Gli Esami di Stato denunciano il fallimento dela riforma Berlinguer
Sono completamente d'accordo con la signora Giulia Livi (Repubblica 9 luglio): espletata nella maniera abborracciata in cui sopravvive da tre lustri a se stessa, l'ultima versione di esame di maturità non fa che creare ingiustizie. Né i modi né i tempi sono infatti adeguati per verificare l'effettiva preparazione degli esaminandi. Traendo spunto dalla testimonianza della lettrice, si può ribadire ancora una volta che la riforma promossa da Luigi Berlinguer nel 1999 - nelle cui more attuative si sono mossi tutti i governi che si sono succeduti da quella data in poi, compreso ovviamente quello vigente - è fallita su ogni fronte. E ciò anche se il Ddl Giannini sulla scuola, passando in queste ore alla Camera, è ormai Legge, grazie alla quale si darà l’ultima spallata a quel che rimaneva di pubblico e di democratico nella scuola. Quella riforma è fallita con il suo linguaggio finanziario (credito/debito scolastico), con la politica delle fasce di punteggi che scredita in un solo istante tutto il lavoro e l’impegno morale profuso da un insegnante, con le tesine che stimolano il copia/incolla, con gli elaborati-saggio che vanificano ogni sapere appreso autonomamente. Per non parlare delle prove Invalsi che mirano a un sapere crocettato, a un sapere approssimativo e posticcio, cui si ispira peraltro anche la recente attuazione del Clil. Ma per la miseria! Dove sono tutti quei miglioramenti che i governi ogni volta promettono per la pubblica istruzione? La scuola che i docenti vivono giorno dopo giorno, quella che è sopravvissuta e che ha resistito ai duri colpi che le hanno assestato i ministri di turno, è sempre peggio La salute della scuola pubblica è davvero precaria. È in pericolo. Ora più che mai. Proprio come l’intera classe docente.
Franco Di Giorgi Ivrea, 11 luglio 2015
|