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Sinistra d'alternativa in movimento - martedì 9 settembre 2003 at 11:14
Discussione (e consensi) sulla proposta lanciata da Fausto Bertinotti: riunire
le forze che non si riconoscono nel progetto riformista promosso dai leader del centrosinistra

Roma - L'autunno politico si preannuncia caldissimo. Se i riformisti si preparano discutendo di listone e partito unico, la sinistra d'alternativa non sta a guardare. Tutt'altro. Ad animare la scena ci ha pensato Fausto Bertinotti, che ha lanciato l'idea di una forza politica a sinistra dei riformisti che possa raggiungere il 10-15%. A rispondere prontamente ma con diverse sfumature, Oliviero Diliberto per il Pdci e Alfonso Pecoraro Scanio per il Sole che ride. «Penso - ha spiegato al Corsera il segretario di Rifondazione comunista - che si potrebbe arrivare a riprodurre a parti invertite il vecchio schema che vedeva la sinistra articolata sostanzialmente su due forze: un grande Pci e un più piccolo Psi». Dove il partito unico riformista, lanciato da Massimo D'Alema, starebbe a livello politico, non per le percentuali, dove prima c'erano i socialisti. A sinistra della Quercia, invece, si collocherebbe quello che Bertinotti prefigura come «qualcosa di più di un partito, una soggettività articolata e organizzata. Guai - avverte infatti - a presentare il tutto come una pura riorganizzazione del ceto politico, come un'operazione che marcia senza guardare ai fermenti e ai movimenti della società». Attenti, sostiene Bertinotti, a non dimenticare il movimento dei movimenti, il suo protagonismo politico.
Un monito che fa chiarezza in un dibattito che rischia sempre di cadere nelle vecchie formule. In voga prima che il vento di Porto Alegre soffiasse così forte anche in Italia.

E' questa la chiave dirimente con cui leggere il dibattito che la proposta del segretario del Prc ha fatto scaturire. Diliberto dice sì a Bertinotti riproponendo però una vecchia idea, quella della confederazione: «I comunisti italiani - ha spiegato non intendono sciogliersi, né tanto meno confluire in un'altra organizzazione politica. Se viceversa l'ipotesi di Bertinotti configurasse una riaggregazione della sinistra sotto forma confederale, nella quale ciascuno mantiene la propria autonomia e la propria identità, ci interesserebbe».

Per Pecoraro Scanio, che dice no anche al partito riformista, «una confederazione di partiti comunisti non ci può riguardare perché non siamo comunisti ma siamo un partito ecologista e libertario». Si tratta allora «di lavorare insieme sulla base di programmi comuni che possano basarsi anche su temi specifici». Obiettivo per i Verdi è quello di riaggregare le forze ambientaliste in Europa.

Il clima più agitato è nell'area dei Democratici di sinistra. La determinazione con cui Massimo D'Alema e Piero Fassino portano avanti l'dea di realizzare lista e partito unico non piace al Correntone, spinto a fare chiarezza sui rapporti dentro il partito. Otto esponenti di Socialismo 2000 e della sinistra ds tra cui Di Siena, Grandi, Mele, Pettinari e Salvi, hanno inviato una lettera agli altri componenti della direzione nazionale per aderire alla richiesta di convocazione di una riunione in tempi brevi. Punto in discussione? Evidentemente la scelta riformista imposta dal segretario e dal presidente. Vannino Chiti, coordinatore della segreteria, risponde che già domani si deciderà la data in un cui riunire gli organismi direttivi.

Ma in casa diessina la temperatura non scende. Lo spiazzamento della sinistra di via Nazionale è evidente. «Si tratta ancora di discorsi futuribili - spiega però Mele aprendo alla proposta di Rifondazione - ma è chiaro che se dovesse prendere corpo la prospettiva di un soggetto riformista, a sinistra, si imporrebbe la ridefinizione del sistema politico». «Il ragionamento di Bertinotti - gli dà man forte Pettinari - è assolutamente sensato: di fronte ad un progetto come quello del soggetto riformista che crea uno spostamento a destra dell'asse politico, è giusto porsi l'obiettivo di aggregare tutte le forze della sinistra». La scelta è però quella di resistere alla svolta riformista. «L'obiettivo - ribadisce Gloria Buffo usando le stesse parole di Fabio Mussi qualche giorno fa - è di unirsi per battere Berlusconi».

Ma ormai le acque sono state smosse. Tra i "movimenti" del mondo della sinistra non riformista anche un incontro organizzato dalla sinistra Cgil guidata Gian Paolo Patta, che nei giorni scorsi ha messo a confronto partiti e associazioni, da Bertinotti, Diliberto, Pecoraro Scanio, Salvi, a Pancho Pardi e Agnoletto. Un documento in undici punti dà conto dei contenuti comuni che saranno al centro del prossimo appuntamento stabilito per il 6 ottobre.

Intanto, non si ferma la discussione sul partito unico soprattutto nelle due formazioni che ne sarebbero la spina dorsale. Nonostante le critiche interne Fassino tira dritto: «Dobbiamo lavorare per presentarci ai cittadini con una coalizione coesa e solidale». Ancora più complicato il lavoro di Francesco Rutelli. Che pur aderendo alla proposta del lista unica deve, da una parte, fugare il timore che la Margherita venga assorbita dai Ds, dall'altra contrastare le critiche dei popolari, pronti a dare battaglia nei congressi provinciali e regionali, fino a quello nazionale previsto per gennaio, contrari - ancora prima che alla nascita del partito riformista - alla lista unica.
Angela Azzaro

(9 settembre 2003)


Fonte: Liberazione online

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