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«Signor parroco, la tradizione non si tocca» - giovedì 24 aprile 2003 at 22:36

DASÀ – Dopo avere poggiato sul muro della facciata principale una serie di cartelli (con scritte quali: «Fede uguale tradizione» e «La nostra tradizione non si tocca»), cantando a voce spiegata gli inni in onore della Madonna, spezzati di tanto in tanto dal suono ritmico di due tamburi, un nutrito gruppo di donne, alcune delle quali anziane, assieme a bambine e bambini, hanno inscenato una singolare protesta, per tutto il pomeriggio di ieri, sul sagrato della chiesa matrice, decise a difendere le proprie “sacre tradizioni”. Quali, in particolare? Quelle che si tramandano di padre in figlio, relative al privilegio di tirare giù, da terra, il manto nero, simbolo di lutto e di dolore, alla statua della Madonna nell'attimo in cui essa «si incontra» o, come si dice da queste parti, «'ncrina» con il Cristo risorto, nell'incontro, appunto, mediato da San Giovanni, che qui a Dasà si rinnova il martedì dopo Pasqua da circa 292 anni. Nel corso dell'ultima celebrazione del singolare rito religioso il parroco della comunità ha deciso di cambiare questo tradizionale ordine delle cose. E si è sfiorata la rissa. La statua della Vergine era stata appena portata fuori dalla chiesa del Rosario dai componenti dell'omonima confraternita: è quello il momento in cui si fa avanti il più anziano dei membri di una famiglia del luogo, alla quale da anni è stato passato il prezioso testimone da un'altra famiglia del posto, che lo aveva “ereditato” a sua volta. Il tutto è sempre avvenuto con una sorta di tacito accordo fra tutti i fedeli. C'è anche da dire che colui che è stato designato a compiere il “sacro gesto” ha altresì il compito di guidare, prima della corsa frenetica verso il Cristo risorto, coloro che portano a spalla la statua della Madonna. Tutto questo cerimoniale ieri ha però corso il rischio di non verificarsi secondo le regole consacrate da una tradizione secolare. Il giovane parroco avrebbe infatti mostrato l'intenzione di affidare l'ambito compito ad un giovane del luogo. Intorno alla statua, che ad un certo punto ha cominciato ad ondeggiare pericolosamentea causa del trambusto improvviso, la situazione è diventata caotica a tal punto che, subito informato su quanto stava accadendo, il sindaco Francesco Antonio Romanò, assieme ad altri amministratori locali, si è precipitato davanti alla chiesa del Rosario e messosi davanti alla statua ha cominciato a gridare: «Finitela tutti! Voglio che in questo paese tornino pace e serenità». Il miracolo, per così dire, è riuscito, anche se solo a metà. Negli animi infatti è ritornata la calma, soprattutto dopo che il componente della tradizionale famiglia ha riottenuto il suo solito “posto”. Quanto è successo martedì mattina, prima della «'ncrinata» ha tuttavia lasciato un segno i cui effetti si sono visti già ieri pomeriggio e non sembra che possano dirsi esauriti. La singolare protesta infatti continuerà, secondo quanto è stato lasciato intendere, anche nei prossimi giorni. Il parroco ieri non era in paese. E qualcuna delle più fedeli parrocchiane non ha esitato a difenderlo. «In chiesa - è stato infatti osservato - chi comanda è il parroco».
Nando Scarmozzino
(giovedì 24 aprile 2003)


Fonte: Gazzetta del Sud online

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