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Inserito il - 23 giugno 2013 : 20:27:11
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Apprendo con sdegno e profondo disgusto della spregevole e incivile offesa mossa da Dolores Valandro, Consigliera leghista di Padova, nei confronti del Ministro per l'Integrazione Cécile Kyenge. Ancora turbato per questa imperdonabile irresponsabilità, mi chiedo se una tale offesa non possa e anzi non debba essere opportunamente e adeguatamente sanzionata dal legislatore e punita dal magistrato. Possono bastare infatti le solite scuse, i consueti e finti pentimenti? Può bastare solo l'autosospensione da ogni incarico? Può essere sufficiente lo sdegno dei vertici veneti del Carroccio e l'espulsione della Consigliera dalla Lega Nord? I toni delle offese razziste in Italia non stanno superando e non hanno forse già superato il limite consentito dalla tolleranza democratica, la pazienza degli Italiani che credono e che intendono difendere, da offese simili, i valori di solidarietà e di uguaglianza posti tra i principi fondamentali della Costituzione? Certo, il segnale questa volta (ma tutte le altre volte?) è arrivato immediato, forte e deciso sia dal segretario regionale della lega, Flavio Tosi, sia dallo stesso Roberto Maroni, segretario nazionale del partito. Eppure mi resta ugualmente dentro un amaro senso di vergogna, perché avverto che come Italiani quell'offesa, quella inammissibile provocazione in qualche modo ci concerne, ci riflette, ci riguarda: ci sentiamo in parte nolentemente colpevoli anche solo per il fatto di appartenere alla stessa nazione, a quella stessa repubblica di cui è cittadina anche quella sordida impiegata della pubblica amministrazione, a un paese che nonostante gli sforzi compiuti e che continua a compiere per l'allargamento dei diritti in nome della solidarietà, non riesce tuttavia a crescere e a maturare, cioè a scrollarsi di dosso il fascismo razzista da cui è pur rinato nel '43 e contro cui nonostante tutto si impegna e continua a lottare. E' infatti come se fossimo stati noi stessi a partorire e a profferire quell'auspicio tanto stupido quanto scriteriato e crudele che la Consigliera ha lasciato sul suo profilo facebook: "Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato? Vergogna!" L'efferato reato sarebbe il tentato stupro che alcuni giorni fa un giovane somalo, a Genova, ha messo in atto nei confronti di due ragazze rumene, soccorse fortunatamente da un carabiniere. Insofferente per l'ennesima manifestazione di inciviltà italiana, questo orrendo augurio da parte della funzionaria leghista nel confronti del ministro (il primo) italiano congolese ci sembra come un filo d'erba che trae la propria linfa dalla terra o, per meglio dire, dal "territorio": termine questo di cui gli Italiani hanno probabilmente troppo abusato in questi ultimi vent'anni, cioè dal 1993 in poi. Lo so, è dura, lunga e difficile la lotta contro questo antico male che cresce e prospera specie nell'indifferenza, nell'ignoranza e nell'immaturità di questo nostro paese, ma lei, caro ministro Kyenge, non tema, non permetteremo a nessuno di questi squallidi personaggi di toglierle il sorriso.
Ivrea, 18 giugno 2013
Franco Di Giorgi
In difesa del ministro Cecile Kyenge
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Inserito il - 18 luglio 2013 : 12:30:29
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In difesa del Ministro Cécile Kyenge (parte seconda)
Nemmeno un mese fa, indignatissimo, avevo scritto e inviato alla Sentinella del Canavese una lettera in difesa del Ministro Cécile Kyenge, una lettera che questo giornale di Ivrea ha pubblicato venerdì 21 giugno 2013. Il giorno dopo, ancora su Repubblica, leggevo un'altra notizia simile a quella che sullo stesso quotidiano avevo letto otto giorni prima, venerdì 14 giugno, a proposito dell'offesa al ministro Kyenge. Si trattava in realtà di una doppia notizia riguardante però la medesima meschineria razziale italiana. La prima riportava l'ennesima offesa proveniente ancora dalla Lega (questa volta di Legnano) e sempre all'indirizzo del ministro Kyenge: "Vattene a fare il ministro in Congo, ebete", si poteva leggere sulla pagina Facebook della "Lega Nord Legnano". E anche stavolta, dopo solo otto giorni dall'espressione ingiuriosa usata dalla Consigliera padovana, i vertici della Lega e il governatore del Veneto Luca Zaia hanno dovuto condannare 'senza se e senza ma' quest'altro insulto nei confronti del ministro dell'Integrazione. Sembra però che, pur volendo, i vertici del Carroccio non riescano a tamponare l'emorragia del noto livore razziale leghista, perché intanto La Padania - faceva notare Alessandra Longo dalla sua scheda su Repubblica, Belpaese - in uno dei suoi titoli di prima pagina tuonava: "La Kyenge ci dipinge come Bengodi e così (facendo aumentare gli sbarchi) danneggia gravemente il Paese". Ma quello che fa specie è che un oltraggio simile contro gli immigrati extra Ue provenisse anche da un'altra Consigliera, questa volta però della segreteria provinciale del Pd di Prato. Sulla sua pagina Facebook la trentenne Caterina Marini, dopo un tentativo di furto subito dalla sorella, pur non sapendo con certezza se il ladro fosse effettivamente un ...
Ivrea, 14 luglio Franco Di Giorgi
Articolo completo: In difesa del Ministro Cécile Kyenge (parte seconda)
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Inserito il - 18 luglio 2013 : 12:42:54
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Politica 17/07/2013 - razzismo fonte: La Stampa online. Un anno e un mese alla consigliera leghista che offese la Kyenge sul web
Scrisse: "Perché nessuno la stupra?" Condannata per istigazione a commettere atti di violenza
È stata condannata a 13 mesi per direttissima la consigliera leghista di Padova Dolores Valandro che indirizzò parole ingiuriose al ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge. "Mai nessuno che se la stupri", aveva scritto la Valandro scatenando un diluvio di polemiche.
La consigliera era stata espulsa dalla Lega e poi denunciata per istigazione ad atti sessuali compiuti per motivi razziali. Oggi Valandro è apparsa in lacrime e pentita davanti al giudice affermando che non era sua intenzione insultare nessuno, né tantomeno la Kyenge. Poco fa la condanna con l'obbligo di risarcimento per 13mila euro. La difesa ha già annunciato che presenterà appello.
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Inserito il - 17 gennaio 2014 : 10:25:05
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Ci risiamo. Il razzismo leghista è tornato all'attacco.
Contro il medesimo capro espiatorio. Sempre più solo. Come al solito. La ministra dell'Integrazione Cécile Kyenge. Il vergognoso rito razzista si ripete sordo e sordido quasi in modo identico a quello che ci è toccato assistere quest'estate. Dopo qualche battuta sconcia e scontata da parte del solito leghista di turno, a dare l’avvio ufficialmente a questo attacco, come si ricorderà, - e spero che qualcuno se ne ricorderà, perché altrimenti sarà difficile andare oltre rituali come questi che hanno la tendenza a ripetersi inerzialmente, sarà quasi impossibile non reincamminarsi verso quella route antique des homme spervers rintracciata da René Girare - a dare il la, dunque, a questo rigurgito razziale, il 13 luglio scorso 2013, era stato il solito Roberto Calderoli, Vicepresidente leghista del Senato. Lo stesso che il 21 dicembre 2005 aveva dato in pasto agli Italiani il porcellum: per dirla con una formulazione politically correct usata allora da Giovanni Sartori. Si tratta, come sappiamo, di una pietanza davvero pesante da metabolizzare. ... Articolo continua nel pdf sopra linkato
Franco Di Giorgi
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