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Ad un passo dal quorum - venerdì 30 maggio 2003 at 12:11
Anche il Cirm conferma che la soglia è vicina: 40% l'affluenza al voto
Ad un passo dal quorum

«Ce la possiamo fare». Paolo Cagna Ninchi, portavoce del Comitato per il Sì, non usa troppi giri di parole. Nel commentare i dati del sondaggio Cirm, che parlano di un'affluenza alle urne stimata intorno al 38,4%, mostra un cauto ottimismo. Le rilevazioni sono state effettuate tra il 16 e il 21 maggio. E quindi, come sottolinea Cagna Ninchi, si può soltanto migliorare. Anche i tecnici, quelli che hanno diretto i sondaggio, effettuato su un campione di 1042 "rispondenti", confermano: «Non è un voto ideologico, quello che farà la differenza sarà la conoscenza del quesito». Il dato del 38,4% fa riflettere anche loro. «In linea generale i referendum hanno uno scarso appeal - sottolinea Francesco Fabiano, ricercatore del Cirm - e quindi questo dato ha un certo peso, soprattutto se letto nel contesto degli appelli all'astensionismo che arrivano un po' da tutti i partiti presenti in parlamento». «Ancora c'è un pezzo di strada da fare», aggiunge Fabiano.
Questo, naturalmente ripropone l'importanza dei mezzi di comunicazione, "canali" in linguaggio tecnico. Un'analisi approfondita dei dati permette di stabilire, infatti, che quasi un quarto della popolazione (24%) non è a conoscenza dei due referendum del 15 e 16 giugno. Ovviamente, la responsabilità maggiore ce l'ha la televisione (il 45, 9% del campione si informa attraverso il piccolo schermo). E anche i quotidiani svolgono un ruolo non certo piccolo, con il 16, 2%.

La sensazione che i referendum si possano vincere viene anche da un altro dato, la forte trasversalità rispetto ai partiti. Se si andasse alle urne in questo momento il 55% degli italiani, stando alle rilevazioni del sondaggio Cirm, voterebbe per il Sì. Di questi il 59% verrebbero dal centrosinistra e il 30% dal centrodestra. «Non è abituale vedere percentuali come quella nell'elettorato di centrodestra - commenta Fabiano che ha diretto la ricerca insieme alla dottoressa Laura Fusi - rispetto a un referendum promosso dalla sinistra».

E' proprio questo carattere di trasversalità a far capire quanto spazio c'è ancora da "occupare". «Da oggi - aggiunge Fabiano - la differenza sarà fatta dall'uso degli strumenti informativi tradizionali». Grande spazio, quindi, ai banchetti e ai volantinaggi, alle assemblee e alla propaganda "porta a porta". Campo di operazione, il territorio. E' qui, infatti, che si manifesta la "trasversalità". «La gente si fa i conti in tasca - sottolinea Paolo Cagna Ninchi - e questo si conferma sempre più un referendum che unisce i lavoratori. Una maggioranza trasversale favorevole ai diritti». «Perché avere paura di vincere?», chiede ironicamente Cagna Ninchi. «Questo è un referendum che fa bene». Per il senatore del Prc Gigi Malabarba, dopo l'approvazione della legge delega sul mercato del lavoro che cancella l'articolo 18 per tutti, «i Ds e anche tutti i sindacati devono votare Sì, in coerenza con le battaglie dello scorso anno». L'eliminazione dell'autonomia funzionale "preesistente" nella cessione del ramo d'azienda consente, infatti, il licenziamento individuale del lavoratore ceduto, anche dipendente di una grande azienda pubblica o privata, perché in 24 ore si ritrova in una società fittizia con meno di 16 dipendenti, cui non si applica lo Statuto dei lavoratori. «Solo l'estensione del diritto propugnato dal Referendum - aggiunge Malabarba - vanifica la cancellazione dell'articolo 18, già oggi attuabile dal governo entro l'anno». Per quanto riguarda gli altri risultati del sondaggio, c'è da segnalare che il referendum sull'elettrosmog registra una "propensione al Sì" del 47%. Ancora ampia l'area degli indecisi: ben il 24%. Anche per quanto riguarda questo referendum rispunta fuori il "trasversalismo" di chi vota Sì (del 42,2% il 48,6% proviene dal centrosinistra e il 39,3% dal centrodestra). Particolarmente interessante l'equiparazione tra gli indecisi: stessa percentuale nel centrosinistra come nel centrodestra, con piccolissime variazioni (27%).

Sul fronte delle iniziative c'è da segnalare la grande assemblea tenuta ieri dalla Fp-Cgil a Roma. «E' partita la nostra campagna per il Sì al referendum sull'estensione dei diritti e le tutele tra i dipendenti pubblici», ha detto il segretario generale della FP-Cgil, Lainer Armuzzi. «Spiegheremo ai lavoratori - ha aggiunto - che il Governo con le sue leggi ha avviato la precarizzazione del settore pubblico, rendendo il lavoro atipico una regola. E su questo chiederemo la massima mobilitazione». Riferendosi ai risultati elettorali Armuzzi ha detto che «se vi sono risultati positivi per il centro-sinistra è stato per il grande impegno di lotta sull'articolo 18 nel corso di questi ultimi due anni. E poi qualcuno ci dice che è meglio astenersi il 15 giugno...».

Fabio Sebastiani
30 maggio 2003

Fonte: Liberazione online

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