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Ds, sul referendum si prende tempo - giovedì 29 maggio 2003 at 11:17
Il direttivo della Quercia rinvia la decisione ufficiale a dopo il ballottaggio e guarda al rapporto con il Prc. Bertinotti lancia la proposta del sì tecnico
Ds, sul referendum si prende tempo

«Non drammatizziamo le differenze sul referendum». A poche ore dalle elezioni, Piero Fassino smorza i toni sull'articolo 18 evitando che il direttivo arrivi al voto per ufficializzare una posizione "maggioritaria" nella Quercia. «Il referendum - è il commento di Fassino - va vanificato. Ma tutte le posizioni sono lecite».
Alla fine dei lavori l'unico ordine del giorno votato all'unanimità è quello sul voto amministrativo. Per quanto riguarda l'articolo 18 tutto viene rinviato al dopo ballottaggio, lasciando aperte tutte le possibilità. «Ho apprezzato - commenta il senatore Cesare Salvi - che si siano evitate forzature. Fassino ha dato atto che nel partito esistono posizioni diverse. Mi auguro che il periodo che ci separa dai ballottaggi consenta al partito di capire che una posizione astensionistica ci vedrebbe di fatto dalla stessa parte di Berlusconi».

Il dibattito sul referendum è stato giocato tutto dentro l'analisi del voto. Da una parte con la maggioranza attenta a ribadire la centralità dell'unità dell'Ulivo, dall'altra con il "Correntone" che ha molto insistito sul vento positivo arrivato dal movimento per la pace. Particolare attenzione è stata dedicata al rapporto con il Prc, ribadito dalla sinistra ds e, in questa occasione, sottolineato anche da Fassino e Massimo D'Alema.

Segnali di apertura che vanno letti con una doppia angolazione. Il rinvio della decisione sul referendum da una parte toglie le castagne dal fuoco ai Ds, che se dovessero ufficializzare la posizione della segreteria per l'astensione andrebbero incontro alla spaccatura interna. Non solo Salvi, ma anche Fabio Mussi in queste ore hanno ribadito l'importanza del sì. Dall'altra c'è un interesse concreto per il dialogo con Rifondazione comunista. I dati elettorali parlano chiaro: la sinistra va avanti, quando va avanti tutta insieme.

La cornice è il rapporto tra Ulivo e Rifondazione comunista, che ritorna al centro dell'agenda politica. Per Massimo D'Alema non ci sono dubbi: è la coalizione del centrosinistra il motore su cui puntare. «Dal voto emerge una crescita della fiducia dei cittadini per una alternativa di governo: lo strumento è l'Ulivo che va rilanciato evitando discussioni oziose sul fatto che sia stretto o largo, se venga prima il programma o prima i nomi». Dopo, solo dopo, c'è il rapporto con Rifondazione comunista. Rispondendo su referendum e Prc, in un'intervista al Corsera, il presidente della Quercia spiega: «E' la logica stessa del maggioritario a rendere necessario un accordo con Rifondazione: un accordo, però, che non snaturi l'impianto riformista del centrosinistra. Quindi, il problema non è allargare l'Ulivo a Rifondazione, per dare vita a un grande centrosinistra confuso e senza identità riformista, ma ricostituire l'Ulivo sulla base di un chiaro programma di governo e portare una coalizione coesa a trattare con Rifondazione le condizioni politiche e programmatiche dell'intesa».

A distanza, dalle pagine dell'Unità, gli risponde il segretario del Prc, Fausto Bertinotti che sottolinea come Ulivo e Rifondazione non siano blocchi monolitici e immutabili nel tempo. Sulla spinta del movimento molto è cambiato per tutti. E «la sintesi è possibile solo se si coglie il vento del cambiamento». «Oggi il centrosinistra - spiega Bertinotti - non è più una realtà omogenea che si confronta con Rifondazione. Il centrosinistra è diventato un'area plurale, al cui interno convivono e si confrontano, su temi decisivi, posizioni anche lontane. Talvolta alcune di queste posizioni sono molto vicine, o coincidono, con quelle di Rifondazione». Il segretario del Prc fa una proposta concreta per misurare la tenuta reale del dialogo sia con i Ds che con il resto dell'Ulivo: «Votare un sì tecnico al referendum per raccogliere il vento di cambiamento che si è espresso nelle provinciali». Il lavoro comune sarà conseguente. Per vedere se la proposta verrà accolta e quali sono le reali intenzioni dei Ds non si dovrà aspettare molto.
Angela Azzaro
(29 maggio 2003)

Fonte: Liberazione online

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