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La cultura fa male all’amore - domenica 30 marzo 2003 at 22:27
«FINCHÉ Cepu non vi separi». La Cassazione ha accolto il ricorso di un marito di Bolzano, il quale chiedeva che la colpa del divorzio venisse attribuita alla consorte, rea di averlo umiliato davanti ai familiari dandogli dell'ignorante. E' dunque così importante nel matrimonio l'aspetto culturale? Se sì, probabilmente anche certe tradizioni cambieranno, in futuro gli italiani troveranno ad aspettarli all'altare, invece che il testimone, il “tutor" di nozze. Sembra che la bella Christine abbia detto al suo Joseph, durante una lite: «stai zitto tu che non conosci neanche la fenomenologia dello spirito di Hegel!».
In effetti, può infastidire molti nostri connazionali avere una moglie che, mentre pulisce gli spinaci, butta giù due appunti per un articolo su Micromega. Uno vorrebbe sentirsi libero in casa propria di pensare che il poeta Verlaine sia un ammorbidente o che l'Accademia della Crusca sia un ristorante macrobiotico, senza che la propria moglie gli dia del somaro con malcelato disprezzo. E' proprio vero: tra moglie e marito non mettere l'erudito. E' giusto anche che la donna, dopo anni di vessazioni culturali, affermi il sacrosanto diritto di imporsi grazie alle proprie doti intellettuali, nonostante l'opposizione di alcune dissidenti come Emanuela Folliero. Non giova al superamento dei pregiudizi nei confronti della donna colta il luogo comune, saldamente radicato, della secchiona del primo banco brutta e antipatica, che tutti ricordiamo di aver avuto in classe, quella che non passava il compito di matematica neanche se glielo avesse chiesto Iacopo Ortis un minuto prima dell'insano gesto. Questa sentenza della Cassazione sta preoccupando alcuni vip italiani, divorziatisi da poco, che temono si possa pensare che la moglie li ha mollati perché troppo poco colti.
Per fugare ogni dubbio, Eros Ramazzotti sta scrivendo una canzone dal titolo “Lotterei contro i fratelli Karamazov per te", mentre il produttore fiorentino Vittorio Cecchi Gori vuole produrre un film sulla vita di quello che ritiene il più grande intellettuale italiano: Luciano Rispoli. La condizione ideale perché un matrimonio possa durare nel tempo, senza squilibri culturali né relative umiliazioni, è che entrambi i coniugi condividano la stessa preparazione e abbiano frequentato gli stessi studi. In tal senso, l’accoppiata calciatore-velina appare una soluzione di straordinaria efficacia, che potrà garantire negli anni a venire il perpetuarsi della specie. La verità è che l'uomo è intimidito dalla donna che legge, che ha studiato, che manifesta continuamente il suo robusto sapere. Nei circoli letterari si dice che Oriana Fallaci, per citare un esempio autorevole, non si sia mai sposata proprio perché gli uomini che l'hanno corteggiata hanno avuto paura della sua mente superiore, oltre che delle quattro mitragliette kalashnikov che tiene sotto al materasso. Noi speriamo ancora nella possibilità di una rappacificazione fra i coniugi di Bolzano, anche se la vendetta del marito oltraggiato potrebbe essere sottile e spietata. Preparatosi culturalmente in maniera intensiva, potrebbe ripresentarsi alla sua ex dopo alcuni mesi. Consumata una cenetta distensiva, riaccompagnatala a casa, potrebbe congedarsi da lei con un regalino, colto e pieno di sottintesi: Cent'anni di solitudine, lo straordinario romanzo di Gabriel García Márquez. Chi la vuole capire...

ANTONELLO DOSE e MARCO PRESTA

Fonte: Il Messaggero online

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