Cento Anni dal Terremoto di Reggio Intervista a Emanuela Guidoboni dell'Istituto nazionale di vulcanologia
di Antonietta Catanese
Il terremoto dello Stretto del 1908 fu definito dal governo dell'epoca «una guerra perduta». Una catastrofe impressa in maniera indelebile nella memoria collettiva e nella coscienza europea. Uno spartiacque per l'impatto sociale che produsse, ma anche per la ricerca scientifica. A distanza di cento anni quel terremoto è ancora al vaglio degli studiosi e dei ricercatori: un laboratorio aperto e un banco di prova. Ma cosa successe nelle viscere della terra quel 28 dicembre? Cosa accadde realmente sulle due sponde di Reggio Calabria e di Messina? Perché fu tanto devastante? E quali si presume possano essere i tempi di ritorno e gli effetti, oggi, di un sisma di tali proporzioni? Come difendersi?
A dissipare interrogativi e sfatare luoghi comuni sulla più grande catastrofe naturale italiana del secolo scorso ci aiuta Emanuela Guidoboni, dirigente di ricerca e responsabile dell'Unità FunzionaleTerremoti e Vulcani, Storia e Archeologia dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione di Bologna.
Proviamo a scendere nelle profondità dello Stretto per capire cosa c'è laggiù e cosa successe quel 28 dicembre.
«Lo Stretto di Messina fa parte di quel lembo della placca africana che spinge verso quella Euroasiatica. È una zona di grandissima attività: ci sono vulcani importanti, c'è attrito, forze telluriche immani. Ne è responsabile una faglia che è stata ben localizzata. C'è in pratica una parte del messinese che tende ad abbassarsi e la parte di fronte alla Calabria che si innalza. Il 28 dicembre da quella faglia si è sprigionata un'energia profonda corrispondente, per potenza, a tredici volte la bomba di Hiroshima. Lo Stretto era stato coinvolto dal novembre al dicembre 1908 da una serie di piccoli sismi che ovviamente non facevano presagire un evento così grande. La verità è che c'è un movimento profondo e costante nel sottosuolo che sta plasmando il paesaggio ... ... ...
21 Dicembre 2008
Fonte: Il Quotidiano della Calabria
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