattere il modello patriarcale e androcentrico?
La monadica famiglia occidentale, chiusa nel suo possesso e dominata dal dominio diffuso e paralizzante del capitale informatizzato e pubblicitario, padrone del linguaggio e dell'immaginario, che tiene sotto pressione sia il risparmio che il salario, può tale famiglia recuperare la propria coscienza e immaginarsi nuovamente di essere protagonista di un mondo degli affetti allargato all'intera sfera sociale?
Sono domande che il testo di Colombo aiuta a formulare, ma su cui ancora molto si dovrà lavorare per realizzare non dico l'utopia di un'etica amorosa e sessuale che realizzi compiutamente il processo di liberazione, ma che almeno si faccia partecipe di un ampio fronte di riflessioni e di pratiche che insieme contribuiscano ad aprire la strada a un nuovo mondo possibile.


Fonte: Liberazione online

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