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L'economia? In attesa... - martedì 6 maggio 2003 at 09:27
Vibo Lo stato di salute della provincia secondo i dati dell'Osservatorio relativi al 2002-2003
L'economia? In attesa...
Le “grandi speranze” del 2001, la necessità di rafforzare le imprese

VIBO VALENTIA – Debole l'industria in termini di fatturato. In previsione porta lo stesso segno nel 2003. Ancora di più i servizi a causa del perdurare della stagnazione dei consumi interni. Stazionari i livelli occupazionali. In sintesi è questo lo stato di salute dell'economia della provincia di Vibo Valentia che, secondo i dati relativi al 2002-2003 dell'Osservatorio economico provinciale, sta attraversando una fase di «transizione e di attesa». I numeri del rapporto sullo stato dell'economia vibonese sono stati diffusi, ieri mattina, durante la 1. “Giornata dell'economia”, dal presidente della Camera di commercio di Vibo Valentia, Giuseppe Rito. Questi nella sua relazione ha preso in esame anche i dati relativi al 2001 che facevano presagire un certo ottimismo. In quell'anno il prodotto interno lordo provinciale (Pil) era stato di 1.978,8 milioni di euro. Per realizzare quella cifra avevano contribuito, in maniera determinante, il settore dei servizi (77,9 per cento), l'industria (15,1 per cento) e l'agricoltura (7 per cento). Nel 2001 era stata buona anche la performance dell'economia locale in termini di Pil procapite che, tra il 1995 e il 2001, era stato interessato da una tendenziale crescita. Sempre nel 2001 il reddito medio procapite era attestato intorno ai 10.945 euro che significava il 44,8 per cento in più rispetto al 1995. Nel 2002, grazie a questo trend positivo, si registrava anche una buona tenuta dell'apparato produttivo provinciale che raggiungeva uno sviluppo pari al 3,5 per cento. Nonostante questo dinamismo imprenditoriale, in questi due ultimi anni l'economia vibonese ha cominciato a risentire dell'influenza negativa del contesto internazionale. Ad esempio sul fronte degli scambi internazionali, tra il 2000 ed il 2002, l'andamento delle esportazioni è stato caratterizzato da una tendenziale flessione che, tuttavia, è stata parzialmente superata nel 2002 (più 34 per cento), contrariamente al dato nazionale e regionale, che presentano ancora variazioni negative. Meno variabile l'andamento delle importazioni che è contrassegnato da una diminuzione del 4,5 per cento rispetto al dato 2002. Un discorso a parte lo merita il sistema creditizio della provincia di Vibo Valentia che è ancora marginale in ambito regionale. Attualmente i depositi ammontano a 614 milioni di euro mentre gli impieghi si aggirano intorno ai 578. Un segnale positivo emerge dall'ammontare delle sofferenze bancarie che per Vibo Valentia è di 102 milioni di euro, valore più basso della Calabria, all'interno della quale il Vibonese detiene solo il 5,88 per cento del totale. La provincia vibonese presenta, inoltre, il più basso rapporto impieghi-depositi all'interno della regione (94,1 per cento); un elevato rapporto tra crediti in sofferenza e totale impieghi (17,7 per cento); una modesta dotazione di sportelli bancari (8,23 per cento sul totale regionale). I dati forniti dal presidente della Camera di commercio prendono in considerazione anche la dotazione di infrastrutture socio-economiche presenti sul territorio. Da questo punto di vista le condizioni del territorio vibonese appaiono estremamente positive rispetto alla media nazionale. Alla luce dei dati forniti il presidente Rito ha sottolineato che per rilanciare l'economia vibonese occorre «partendo dall'esistente, lavorare per rafforzare la competitività del territorio e quella delle imprese...». In una società proiettata in una dimensione planetaria – ha aggiunto – «il gioco di squadra tra imprese e istituzioni rappresenta la carta vincente». In questa transitorietà dell'economia vibonese, il presidente dell'ente camerale ha evidenziato che «non si promuove, non si crea sviluppo del territorio se non si favorisce la creazione, il potenziamento, lo sviluppo delle imprese sul territorio. È necessario puntare sullo sviluppo molecolare del sistema di piccole e medie imprese, sviluppare le integrazioni di filiera e di aree localizzative». Infine per rilanciare l'economia provinciale bisogna puntare, soprattutto, sulla valorizzazione del territorio che rappresenta il luogo strategico in cui insistono le politiche del lavoro e dello sviluppo. A tal proposito il presidente Rito ha osservato che «ci sarà un totale recupero del territorio solo se saranno colmate le carenze strutturali».
Lino Fresca
(martedì 6 maggio 2003)

Fonte: Gazzetta del Sud online

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