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Accordo con l'Ulivo? Rifondazione va in direzione - lunedì 16 giugno 2003 at 08:00
Accordo con l'Ulivo? Rifondazione va "in direzione"

Referendum, prima di tutto. Poi le amministrative appena passate e le politiche del 2006. Martedì la direzione del partito guidato da Bertinotti. Il clima col centrosinistra? Dipenderà dalla conta di lunedì sull'art.18

ROMA- Stringere o meno un accordo politico con il centrosinistra che non escluda l'ingresso di esponenti del Prc nel governo in caso di vittoria elettorale nel 2006? E' la domanda che circola in questi giorni tra i dirigenti di Rifondazione Comunista dopo che Bertinotti ha più volte precisato che un eventuale intesa politico-programmatica con l'Ulivo per le politiche non potrebbe comportare una riedizione del patto di desistenza già sperimentato nel '96. Una domanda che agita gia' i sonni di molti 'antagonisti doc', tanto che il tema potrebbe cominciare ad essere discusso già in occasione della direzione convocata dal segretario martedì per l'analisi del voto referendario e delle amministrative. Un punto, questo, dirimente per una valutazione delle possibili modalità di un'alleanza politica delle opposizioni ancora tutta da costruire. Per capire che piega prenderà un dibattito destinato a non esaurirsi in tempi brevi, bisognerà intanto cominciare a vedere come i sostenitori del sì usciranno dal confronto delle urne: una valutazione che si intreccerà con l'analisi dei risultati delle amministrative che hanno visto il Prc alleato con il centrosinistra in molte regioni sostanzialmente premiato in questa formula.

Fino alle 15 di domani, intanto, a Via del Policlinico, tutta l'attenzione è concentrata sull'affluenza alle urne. Dopo si passerà alla conta dei sì, che sarà fondamentale per ogni analisi, anche in vista delle prospettive future. Il fronte dell'astensione è vasto - viene ricordato in ambienti del Prc - e và da "Cofferati a Fini, passando per Berlusconi e Fassino". In ogni caso, come dice Bertinotti, questo referendum "non pregiudica e non favorisce" i rapporti con il centrosinistra, anche se è innegabile che l'esito peserà sul dialogo e sullo stato di salute delle relazioni reciproche. Se dovessero vincere i sì, osserva Alfonso Gianni, allora i rapporti a sinistra saranno di un certo tipo. Ma se per il raggiungimento del quorum dovesse mancare all'appello quella fascia attribuibile all'astensione di Ds e Margherita, allora sarà cosa diversa.

Comunque sia Rifondazione comunista sarà chiamata a dibattere al suo interno la strategia politica da assumere in prospettiva rispetto all'Ulivo. Se l'obiettivo è infatti da qui al 2006 quello di mettere a punto un programma delle sinistre per battere Berlusconi (magari con il coinvolgimento dei movimenti), il lavoro con il centrosinistra dovrà essere comune alla ricerca di punti programmatici convergenti su cui tessere la tela di un eventuale accordo. I rapporti con il centrosinistra, dopo le amministrative, sembrano di certo migliorati e potrebbero evolversi ancora in questa direzione, in vista delle politiche del 2006. Ma Bertinotti dovrà cominciare un lungo lavorio interno se dovesse prendere corpo l'ipotesi che, in caso di vittoria del centrosinistra, si possa formare un esecutivo che includa Rifondazione.

"Una eventualità - dice un esponente del partito guidato da Bertinotti - che segnerebbe una svolta 'storica' per un partito che ha fatto da sempre dell'opposizione una delle sue ragioni di vita" con l'unica eccezione del sostegno al governo Prodi; e che, quindi, troverebbe una forte contrarietà interna nella sinistra trotzkista che si starebbe preparando ad una opposizione "senza precedenti". Tanto che in quell'area c'é già chi ipotizza la richiesta di un congresso straordinario del partito.

(15 GIUGNO 2003; ORE 19:00)


Fonte: Il Nuovo online



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