La scuola, gli esodati e Renzi
di FRANCO DI GIORGI
... Tutto ciò a fronte di un'altra urgenza scolastica, quella del lavoro da dare ai precari, ai giovani laureati e abilitati tempo attendono e avvizziscono in inesauribili graduatorie. Chissà, forse aveva ragione Jean-François Lyotard quando nel 1979, provando a prefigurare e a delineare il futuro della condition postmoderne sulla scorta dello sviluppo tecnologico diceva che il lavoro degli insegnanti si rivelerebbe inutile con la diffusione del sapere in rete attraverso i computer. Matteo Renzi parla della scuola. Dice che vuole sostenere la scuola e i docenti. Bene. Cominci dunque a dare una prova concreta. Non continui ancor sempre solo a dire e a sciorinare, a infarcire i sui discorsi con esempi. Affronti il toro per le corna. Metta al centro del suo Jobs Act il problema del turn over. ...
Quello degli esodati – cioè di chi è rimasto senza posto di lavoro perché licenziato in barba all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, e che non può nemmeno percepire una pensione perché non ha ancora maturato l'età per andare in pensione o perché se ne è allontanato lacrimosamente il termine in virtù dell'ennesima legge ad hoc, ossia della solita e promettente vana panacea alla ricerca della perduta stabilità e in vista dell'asintotico superamento dell'emergenza italiana – quello degli esodati è un popolo in costante aumento e in continuo movimento. ...
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