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Lettera Fassino: strappo con la minoranza interna - giovedì 17 aprile 2003 at 22:25
La minoranza dei DS a Fassino: ''L'astensione sull'invio dei militari in Irak è uno strappo"
Alcuni parlamentari scrivono al segretario DS in merito al voto sull'invio dei militari italiani in Irak
*** , 16/4/03
Caro Segretario,
ti scriviamo convinti di interpretare anche il sentimento di quei compagni di Camera e Senato che hanno votato la risoluzione DS-Margherita-SDI, ma non hanno condiviso la decisione di astenersi benevolmente su quella del centrodestra.
Consideriamo infatti uno “strappo” quello avvenuto martedì in Parlamento, col voto di astensione dei DS sull’invio di un contingente militare al di fuori dell’egida dell’ONU e della UE.
Il partito, pur con differenze e tormenti, ha sostenuto una posizione comune contro la guerra, e così ha fatto l’intera coalizione. Quindici giorni fa, quando il centrosinistra alla Camera si è diviso in tre mozioni distinte, non è mancato il nostro contributo perché migliorasse il testo DS-Margherita e c’è stato un comportamento di voto assolutamente conforme alle decisioni del gruppo.
Avevamo letto poi con soddisfazione, non più tardi di lunedì mattina, le cronache dei quotidiani che davano conto delle tue affermazioni: “Nessun intervento militare in Iraq si potrà svolgere al di fuori di un mandato chiaro dell’ONU”. Il compagno D’Alema dal canto suo ha ribadito con forza questo concetto con parole ferme, e ancora martedì, alla “Stampa” dichiarava a proposito dell’imminente voto: “in queste condizioni non potremo votare nulla. Domani inizia il vertice di Atene: si discuta in quella sede. Oggi in Iraq ci sono già moltissimi soldati”, e ancora, “è quantomeno necessaria una volontà comune dell’Unione Europea in tal senso”. Anche dalla Margherita, attraverso Rutelli, venivano espressioni analoghe.
All’assemblea del gruppo DS della Camera di lunedì sera quest’indirizzo veniva pienamente confermato. Cos’è avvenuto nello spazio di dodici ore, o persino di meno, per mutare giudizio? Il discorso di Frattini, si dice: un discorso ovvio, scontato, irridente verso l’UE e l’ONU, reticente sull’impegno di altri paesi della “coalizione dei volenterosi”, senza un’indicazione finanziaria dei soldi che l’Italia vuole dare al “Programma di Alimentazione Mondiale” e ad altre agenzie internazionali. In ballo c’è l’idea di Europa: se si struttura la cordata degli “amici di Bush”, contro Francia e Germania, l’Europa non c’è più.
Il risultato ora è che la parte più importante dell’opposizione non si oppone ad una iniziativa militare-umanitaria fuori da un mandato ONU o UE, in un contesto in cui prima di tutto i principali leaders del centrosinistra avevano per settimane parlato giustamente di illegittimità del conflitto.
C’è chi aggiunge: un voto contro il governo non sarebbe stato capito, saremmo apparsi come quelli ostili ad un intervento umanitario ... Non è vero. Bisogna saper spiegare che dietro la “retorica degli aiuti” c’è una strategia del governo Berlusconi che convalida la guerra di Bush e Blair, anche affidando ai nostri carabinieri funzioni di ordine pubblico sotto il comando anglo-americano. Le ONG, i movimenti, chi opera sul campo è contro questa decisione del governo, e si aspettava da chi aveva manifestato sabato a Roma una vera sfida umanitaria (mille milioni di Euro per l’Iraq, magari con interventi ad hoc come il ripristino della tassa di successione, da conferire alle agenzie internazionali). Tra l’altro, ci sono già esempi utili. La Francia ha già inviato un aereo di aiuti, consegnati a tre ONG. L’UE un altro aereo di aiuti, subito affidati alla Croce Rossa Internazionale. Senza scorta armata.
Molti di noi hanno comunque deciso, nel voto sulla mozione del governo, una scelta unitaria e di responsabilità, consapevoli delle impegnative sfide che ancora ci aspettano.
Ma per quanto ancora si potrà procedere in questo modo? Noi non abbiamo condiviso e non abbiamo capito. Se i DS – come spiegano il governo, il Riformista e qualche altro osservatore – hanno cambiato linea è bene dirlo, prima di tutto di fronte agli organismi dirigenti democratici del nostro partito. La responsabilità unitaria vale per tutti, e non può prescindere dal merito. Europa, ONU, Stati Uniti, guerra, globalizzazione…. Sono in gioco punti essenziali di giudizio politico e orientamento strategico. Tutto si può immaginare, meno che vivere alla giornata.

Fraternamente

Mauro Agostini, Gianni Battaglia, Paolo Brutti, Gloria Buffo, Valerio Calzolaio, Famiano Crucianelli, Piero Di Siena, Antonello Falomi, Pietro Folena, Marco Fumagalli, Giovanna Melandri, Fabio Mussi, Laura Pennacchi, Cesare Salvi, Massimo Villone


Fonte: Aprile per la sinistra

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