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Stipendi falcidiati dai prezzi - domenica 14 settembre 2003 at 10:41
Il carovita ha eroso gli aumenti contrattuali: in caduta
libera il potere d'acquisto di impiegati e operai
Stipendi falcidiati dai prezzi
operai e impiegati i più colpiti
I contratti non reggono, cala il potere d'acquisto

ROMA - Le buste paga degli italiani sono sempre più leggere, il fattore lavoro vale sempre meno e aumenta così l'esercito dei lavoratori poveri. Negli ultimi due anni e mezzo l'inflazione si è mangiata completamente gli aumenti contrattuali di quasi tutte le categorie, calcola la Cgia di Mestre rielaborando i dati Istat. Ma c'è chi, prendendo in esame le buste paga effettive, valuta un impatto ancora più pesante: una perdita di potere di acquisto che arriva anche al 9% per impiegati e operai.

E non è soltanto un problema di confronto salari-prezzi, a tutto svantaggio dei primi: è anche il risultato del fatto che gli aumenti di produttività sono previsti in pochi contratti integrativi e mai nei contratti collettivi nazionali.

"A dispetto di molti discorsi sulla necessità di investire in capitale umano, il lavoro vale progressivamente meno - dicono i ricercatori dell'OD di consulenza aziendale che studia le dinamiche retributive - ad eccezione dei livelli molto alti le imprese non investono più sugli uomini". Gli aumenti previsti nei contratti, che fanno riferimento ai minimi contrattuali, incidono sempre meno sulle buste paga: le imprese, infatti, hanno pressoché congelato tutte le altre voci che contribuiscono alla formazione dello stipendio.

Partiamo dai dati Cgia-Istat. Tra il primo gennaio del 2001 e il luglio del 2003 il taglio delle retribuzioni reali orarie ha colpito la maggior parte dei settori economici. Pochissime categorie di lavoratori sono riuscite a salvaguardare il potere d'acquisto: nell'industria solo i metalmeccanici e gli alimentaristi registrano un aumento reale delle retribuzioni, tutti gli altri hanno perso. Il calo è poi dell'1,4 in agricoltura, dello 0,6 nell'edilizia, dell'1,4 nel settore credito, del 5,3 nelle assicurazioni, dello 0,5 per cento nella pubblica amministrazione.

Se passiamo dagli aumenti contrattuali a quelli effettivi il quadro si fa più drammatico. Una proiezione della OD acquisto delle retribuzioni in due anni pari al 7,6 per cento per gli operai, al 9 per cento per gli impiegati, al 4,7 per i quadri e al 7,6 per cento per i dirigenti. Forte di una banca dati di oltre 800mila buste paga, OD istituto evidenziano che in due anni i salari degli operai sarebbero aumentati soltanto dello 0,25 per cento, mentre quelli dei colletti bianchi sarebbero addirittura diminuiti, sempre per quanto riguarda il valore nominale, dell'1,1 per cento.

"Il problema è che le imprese italiane hanno scelto una sfida di basso profilo - dicono ancora i ricercatori dell'OD innovazione e la valorizzazione delle professionalità. Insomma, giocano con le regole dettate da altri". Il fenomeno del progressivo svuotamento delle buste paga non sembra destinato a invertire la tendenza nel breve periodo. Il recupero del potere d'acquisto, non solo per le scarse speranze di ripresa, ma anche per i vigenti rapporti di forza tra imprenditori e sindacati, sembra lontano. Difficilmente ci sarà un'inversione di tendenza nel breve periodo. L'inflazione avrà dunque ancora buon gioco nella sua erosione dei salari e degli stipendi.

RICCARDO DE GENNARO
(13 settembre 2003)


Fonte: La Repubblica online



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