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 Criticare è un'arte leggera

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C O N T R O L L A    D I S C U S S I O N E
zucchino Inviato - 18/01/2008 : 17:59:08
Diceva mia madre: (‘u criticare è ‘n’arti leggia)

Ho letto l’articolo di Cristian sul blog, con il titolo: (Novità Natalizie? Nessuna!), e se mi permettete vorrei commentarlo, essendo io uno degli indomiti cittadini che, oltre a sfidare il freddo, sfidano la pioggia, trascurano la famiglia per un pò di tempo, per cercare di mantenere vive quelle tradizioni, che altrimenti andrebbero perdute.
E’ vero, anche quest’anno le iniziative sono state le solite, ma a Natale, da persone ultra cinquantenni, che sono attaccati in modo morboso alle tradizioni, e che poi a quelle solite iniziative, ogni anno ne aggiungono qualche altra, (vedi l’interessante e molto apprezzata mostra fotografica di quest’anno), il caro Cristian, che cosa pretendeva di più?....Forse siamo noi ultra cinquantenni che ci saremmo aspettati da Cristian e dai suoi coetanei un qualche interessamento a ravvivare il paese, nel periodo Natalizio, con iniziative nuove. Poi ho apprezzato la proposta di dare maggiore spazio ai giovani, solo che ( confessiamo i nostri limiti), non sappiamo quale metodo usare per riuscire a coinvolgerli. Per ora i giovani si degnano di contattarci nelle vicinanze di carnevale, per i carri allegorici e prima capodanno, per il solito veglione. Poi basta. Se Cristian ha qualche metodo da suggerire, dato che a quanto mi risulta, fa parte dell’associazione culturale, è ufficialmente invitato a sedersi con noi per trovare insieme la soluzione al problema.
Resta il fatto che la nostra speranza è che si realizzi il sogno di poter consegnare la gestione delle nostre associazioni nelle mani di gruppi di giovani intenzionati a portare avanti le iniziative con spirito nuovo e nuova linfa.
Ciao a tutti i lettori del forum da Peppi Giogà.
5   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
olanic Inviato - 04/02/2008 : 13:41:51
Ciao Peppi,
è con piacere che ho letto la tua risposta. Avevo quasi perso le speranze, pensavo che anche questo appello finisse nel vuoto.
Alcune precisazioni.
1. La frase "Forse che sono completamente fuori strada perchè..." era da me intesa "Forse che IO sono completamente fuori strada perchè...", e naturalmente voleva essere sufficientemente provocatoria al fine di ottenere una qualche replica.
2. Non ero e non volevo essere ironico, quando parlavo delle iniziative da voi intraprese, tutt'altro, ritengo siano da apprezzare e quindi complimenti a tutti voi. Ma come non cogliere l'occasione fornita da tuo incipit ‘u criticare è ‘n’arti leggia per stuzzicare a mia volta la tua sensibilità?
3. Volevo confermare l'amarezza cui ha accennato Enzo, amarezza, la mia, amplificata dall'aver tentato senza successo di non scrivere "emigrato" sulla mia C.I.



Tornando al tema mi piacerebbe approfondire, con te e con gli altri, il tuo pensiero: Rispettare le tradizioni significa rispettare il proprio passato, e chi non si riconosce nel proprio passato non ha avvenire. per poi aggiungere Tutto ciò non significa che noi siamo apatici ai cambiamenti.
Ho molte perplessità su questa affermazione.
Sento sempre più forte la sensazione che il "rispetto di tradizioni e di passato" funzioni come ancora o quantomeno come zavorra.
Ho letto la definizione di ripetto che qui riporto:
1."sentimento o atteggiamento di stima e reverenza verso una persona che è o si ritiene superiore o particolarmente degna"
2."sottomissione ossequiosa verso un principio"
3."osservanza scrupolosa"
È mia opinione che non tutte le tradizioni sono rispettabili come pure non tutto il nostro passato.
Ritengo valido però che chi non si riconosce nel il proprio passato non ha avvenire.
Riconoscerlo vuol dire saperne apprezzare alcuni aspetti e saperne superare altri.
Un'importante aspetto del presente, ma che viene dal passato, da superare è la disgregazione dei nostri paesi e degli abitanti dei nostri paesi.
Il mondo è sempre più globale, l'unione europea è sempre più estesa, perfino i nostri (partiti) politici si rendono conto di doversi aggregare (ma qui si sa predicano bene e...).
La mia risposta alla domanda dei cittadini di una piccola comunità che si chiedono cosa possono fare, non può prescindere dall'osservazione di questa realtà.
Concretamente questo si traduce nell'apertura di dibattiti, discussioni, confronti e sensibilizzazione dei cittadini sul tema dell'aggregazione; perchè non parlare di cooperative, società, ed altre forme di associazione?
E se si, perchè non partire a discutere di un'unione fra paesi?
Attenzione. Non credo che questa sia la ricetta che risolve tutti i mali ma la ritengo valida ed è l'unica ricetta che ho finora sentito. Se c'è ne sono altre ben vengano.


cordialmente,
nicola racina
(u fijju i micu e di franca)
enzo_farina Inviato - 04/02/2008 : 09:58:54
Caro Peppe, la riflessione di Olanic non mi è sembrata particolarmente polemica: c'è certamente un fondo di amarezza (che condivido) nel vedere il paese sempre più spopolato e nel notare una certa apatia sulle cose (concrete) da fare. Poche,forse, certamente di non sempliìce attuazione ma la "disperazione" impone di valutare tutte le possibilità prima di gettare la spugna.
Una di queste mi sembra l'ipotesi di fusione amministrativa ( o conurbazione) tra i tre paesi vicini ( a cui qualcuno aggiungerebbe Dinami). E' un'idea nata quasi per gioco (da me, peraltro, in una delle tante discussioni di questo forum),poi rilanciata da mimmo capano ed accolta con favore da tante persone di tutti e tre i comuni. Guarda caso, andiamo poi a scoprire che governo, regione e provincia hanno emanato di recente provvedimenti legislativi che favoriscono simili ipotesi aggregative ed allora, perchè non provarci ? Quanto meno parliamone, sentiamo il parere della gente e degli Amministratori e cominciamo a gettare le basi, se esistono le condizioni per farlo.
Io credo che i vantaggi potenziali siano tanti, a fronte di un piccolo passo indietro sul piano di un campanilismo ormai anacronistico e della perdita di qualche poltrona di sindaco e di consigliere comunale...
Nulla si perderebbe, io credo, dal punto di vista delle tradizioni e dell'identità culturale delle singole comunità che diventerebbero tre "quartieri" di un agglomerato amministrativo più grande, mantenendo intatte le rispettive peculiarità e tutto quanto valga la pena salvaguardare (affrontate,feste popolari, sagre, confraternite)a cui si potrebbe aggiungere anche qualcosa di nuovo (Ad esempio: un "palio" dei tre comuni, tornei sportivi e chi più idee ha, più ne metta...) Non è stimolante questa prospettiva ? Parliamone ef
zucchino Inviato - 03/02/2008 : 22:40:06
Mi ero ripromesso di non rispondere alla riflessione fatta da Nicola che sicuramente conosco ma non riesco ad individuare.
Non volevo rispondere perché la considero una critica veramente fatta tanto per dire qualcosa.
Altrimenti non capisco come possa confondere ciò che noi cittadini di una piccola comunità, ci impegniamo a fare, secondo le nostre possibilità e capacità, con la mancanza di lavoro che esiste e che costringe i giovani(anche i nostri figli)ad emigrare. Cerchiamo di promuovere iniziative che servono soltanto a far trascorrere, in uno spirito più sereno, le varie ricorrenze festive ai nostri bambini, ai nostri anziani, ai giovani(con scarso successo,essendo loro disinteressati al paese), ed ai nostri emigrati. Nicola dice che siamo completamente fuori strada…Da quale strada? Rispettare le tradizioni significa rispettare il proprio passato, e chi non si riconosce nel proprio passato non ha avvenire. Tutto ciò non significa che noi siamo apatici ai cambiamenti. Lui non sa quanto è amaro per noi, che viviamo in paese, ritrovarsi la sera, sempre più pochi, a fare la solita passeggiata e accorgersi che il paese è sempre più vuoto. Ma noi cosa possiamo fare? Bene, ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di rendere meno amaro il vivere in paese.
Perché non sono le luminarie che dicono ai passanti che IL PAESE E’ ABITATO ma è il paese stesso con il suo modo di vivere e con quello che riesce a costruire.
Comunque sempre di più mi convinco che aveva ragione mia madre quando diceva che: “u criticare è ‘n’arti leggia”.

Un saluto a tutti da Peppi Giogà


olanic Inviato - 20/01/2008 : 16:49:25
Leggendo nel post la frase "Forse siamo noi ultra cinquantenni che ci saremmo aspettati da Cristian e dai suoi coetanei un qualche interessamento a ravvivare il paese" mi è venuta voglia di rispondere, così tanto per parlare (scrivere).

Vedere quest'anno il paese natio illuminato a festa, più di altri paesi, più di molte famose vie di Milano, è stato suggestivo.
Apprezzabile l'iniziativa delle "befane" volta a rallegrare i bambini.
Meno entusiasmante parlare con amici coetanei o giù di li, (40-enni), di cui uno è stato chiamato per insegnare a Milano, uno ha fatto domanda ad Ancona, uno spera di essere chiamato a Torino, etc. etc.

Forse che gli ultra cinquantenni possono fare qualcosa?

Forse che l'associazione culturale può dire la sua su una possibile fusione fra paesi che può aiutare il loro sviluppo?

Forse che sono completamente fuori strada perchè se "sono attaccati in modo morboso alle tradizioni" perchè cambiare?

Forse che no.

Certo che, ripensando allo sfarzo di luci natalizie mi pare volessero dire allo straniero che per caso passava di là ""ATTENZIONE, PAESE ABITATO!"" (per ora).

cordialmente,
nicola
Cristian Greco Inviato - 19/01/2008 : 12:40:39
Carissimo Peppi,
scusami ma innanzi tutto vorrei che tu commentassi i post del blog sul blog stesso!

Aggiungo che la mia non era certo un critica distruttiva, anzi mi sembra che a parte un pò d'ironia nell'intervento non abbia espresso pareri negativi su quanto fatto, e soprattutto non sono abituato a pretendere. Dovresti conoscermi un pò ormai...
Il problema che abbiamo sollevato è abbastanza pernicioso, come fare a coinvolgere i ragazzi che ancora vivono a Dasà? Avere una soluzione già pronta sarebbe bellissimo, quello che mi viene in mente è andare a rompere le scatole già agli alunni della scuola media, perchè se già i miei coetanei si sono allontanati dalle tradizioni bisogna lavorare sulla generazione successiva finchè si è ancora in tempo.
Per poi passare a quelli un pò più grandi, già quando vengono a proporre veglioni e feste cercare di far capire che se non si svegliano anche nel resto dell'anno l'appoggio sarà minimo, anche se suona come un piccolo ricatto potrebbe funzionare.
Aggiungo in fine una piccola giustificazione ed un'annotazione per quanto riguarda me, quest'anno al contrario del solito sono tornato a Dasà molto tardi per Natale, ed ho dedicato gran parte del mio tempo alla mia adorata nipotina. L'annotazione è che dopo tanti anni (considera che ne ho 26!) non sono più socio dell'Associazione, sarà sbagliato ma dalla scorsa estate mi son fatto una brutta idea del modo di funzionare dell'associazione stessa, essere invitato ad un'assemblea per l'approvazione del calendario degli eventi e poi scoprire che era già stato tutto stabilito e reso immutrabile non mi ha fatto granchè piacere!!!

Ti ringrazio per aver perso un pò di tempo appresso a me ed a quello che scrivo!
A presto
(sul blog dove ho provveduto a riportare tutta la discussione!)

Dasavúati di tutto il mondo, UNITEVI!!!
http://dasavuati.blogspot.com

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