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La Provincia svela la propria impotenza - sabato 12 luglio 2003 at 01:19
Vibo Valentia - Il presidente della provincia di Vibo Valentia Ottavio Gaetano Bruni non fa mistero sulla grave crisi occupazionale che sta colpendo il Vibonese.
E' il primo , anzi, a fornire il bollettino ufficiale delle carenze, in merito, esistenti ed a rendersi conto della priorità assoluta che tale problema riveste nella società.
Sensibile, è lui assieme all'assessore al Lavoro De Grano, nei confronti della disoccupazione e della vertenza Nuovo Pignone tanto da rilasciare ieri il seguente comunicato:

"Da parte della Provincia c'è piena condivisione delle ragioni che hanno determinato lo sciopero indetto oggi dai sindacati per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla sorte del Nuovo Pignone. Purtroppo tutta la problematica occupazionale del Vibonese continua ad aggravarsi, a causa soprattutto
dell'indifferenza del Governo che dà l'impressione di voler abbandonare il Mezzogiorno al suo destino, senza attivarsi con efficaci politiche di sviluppo perché si riduca il gap esistente tra Nord e Sud del Paese.
Per quanto riguarda la vertenza che coinvolge i lavoratori del Nuovo Pignone, ciò che colpisce è la totale assenza dell'azienda.
La General Elettric sembra un fantasma e nessuno riesce a interloquire direttamente con suoi vertici.
Le rassicurazioni ottenute in passato, secondo le quali almeno per il 2003 non ci sarebbero state riduzioni
di organico né ricadute negative sull'indotto che gravita intorno alla fabbrica di Portosalvo, si sono rivelate promesse di marinai. Intanto, dal Governo non arriva nessun segnale confortante, né tanto meno un impegno preciso a farsi garante della soluzione di questa drammatica vicenda occupazionale. Sembra quasi che l'esecutivo Berlusconi abbia di fatto cancellato il Sud dai suoi programmi e, dal canto suo, la Regione Calabria aggrava questa situazione dirottando le poche risorse disponibili verso altre zone e determinando così il graduale depauperamento del tessuto produttivo vibonese.
Arrivati a questo punto, dopo aver preso atto della massiccia mobilitazione organizzata dai sindacati confederali, occorre che tutti, società civile, associazioni imprenditoriali e politici scendano in campo per far sentire la propria voce, perché in gioco ormai non c'è soltanto il Nuovo Pignone, ma l'intera economia vibonese".

Sulla sensibilità di Bruni non vi erano dubbi; è riconosciuto da tante persone ormai, anche, la sua pragmaticità ed il suo fiuto da politico di razza.
Può bastare, però, prendere atto del problema?
oppure fra i compiti di una amministrazione provinciale vi è anche quello di adoprarsi a risolvere le problematiche occupazionali dei suoi amministrati?

Le considerazioni fatte nella comunicazione congiunta rilasciata, paiono essere uno scaricabarile sulle responsabilità che hanno portato alla grave crisi occupazionale del vibonese.

Avere accettato le regole del federalismo che spostano in teoria più risorse e competenze agli enti locali - quindi fare il governatore della provincia - e poi incolpare i poteri centrali sembra essere una contraddizione in termini.

Non vi è forse bisogno oltre le critiche, alquanto giustificate nei confronti dei poteri centrali, di una presa d'atto che - per quanto riguarda l'occupazione nel vibonese - vi è stato un colpevole regresso imputabile anche ad una non buona amministrazione?

I tanti giovani del vibonese costretti a fare le valigie negli ultimi anni, come un tempo hanno fatto i loro padri, per mancanza di prospettive lavorative ed il conseguente invecchiamento della popolazione residente e stato di abbandono di tanti paesi della provincia, sono - nelle amare statistiche - a testimonianza di quanto vi sia bisogno di ricambio d'uomini, programmi e metodi nell'azione politica dell'attuale amministrazione della Provincia.
mimc
(sabato 12 luglio 2003)




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