Il sindaco Scarmozzino spiega il perché di una partecipazione attiva alla vita del nuovo ente, nato dalla riforma regionale
Comunità montana, Acquaro in controtendenza
di NANDO SCARMOZZINO
ACQUARO - Dopo quello di Sorianello, anche il Comune di Acquaro ha deciso che nominerà il proprio rappresentante alla Comunità montana. Per conoscere il nominativo bisognerà aspettare l'esito del consiglio comunale, convocato dal sindaco Domenico Scarmozzino per venerdì prossimo. Qualora il comune di Arena dovesse seguire la stessa linea scelta da Acquaro e Sorianello, tutti e tre a suo tempo inseriti in qualità di membri del “nuovo”ente montano “Alto Mesima - Monte Poro”, i comuni tagliati fuori dal decreto regionale n. 20/2008, vale a dire Pizzoni, Vazzano, Soriano, Dasà, Gerocarne, Dinami e Joppolo, non devono sentirsi abbandonati al loro destino da parte dei “coinquilini”, fino a qualche mese addietro, della stessa Comunità montana, l'ormai soppressa “Alto Mesima”.
A rafforzare questo orientamento è proprio il sindaco Domenico Scarmozzino, che ha voluto rilasciare questa dichiarazione: «Da parte dell'amministrazione comunale di Acquaro c'è la ferma volontà di perorare la causa, in cui sono impegnati i comuni esclusi dal nuovo ente montano. Se, come sostengono, hanno subito un'ingiustizia, essendo in possesso dei requisiti richiesti, riteniamo che essi debbano presentare un'apposita istanza alla nuova Comunità montana. Siamo del parere ha proseguito il sindaco di Acquaro che dall'interno, una volta insediato il consiglio del nuovo ente, si possa agire al meglio per raggiungere l'obiettivo, quello cioè di far rientrare nell'ente montano quei Comuni che al momento non sono stati compresi. In ogni caso, l'amministrazione comunale - ha chiarito il primo cittadino - deve tutelare il proprio diritto. Tuttavia, ribadisco che daremo un seguito alle istanze e chiederemo a chi di dovere di intervenire per prendere atto. Abbiamo tutto l'interesse ha concluso - a che entrino a far parte della nuova Comunità montana gli altri comuni dell'Alto Mesima, dato che rimanendo la situazione così come è si determinerebbe un rapporto di forze impari».
In realtà, allo stato delle cose la bilancia fa pendere il suo ago dalla parte del territorio rappresentato dai comuni dislocati sul versante del Monte Poro. Il rapporto è di sette (Filandari, Ionadi, Rombiolo, San Gregorio d'Ippona, Spilinga, Zaccanopoli, Zungri) a tre (Acquaro, Arena, Sorianello). E' pur vero che la sede “provvisoria” è stata indicata a suo tempo a Sorianello . Ma - la domanda se la pongono in tanti, gli amministratori locali -, vi rimarrà? In queste condizioni, inoltre, a quale Comune spetterà? Quali, soprattutto, disagi comporterà per le popolazioni del l'Alto Mesima, che attualmente usufruiscono di servizi importanti, ad esempio il trasporto pubblico associato, divenuto indispensabile per anziani e studenti? Senza contare che il rapporto di forza assumerà particolare peso nell'esecutivo, a chi toccherà la carica di presidente del nuovo ente montano? Insomma, la politica si prepara a recitare un ennesimo copione già visto? Come il sindaco di Dinami (uno tra i comuni rimasti tagliati fuori), Francesco Cavallaro, ha ribadito, nel corso di un incontro, tenutosi a Soriano presso la sede della ex Comunità montana (a proposito: che fine farà l'edificio, interamente di proprietà dell'ente?) giorni addietro, partendo dal presupposto della omogeneità del territorio, questo tipo di aggregazione è agli antipodi. Insieme, inoltre, al sindaco di Gerocarne, Alfonsino Grillo, lo stesso ha con determinazione confermato il ricorso al Tar.
26 novembre 2008 Fonte: il Quotidiano della Calabria online
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