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Adsl, rivolta contro le tariffe.. - martedì 5 ottobre 2004 at 11:25

La denuncia in una petizione online firmata più di 30 mila volte
Gli operatori si giustificano: "Da noi prezzi all'ingrosso troppo alti"
Adsl, rivolta contro le tariffe
"Paghiamo il doppio dei francesi"

di ALESSIO BALBI

ROMA - Secondo una ricerca presentata a febbraio dall'inglese Teligen, l'Italia è il paese europeo con le tariffe Adsl (internet a banda larga) più convenienti. A sette mesi di distanza, una petizione apparsa sul web mette in luce una realtà molto diversa: gli stessi operatori che in Italia forniscono la connessione a più di 30 euro al mese, scavalcate le Alpi danno un servizio migliore (almeno in termini di velocità massima) a un prezzo più basso.

Se si guarda alla Francia, il confronto è impietoso: a parità di operatore, per una connessione da 640 kbps, in Italia si paga mediamente il doppio di quanto chiesto in Francia per un'Adsl da 1,2 Mbps. In altri termini, Telecom Italia, Tele2 e Tiscali, presenti sia sul mercato italiano che su quello francese, chiedono da noi il doppio del prezzo per metà della velocità.

Guarda la tabella
Connessione : Italia;Francia
TELECOM ITALIA 640 kbps: € 36,95; non esiste
1,2 Mbps: € 64,95; € 10,95
3 Mbps: non esiste; € 24,95
TELE2 640 kbps: € 33,95; non esiste
1,2 Mbps: non esiste; € 14,85
2,4 Mbps: non esiste; € 19,85
TISCALI 640 kbps: € 36,95; € 20
1,2 Mbps: € 56,95; non esiste
2 Mbps: non esiste; € 30

"Come si spiega un divario del genere?", si chiede la petizione, che ha raccolto finora più di 30 mila firme. La situazione è complessa. Gli attori che determinano il prezzo dell'Adsl nei vari paesi sono sostanzialmente tre: l'operatore che offre la connessione all'utente finale, l'ex monopolista (il cosiddetto "incumbent", colui che dà in affitto le linee agli operatori alternativi), e l'autorità nazionale di telecomunicazioni. Nessuno di questi tre attori è totalmente responsabile per il prezzo finale al pubblico, e il peso relativo di ogni attore varia da paese a paese.

Per capirci qualcosa, un buon punto di partenza è Tiscali, presente con un'offerta di connettività Adsl nella maggior parte dei mercati europei. "I prezzi che un operatore può praticare dipendono ovviamente dai costi che deve affrontare", spiega a Repubblica.it Pierpaolo Festino, responsabile marketing e vendite di Tiscali per l'Europa. Per costi, in questo caso, si intende principalmente l'affitto delle linee all'ingrosso. "In Francia", prosegue Festino, "c'è una struttura dei costi più favorevole, che permette di vendere l'Adsl a un prezzo più basso".


Dunque, al di là delle Alpi il prezzo dell'Adsl è più basso perché i costi che gli operatori devono affrontare per prendere in affitto le linee all'ingrosso sono più contenuti. Ma perché questo avviene? E si può fare in modo che l'offerta "wholesale" praticata in Italia da Telecom si allinei a quella francese?

Abbiamo provato a chiederlo a chi stabilisce la gli affitti delle linee all'ingrosso: Telecom Italia, che presenta l'offerta wholesale, e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che la approva. Al momento, Telecom non parla della faccenda. L'Agcom, invece, per bocca di Silvio Traversa, relatore del provvedimento sull'offerta di servizi xDsl, spiega che "non è possibile imporre i costi d'affitto basandosi esclusivamente su un benchmarking internazionale: bisogna tenere conto della situazione complessiva".

Per stabilire quale sia il giusto valore dell'offerta wholesale, l'Agcom prende in esame il prezzo dell'offerta Adsl al dettaglio di Telecom Italia e ricava il valore all'ingrosso sottraendo i costi aggiuntivi (marketing e pubblicita, gestione dei clienti, e così via). Inoltre, l'Autorità applica il criterio del "retail minus", ovvero si accerta che l'offerta al dettaglio di Telecom Italia sia replicabile, con un margine di profitto, anche dagli altri operatori.

Questo sistema permette all'Italia di avere un'offerta wholesale Adsl migliore della Spagna, sostanzialmente uguale a Germania e Regno Unito, ma peggiore rispetto a Francia e Olanda. Un quadro che rispetta sostanzialmente il panorama delle tariffe Adsl al dettaglio. Con qualche eccezione: "In Germania i costi sono alti come in Italia, ma la volontà di Tiscali di imporsi su quel mercato è tale che l'Adsl viene venduta a un prezzo più basso", dichiara Festino. In altri termini, indipendentemente dai costi all'ingrosso, succede che un operatore pratichi tariffe particolarmente vantaggiose diminuendo i suoi margini di profitto.

Una situazione davvero intricata. Secondo gli operatori, un buon punto di partenza per ridurre la complessità della questione sarebbe creare un'autorità europea che imponga costi wholesale omogenei in tutti i paesi dell'Unione. A quel punto, la responsabilità del prezzo al dettaglio ricadrebbe interamente sulle aziende che offrono l'Adsl. "Questo è il vero problema", conferma Festino. "E' una richiesta condivisibile", dichiara anche Traversa, secondo il quale "la nuova normativa europea va in quella direzione". Il commissario Agcom prevede che si possa arrivare alla creazione di un'authority europea di tlc "nel giro di qualche anno". Ma Festino è di tutt'altro avviso: "Al momento questa ci sembra una prospettiva molto remota".

(5 ottobre 2004)



Fonte: La Repubblica online


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