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La sfida dei partiti per le provinciali - martedì 8 luglio 2003 at 10:40
L'appuntamento elettorale del prossimo anno apre giochi piuttosto pesanti sia nell'Ulivo che nel centrodestra
La sfida dei partiti per le provinciali
Bruni punta alla riconferma, l'Udeur pone il veto. Nella CdL dialogo bloccato

Vibo Valentia - Le tensioni ci sono eccome, ma non dovrebbero sfociare in veri e propri scontri. In fondo le coalizioni si prestano a confronti piuttosto accesi ma alla fine la ragione dell'appartenenza, in questo caso dello stare insieme per sopravvivere, è destinata a prevalere. Il primo appuntamento a cui le forze politiche cominciano a guardare sono le provinciali del 2004. Ma come si presentano gli schieramenti? Che cosa bolle nelle rispettive pentole? Quali sono i nodi ancora da sciogliere? In altre parole: chi sono i candidati alla presidenza? E con quante liste giocano gli schieramenti?
Centrosinistra – L'Ulivo amministra la Provincia. Attorno ad essa ha costituito una vera e propria roccaforte. A rafforzarsi, in maniera piuttosto consistente in questi anni, è stato il presidente Ottavio Bruni, leader della Margherita. È lui l'uomo più rappresentativo che il centrosinistra ha a sua disposizione per gettare sul terreno dello scontro elettorale. Bruni ed i suoi sono coscienti di ciò e stanno preparando tre liste da mandare in campo: due sotto il simbolo della Margherita e una “personalizzata” che porterà l'icona del presidente. Sbaglia, e non di poco, chi pensa che Bruni mediti dei percorsi alternativi. Il primo appuntamento a portata di mano è la Provincia. In questi anni il presidente ha lavorato, ha tessuto rapporti, ha fatto acquisti più o meno importanti. Con i Ds ci sono stati attriti, forse ci sono ancora. La Margherita e Bruni per certi aspetti hanno fatto “invasione di campo”, e ciò non è stato digerito dai dirigenti della Quercia e soprattutto dal vice presidente Paolo Barbieri. In ogni caso i Ds stanno lavorando per non rimanere all'angolo. Il loro primo obiettivo è quello di mettere insieme una lista che non lasci fuori l'area berlingueriana. Il progetto che dovrebbe riconfermare Bruni alla presidenza dovrebbe coinvolgere anche Rifondazione comunista che, salvo ripensamenti, è pronta a mettere in campo una lista con il Movimento dei quartieri e dei paesi (Michele Furci) e molto probabilmente anche con i Verdi. Schierati, per la stessa causa anche Sdi, Pdci (il partito è ancora commissariato) e bisognerà capire quanto riuscirà a raccogliere dopo le dimissioni in massa di circa un anno fa per la defenestrazione di Vito Pitaro. Quest'ultimo insieme al presidente del Consiglio, Martino Porcelli, sta lavorando per mettere in campo una squadra autonoma. Vogliono dimostrare che la forza dei Comunisti italiani sono solo loro. Lo stesso spirito di “rivalsa” circola tra i socialisti di Rino Formica che in provincia sono capitanati da Alfonso Del Vecchio. Spina nel fianco del presidente Bruni e dell'intera coalizione è l'Udeur, il partito al quale da qualche mese ha aderito il consigliere regionale Antonio Borrello. Al tavolo regionale chiede senza mezzi termini la presidenza.
Caso Carratelli – Altra spina nella costola del centrosinistra è rappresentata da Domenico Romano Carratelli. Un anno fa è stato eletto consigliere comunale nella lista della Margherita, il partito di cui è dirigente nazionale. Ma il suo futuro potrebbe essere sulla sponda opposta. Forse nella Casa delle Libertà. La convivenza nella Margherita con Bruni è diventata impossibile. Tuttavia la sua scelta dipenderà molto dall'esito finale del ricorso elettorale, che attualmente è al vaglio della Commissione parlamentare competente. Carratelli ha chiesto la rivisitazione del risultato elettorale, quello che l'ha visto contrapposto a Michele Ranieli (Udc). I numeri sembra siano tutti dalla sua parte. Se questa ipotesi dovesse essere confermata anche dall'aula, allora tornerà in parlamento.
Casa delle Libertà – La strada è tutta in salita. Centrare l'ambito traguardo non sarà cosa di poco conto. Forza Italia, il partito che a livello nazionale rappresenta la forza trainante di tutto lo schieramento di centrodestra, da queste parti segna il passo. L'assenza è totale e diventa difficile, trovare esponenti di partito impegnati a tenere alto il dibattito politico. L'azione è semplicemente circoscritta all'attività amministrativa. In ogni caso il partito è obbligato a mettere in campo uno schieramento piuttosto pesante per le prossime elezioni provinciali. Come? È ancora tutto da decifrare. Più tensione politica in Alleanza nazionale, ma la forte contrapposizione tra l'assessore regionale Domenico Basile e il sen. Franco Bevilacqua tengono il partito bloccato. An avrebbe la capacità di esprimere una buona classe dirigente, ma la spaccatura interna “consiglia” a maggioranza e opposizione di procedere con i piedi di piombo per evitare imboscate pericolose. L'Udc rispetto ai suoi principali alleati da un anno a questa parte apparentemente ha guadagnato qualche posizione. Dall'ultimo congresso ad oggi il partito è riuscito in parte a ricompattarsi. In parte perché all'interno del gruppo consiliare di palazzo “Luigi Razza” il malcontento rimane. Lo scudocrociato ha un impegno ufficiale: candidare Vincenzo Romeo alla presidenza della Provincia, ex segretario del Cdu. Ma nella Casa delle Libertà, tuttavia, potrebbe essere il tavolo regionale, se non addirittura quello nazionale, a dover assumere decisioni in tal senso. In questo momento la coalizione di centrodestra è senza un coordinatore, dopo le dimissioni di Bevilacqua, l'incarico è rimasto congelato. Di questo passo il centrosinistra accumula vantaggi di non poco conto. Nella corsa alle prossime elezioni provinciali è impegnato a svolgere il suo ruolo anche il Nuovo Psi. Partito in crescita rispetto ai precedenti appuntamenti elettorali. In ogni caso attualmente alla Casa delle Libertà manca quel valore aggiunto per giocare alla pari con un centrosinistra piuttosto agguerrito ed all'interno del quale c'è un malcontento molto forte.
Nicola Lopreiato
(martedì 8 luglio 2003)

Fonte: Gazzetta del Sud online



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